Il clima che distrugge l’Africa

Contribuisce in minima parte all'inquinamento globale ma è il Continente più minacciato effetti dei cambiamenti climatici globali. Alcuni spunti

di Alice Pistolesi

L’Africa è il continente più minacciato dagli effetti dei cambiamenti climatici globali. Disastri ambientali, siccità, inondazioni portano a migrazioni forzate, peggioramento dei conflitti in corso, inferiori rese in agricoltura e conseguente aumento della malnutrizione e della fame. Molti sono studi che analizzano la situazione africana, oggi e in prospettiva. Di seguito alcuni spunti.

Il cambiamento climatico affama il continente Africano. A dirlo è il rapporto “Africa Regional Overview of Food Security and Nutrition. Addressing the threat from climate variability and extremes for food security and nutrition”, pubblicato da Fao e United Nations economic commission for Africa (Eca). Dei 257 milioni di persone che soffrono la fame in Africa (un africano su 5), ben 237 milioni vivono nell’Africa sub-sahariana, mentre gli altri 20 nell’Africa settentrionale. Nel 2017 il 20 per cento della popolazione africana risultava denutrita. Rispetto al 2015, i denutriti sono 34,5 milioni in più. Secondo il rapporto questo peggioramento è dovuto alla situazione economica globale, al peggioramento delle condizioni ambientali, ai conflitti, alla variabilità climatica e agli eventi estremi.

Condizioni climatiche avverse hanno portato a un calo della produzione agricola e all’aumento vertiginoso dei prezzi alimentari. Sull’agricoltura incide non poco il cambiamento climatico: precipitazioni ridotte e aumento delle temperature influenzano negativamente le rese delle colture alimentari. Inoltre siccità, stress da calore e inondazioni provocano una riduzione del raccolto e nella produttività del bestiame.

I cambiamenti nelle precipitazioni e le temperature hanno già un impatto negativo sui rendimenti del raccolto nell’Africa subsahariana. Questa penuria ha scatenato migrazione transfrontaliera e conflitti intra-regionali, provocando instabilità politica in vari stati, tra cui la Nigeria. In generale, l’insicurezza alimentare ha peggiorato le già difficili situazioni dei Paesi colpiti da conflitti.

Nel testo della Fao si sottolinea poi che molti Paesi in Africa corrono un grande rischio per i disastri legati al clima. Negli ultimi dieci anni, le catastrofi ambientali hanno colpito in media 16 milioni di persone e causato ogni anno danni per 0,67 miliardi di dollari in tutto il Continente.   Secondo i dati del Global Report on Internal Displacement 2018 dell’Internal Displacement Monitoring Centre nell’Africa subsahariana si registrano 2,6 milioni di persone sono costrette a spostarsi a causa dei disastri naturali. Per quanto riguarda lo sviluppo e l’attuazione di strategie di adattamento climatico secondo il rapporto è necessario compiere “maggiori sforzi nella raccolta dei dati, nel monitoraggio e nell’attuazione di pratiche agricole intelligenti dal punto di vista del clima. Gli sforzi continui attraverso i partenariati, la fusione dell’adattamento ai cambiamenti climatici, la riduzione del rischio di catastrofi e il finanziamento a lungo termine possono mettere insieme le esigenze umanitarie e quelle di sviluppo”. Se, invece dell’attualità, vogliamo volgere uno sguardo al futuro la situazione non migliora. Anzi.

Secondo lo studio pubblicato nel novembre 2018 dalla società di consulenza britannica Verisk Maplecroft, due terzi delle città africane da qui al 2035 potrebbero essere minacciate dagli effetti dei cambiamenti climatici. Il rapporto esamina due fattori: le proiezioni demografiche e i dati economici. In questo senso gli agglomerati urbani africani risultano essere i più vulnerabili: aree molto densamente popolate stanno già vivendo grandi difficoltà nella fornitura di acqua potabile. In totale, otto città africane sono tra le dieci più a rischio nel mondo: tra queste Abuja, Addis Abeba, Dar es Salaam, Lagos, Luanda, Kampala e Kinshasa.

La questione idrica è centrale in Africa. Nel Continente si sta vivendo da anni la diminuzione delle precipitazioni piovose in larghe parti del Sahel e dell’Africa Meridionale, e un aumento in varie zone dell’Africa Centrale.  Negli ultimi 25 anni, il numero di catastrofi correlate ad eventi climatici, come inondazioni e siccità, è raddoppiato. In Africa si è registrato il tasso di mortalità derivante dalla siccità più elevato del Mondo. Gli effetti del cambiamento climatico sulle risorse idriche in Africa includono inondazioni, siccità, cambiamento nella distribuzione delle precipitazioni, prosciugamento dei fiumi, scioglimento dei ghiacciai e retrocessione dei corsi d’acqua.  In questo senso l’accesso all’acqua potrebbe essere una delle maggiori cause di conflitto e guerra in Africa nei prossimi anni.

Città del Capo è stata lo scorso anno la prima metropoli a rischiare di trovarsi senza acqua che scorre nei rubinetti. La capitale del Sud Africa, che conta oltre quattro milioni di abitanti, è stata costretta a razionare l’acqua scendendo prima a 87 litri d’acqua al giorno pro capite, e poi a 50 litri. La città viene da tre anni consecutivi di siccità che hanno svuotato le riserve di acqua potabile. Per risolvere la questione le autorità sudafricane hanno dato il via a perforazioni per cercare falde freatiche e alla costruzione di impianti di desalinizzazione per le emergenze. Ma nessuno di questi rimedi è a breve termine.

In conclusione, per dirla con le parole del numero uno dell’Onu, Antonio Guterres, perdere la sfida del cambiamento climatico “potrebbe essere un disastro per l’Africa”. Il Continente pagherebbe infatti il prezzo più alto di tutto il Pianeta, pur contribuendo pochissimo all’inquinamento globale.

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