Colombia, perché vince la destra

di Raffaele Crocco*

Al telefono un amico mi dice: «Qui la vediamo in modo diverso da voi europei». «Ha vinto – mi spiega – chi durante la campagna diceva di non voler far diventare il Paese come il Venezuela. È la destra a dare garanzie ai colombiani».

Si rovescia il mondo, a volte, con una telefonata. Tesi di complotti, trucchi, elezioni truffa vengono spazzate via. A vincere in Colombia è semplicemente stato un vecchio politico, Uribe, che ha detto quello che i colombiani volevano sentirsi dire: non diventeremo un Paese socialista.

L’impressione è che ci sia un legame stretto fra la vittoria di Uribe alle elezioni di inizio marzo e la bocciatura popolare, diciassette mesi fa, dell’accordo dell’Avana che ha messo fine alla guerra fra governo centrale e Farc. Per noi, che quei 52 anni di lotta li abbiamo visti da lontano, quella pace sembrava l’unica e migliore opzione per tirar fuori milioni di colombiani dalla miseria, dal pericolo, dall’assenza di diritti. Loro – i colombiani – continuano invece a dirci che non è così.

L’arrivo in politica delle Farc, che con un trucco linguistico hanno mantenuto il nome, pur diventando un partito, non convince e non piace. Il neo partito degli ex guerriglieri ha preso appena lo 0,4 per cento. Anche in una realtà politica estremamente frazionata come quella colombiana è niente. Dieci ex guerriglieri entreranno comunque in Parlamento, anche se non hanno superato la prevista soglia del 3 per cento, proprio grazie all’accordo di pace.

A non piacere a molti colombiani è il fatto che andranno all’Assemblea legislativa senza passare per i Tribunali della Giustizia speciale per la Pace. Sono organismi creati per esaminare le posizioni degli ex combattenti e valutare la gravità dei reati che hanno commesso durante la guerra. I dieci deputati e senatori eletti non avranno nulla a che fare con questi Tribunali e, quindi, nulla si saprà di ciò che hanno fatto. Saranno lì, a fare opposizione.

In qualche modo andrà bene. Saranno comunque un freno alle voglie sempre eccessive dell’oligarchia latifondista. Ma il ricordo di 5 decenni di guerra, con centinaia di migliaia di morti e milioni di sfollati, pesa nella memoria di chi ha subito tutto. Per di più, i territori lasciati liberi dalle Farc, con il loro ritiro, sono stati rioccupati dai narcotrafficanti, che li hanno chiusi a chiunque.

Una responsabilità che viene imputata agli ex guerriglieri, che evidentemente non hanno alcuna base popolare. Ed è una stroncatura anche per il presidente Santos, fautore dell’intesa, premio Nobel per la Pace alquanto incompreso a casa sua. Il suo partito – moderato – è arrivato appena al 12 per cento, terzo dietro anche ai socialdemocratici. Quello che ha fatto non è evidentemente sufficiente. Ha chiuso la guerra, ma ha lasciato aperti i troppi problemi di un Paese ancora pesantemente in mano ai latifondisti, ai narcos e alla corruzione.

Fra qualche settimana ci sarà il vero secondo round. Si voterà per eleggere il nuovo presidente. Santos non potrà candidarsi: ha esaurito i mandati. I candidati in corsa potrebbero essere sette o otto, ma certamente Uribe – o chi correrà per lui – avrà qualche carta importante da giocare. Certo, le recenti riforme hanno dato maggiore solidità alla democrazia colombiana. Con l’ingresso della ex guerriglia, il Senato avrà 108 seggi, la Camera 172. Il Parlamento è cresciuto di numero e rappresentanza, anche con i nuovi rappresentanti delle comunità indigene e di colore, maggioritari nelle regioni della costa caraibica. Sono stati eletti in circoscrizioni speciali, create proprio per far esprimere ai residenti le preferenze che altrimenti sarebbero disperse nel resto del Paese. Anche loro saranno una ulteriore garanzia di tenuta democratica. Gli equilibri però restano fragili e i legami fra latifondisti e narcos profondi. Così, a dispetto di tutto, la pace in Colombia è davvero ancora da costruire.

*Raffaele Crocco è direttore dell’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo

 

FOTO tratta da https://colombiareports.com/alvaro-uribe/

http://enpazyarmonia.blogspot.it/2010/08/pensamientos-de-alvaro-uribe-velez.html

 

 

 

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