Oro, miniere e altre malattie del Sudafrica

di Tommaso Andreatta

Nel 2002 il Sudafrica aveva il 15% della produzione d’oro mondiale. Nel 2005 era scesa al 12%. Nonostante il calo in quell’anno l’export era di 3,8 miliardi di dollari. Secondo le stime dell’Us Geological Survey nel 2002 il Paese che a tutti fa pensare a Mandela deteneva il 50% delle risorse aurifere del pianeta

In Sudafrica ci sono le miniere più grandi: una di queste è la East Rand Mine, a Boksburg, che scende ad una profondità di 3.585 metri.

Nei giorni scorsi circa 950 minatori sono rimasti intrappolati sotto terra a causa di un blackout dovuto al maltempo. L’incidente è avvenuto nella miniera d’oro Sibanye-Stilwater Beatrix, vicino la città di Welkom, nel centro del Paese. Gli uomini, costretti a condizioni estreme, sono stati tratti in salvo. «Quella in cui erano rimasti intrappolati i 950 lavoratori è articolata su 23 livelli e arriva a un chilometro di profondità» scrive l’Ansa.

Si rischia di morire e spesso si muore sotto terra mentre la l’economia sudafricana si è fermata.

Le miniere non danno più la quantità di oro che garantivano un tempo e che arricchiva le multinazionali del lusso. Anche la Durban Deep, la Ferrari delle miniere sudafricane, non può più offrire nulla.

«È stata fondata nel 1896 ed è soprannominata la “Grande Signora”. Era una delle miniere più redditizie del mondo: prima della chiusura nel 2001 produceva oro per un valore di 20 miliardi di dollari l’anno, arrivando a dare lavoro a 18mila persone. Elton John le dedicò una canzone che diceva: “Scendendo per due miglia nel cuore di Durban Deep”. Le riserve della miniera iniziarono poi a diminuire. L’oro rimasto era così inaccessibile da rendere la sua estrazione troppo costosa e pericolosa, anche per una società importante. La miniera fu chiusa e i suoi tunnel furono sigillati con il cemento» scrive il Post.

Tra il 2004 e il 2015 un terzo delle 180.000 persone che lavoravano nel settore minerario sudafricano sono state licenziate. Molte sono tornate alle miniere da sole, illegalmente.

«Quando chiudi una miniera lasci i minatori senza lavoro: sono le persone che conoscono la miniera, e sanno come entrarci», ha detto al Post Lerato Legong, capo dell’ufficio legale della Camera delle Miniere sudafricana, l’organizzazione che riunisce le società minerarie del Paese.

L’industria legale dell’oro sudafricano comunque resiste. Stando agli ultimi dati garantisce entrate (sempre nelle stesse tasche degli happy few) per 4 miliardi di dollari. «Insieme al platino, al carbone e ai minerali ferrosi rappresenta una fetta importante dell’economia. Ma con il rallentamento della crescita della Cina nel settore edile, anche i prezzi delle materie prime stanno scendendo».

La “malattia” del Sudafrica però va oltre le miniere chiuse, va oltre quelle aperte e va oltre quelle chiuse che però vengono “frequentate” da disperati convinti che forse un filone buono ancora c’è. Dal 2014 al 2016, la crescita è crollata all’1,1 percento. «Perciò non sorprende – scrive il Corriere della Sera –  che il numero di manifestazioni e proteste pubbliche sia passato da 21 all’anno, durante gli anni buoni (2004-2008) a 164 all’anno in questi più recenti (2014-2016). I sudafricani di età compresa tra i 15 e i 35 anni sono quasi venti milioni e appena 6,2 milioni hanno un lavoro. La disoccupazione giovanile è doppia rispetto a quella degli adulti, e quasi quattro volte superiore tra i ragazzi di colore (40%) che tra i ragazzi bianchi (11%)».

 

 

 

 

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/africa/2018/02/01/sudafrica-1.000-minatori-intrappolati_f8b99317-404c-4dc3-b3b1-99992d6e6d55.html

http://www.ilpost.it/2016/03/28/dentro-una-miniera-illegale-del-sudafrica/

http://www.corriere.it/opinioni/17_ottobre_10/futuro-sempre-piu-incerto-sudafrica-zuma-661f335a-ad06-11e7-a5d5-6f9da1d87929.shtml

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