Basta armi Ue alla Turchia. Roma tentenna

Diversi Paesi dell'Europa decretano singolarmente l'embargo sulle armi ad Ankara in attesa di una decisione comune che avrà tempi lunghi. L'italia si allinea ma senza una scelta unilaterale. Lunedi riunione dei Paesi europei a Lussemburgo. La Lega araba condanna l'invasione dei territori curdi in Siria.

Mentre la La Lega araba ha chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di adottare misure per costringere la Turchia a fermare la sua offensiva militare e a ritirare “immediatamente” le sue forze dalla Siria, anche l’Europa si muove. Per ora singolarmente. Germania e Francia hanno deciso di fermare le loro vendite di armi ad Ankara. La Germania in particolare ha esportato armi per 243 milioni di euro in Turchia nel 2018, il che rappresenta quasi un terzo di tutte le esportazioni di armi tedesche. A maggior ragione la decisione di Berlino è importante e la allinea ad altri Paesi della Ue: Finlandia (che ha deciso lo stop il 9 ottobre), Norvegia, Paesi Bassi anche se al Consiglio di sicurezza dell’Onu gli europei non sono riusciti a far votare una risoluzione almeno di condanna.

La Francia ha dichiarato ieri di aver sospeso le esportazioni di armi in Turchia: “In attesa della fine di questa offensiva, la Francia ha deciso di sospendere tutti i piani di esportazione in Turchia di armi che potrebbero essere utilizzate in questa offensiva. Questa decisione ha effetto immediato”, è scritto in una dichiarazione congiunta di ieri dei ministri degli Esteri e della Difesa. Parigi ha aggiunto che i ministri degli Esteri dell’Unione europea  coordineranno le loro posizioni domani in una riunione a Lussemburgo.

La posizione italiana

Foto tratta dal sito dinamopress.it

Quanto all’Italia, il ministro degli Esteri Luigi di Maio ha dichiarato di voler proporre nel prossimo Consiglio dei ministri degli Esteri UE di lunedì un embargo alle forniture di armamenti verso la Turchia. La scelta è stata apprezzata ma anche criticata: “Se la preoccupazione per l’impatto delle vendite di armi è vera occorre comunque iniziare da una sospensione immediata dei trasferimenti di natura militare da parte dell’Italia. Una decisione che possiamo prendere da soli e subito”, ha commentato a caldo la Rete italiana per il Disarmo dopo le parole pronunciate da Di Maio nella sabato sera durante le celebrazioni del Movimento Cinque Stelle. Una richiesta del resto condivisa da tutta la società civile italiana assieme alla richiesta di un cessate il fuoco.

“Certamente uno stop delle forniture di armi a livello di Unione Europea avrebbe molta più efficacia e rilevanza di iniziative dei singoli Paesi – aggiunge Rete Disarmo – ma visti i tempi anche tecnici che serviranno per dar seguito a una simile decisione è opportuno che, se la volontà politica è davvero quella di contribuire a fermare le azioni belliche iniziate dalla Turchia, ci sia anche una scelta immediata dell’Italia”. Uno stop che allineerebbe positivamente a quanto già deciso da Finlandia, Norvegia, Paesi Bassi, Germania e Francia.

Nel 2018 sono state concesse in Italia 70 licenze di esportazione definitiva per la Turchia per un controvalore di oltre 360 milioni di euro. Tra i materiali autorizzati: armi o sistemi d’arma di calibro superiore ai 19.7mm, munizioni, bombe, siluri, arazzi, missili e accessori oltre ad apparecchiature per la direzione del tiro, aeromobili e software. Negli ultimi quattro anni  l’Italia ha autorizzato forniture militari per 890 milioni di euro e consegnato materiale di armamento per 463 milioni di euro.

L’immagine di copertina è tratta da un fotogramma di Military Defense Channel

(Red/E.G.)

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