Filippine, una legge per l’autonomia dei “Mori”

Dopo ventidue anni di negoziati tra il Fronte islamico di liberazione Moro e il governo centrale il parlamento ha approvato un testo che dovrà  essere sottoposto a referendum

di Alice Pistolesi

Le Filippine rispondono alla spinta autonomista della regione di Bangsamoro nell’isola meridionale di Mindanao, teatro da decenni di pesanti scontri che hanno provocato oltre 100mila vittime.

Ieri la camera dei rappresentanti del Paese guidato da Rodrigo Duterte ha ratificato l’Olbarmm, Legge organica per la regione autonoma di Bangsamoro nel Mindanao musulmano, mentre il senato lo aveva fatto il giorno precedente.  Il passo in avanti è evidente ma l’iter della legge ancora non si è concluso. Il testo dovrà essere ratificato attraverso un referendum nelle province che verrebbero incluse nel territorio autonomo e che dovrebbe realizzarsi entro la fine dell’anno.  La legge arriva dopo ventidue anni di negoziati tra il Milf (il Fronte islamico di liberazione Moro) e il governo centrale e, anche se non tutte le richieste del fronte sono state accolte, è stata salutata come una vittoria dal movimento indipendentista.

Ad Al jazeera Ghazali Jaafar, uno dei leader del movimento armato ha dichiarato che: “potrebbe non essere una legge perfetta ma è bene iniziare. Ora che abbiamo questo governo, possiamo migliorare la vita della nostra gente”.

Un accordo di pace definitivo era stato firmato tra il Milf e il presidente Benigno Aquino nell’ottobre 2012, seguito da un ‘accordo globale’ nel marzo 2014. Entrambi i tentativi finirono però con la ripresa degli scontri tra il movimento armato secessionista e l’esercito governativo.

In cosa consiste la legge

La legge organica del Bangsamoro regolerà il funzionamento della nuova regione autonoma. La regione sarà guidata da un primo ministro, che presiederà un parlamento di 80 membri.

La legge consentirà alla regione di mantenere parte delle entrate locali, ricevere una fetta  delle entrate del governo centrale e gestire le risorse naturali del territorio. Incorporerà anche la legge islamica nel sistema giudiziario della regione.

Come contropartita in cambio dell’autonomia la legge richiederà al gruppo ribelle il Fronte islamico di liberazione Moro di sciogliere gradualmente il suo esercito di migliaia di soldati.

Prudente non cantare vittoria

La legge mantiene nella mani del governo centrale il potere sulla polizia e sull’esercito del territorio e, per prevenire ulteriori ribellioni, proibisce al governo di Bangsamoro di acquistare armi. Una criticità sta poi nel fatto che alcuni gruppi armati si sono separati dal Fronte, rifiutando l’autonomia e spingendo per la secessione. Se il Bangsamoro autonomo risulterà essere un’ulteriore delusione, i gruppi secessionisti  potrebbero capitalizzare la frustrazione per reclutare altri combattenti e far ripartire gli scontri.

Il territorio del Bangsamoro

Il Bangsamoro, letteralmente “Nazione del Moro”, sostituirà una regione musulmana nominalmente autonoma, ma che è stata finora gestita dal governo centrale.

Nelle Filippine il Moro si riferisce a più di 10milioni di persone appartenenti a diversi gruppi etnici a Mindanao, che hanno evaso la ispanizzazione e la cristianizzazione, del resto del Paese tra il XVI e il XIX secolo. I ‘mori’, che nel ventesimo secolo sono resistiti anche alla colonizzazione statunitense, hanno mantenuto una cultura e un patrimonio ben distinti dagli altri 90milioni di cittadini filippini. Questo ha comportato discriminazioni e persecuzioni da parte del governo. Le province della regione sono tra le più povere del Paese.

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