Atene: morto “il primo partigiano d’Europa”

Nel 1941 ammainò la svastica dall'Acropoli. Una vita da partigiano

di Maurizio Sacchi

 Il 30 di marzo è morto ad Atene Manolis Glezos. Nato ad Apiranthos, sull’isola di Naxos, il 9 settembre 1922, uomo politico greco di sinistra, eroe della Resistenza, giornalista e scrittore. Insieme a Lakis Santa furono i protagonisti di uno dei primi atti di resistenza nella Grecia occupata durante la seconda guerra mondiale, abbassando la bandiera della Germania nazista dalla  rocca dell’Acropoli la notte dtra il  30 e il 31 maggio 1941.

Manolis in una immagine recente

I due studenti si recano alla Biblioteca Nazionale e leggono tutto ciò che riguarda la “Roccia sacra”: le grotte, i tunnel, e ogni sorta di mappe dell’Acropoli. Presto si rendono conto che l’unica strada da prendere per evitare di essere notati dalle guardie tedesche era attraverso l’Eretteo. La mattina del 30 maggio 1941, Glezos e il suo compagno furono informati via radio che Creta era caduta. Era il momento giusto per dare un colpo decisivo all’orgoglio del conquistatore. Agirono la stessa notte. Le loro uniche armi una lanterna e un coltello.

Alle 9 e mezza di sera, Glezos e Santas eludono il corpo di guardia dell’Acropoli ai Propilei. strisciano fino alla grotta dei Pandros e usano le impalcature degli archeologi per arrampicarsi. Si dirigono all’asta della bandiera dove per fortuna al momento non c’è sentinella. Rapidamente ammainano l’enorme bandiera del Reich che dall’alto dominava Atene. Piegano la bandiera e seguono lo stesso percorso per scendere,  ancora una volta senza essere notati.

La mattina presto la guarnigione tedesca scopre che l’asta è sguarnita. Le autorità tedesche  ordinano  interrogatori, arrestano gli uomini del corpo di guardia, e sollevano i comandanti greci delle stazioni di polizia dell’area dalle loro funzioni. La svastica verrà sostituita solo alle 11. Tuttavia, le ore in cui l’asta rimase vuota rappresentarono uno stimolo potente per il morale della Grecia occupata.

In sostanza, la rimozione del simbolo nazista fu il primo atto di resistenza nell’Atene occupata, e fu l’inizio dell’organizzazione del movimento di resistenza.L’episodio divenne noto attraverso due dichiarazioni simultanee di Manolis Glezos in “Rizospastes” -il quotidiano del KKE-  e Lakis Santa in “ Eleftherìa”, “Libertà” , il 5 marzo 1945. Manolis Glezos fu eletto membro del Parlamento ellenico nel 1951, sotto la bandiera della Sinistra democratica unita, nota anche come EDA (Ενιαία Δημοκρατική Αριστερά, ΕΔΑ). Si trovava allora in carcere, nell’ambito della guerra civile greca  che seguì la fine del conflitto mondiale.

Alla sua elezione, fece uno sciopero della fame chiedendo il rilascio dei suoi colleghi parlamentari dell’EDA imprigionati o esiliati nelle isole greche. Terminò lo sciopero della fame con il rilascio di 7 parlamentari dal loro esilio. Fu rilasciato dal carcere il 16 luglio 1954. ma il 5 dicembre 1958 fu nuovamente arrestato e condannato per spionaggio, che era un comune pretesto per la persecuzione dei sostenitori della sinistra durante la Guerra fredda. L’Unione Sovietica  reagì facendo circolare un francobollo con il volto di Glezos.

E anche durante la dittatura dei colonnelli fu perseguitato, raggiungendo il record di essere condannato a morte tre volte nella vita, fino alla sua definitiva assoluzione con l’amnistia generale del 1971, alla fine del regime militare. ed è stato caporedattore del quotidiano Rizospastis, l’organo ufficiale del Partito comunista greco 

Glezos è stato membro e presidente della Sinistra democratica unita (CEDU) e successivamente membro del Parlamento per il movimento socialista panellenico (PASOK), membro della Coalizione di Sinistra, Movimento ed Ecologia (SP). Dal 2014 al 2015 è stato un deputato europeo di Syriza, primo partito nel Paese alle elezioni del Parlamento europeo del maggio 2014.

Il francobollo sovietico per Glezos stampato nel 1959

Nel 1962 gli fu assegnato dall’URSS il Premio  Lenin internazionale per la pace. Charles de Gaulle, al tempo delle sue prime avventure in tribunale, lo descrisse come “il primo partigiano d’Europa”. Ma Glezos, che pure nel 2012 uscì polemicamente da Syriza e dal governo di Tsipras, quando questi cedette alle pressioni dell’eurogruppo e accettò il memorandum che mise in ginocchio la Grecia, fu tutt’altro che un estremista cieco. 

Durante la commemorazione nel 2017 delle vittime del massacro di Distomo, in Grecia, dove le SS massacrarono 218 persone, Zoe Konstantopoulou, ex esponente di Syriza, e presidente della Camera,  tentò di impedire la deposizione da parte dell’ambasciatore di Germania, di una corona con la bandiera tedesca. “Voi dovete risarcire le vittime”,gridò, ricevendo l’appoggio del pubblico presente. A quel punto però l’eroe greco – lo stesso che il 31 marzo 1941 strappò la bandiera nazista dall’acropoli di Atene – intervenne in soccorso dell’ambasciatore di Berlino e, dopo averlo preso per mano, lo aiutò a deporre la corona.

Glezos mostrò ben prima che il movimento verde prendesse piede in Europa e nel mondo, un lungimirante interesse per i temi ambientali, che vedeva strettamente collegati a quelli del socialismo. Ottenne per questo la laurea honoris causa dall’Università di Atene e da quella di Salonicco.

 

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