DOSSIER CANADA - LA RESISTENZA VERDE DEI NATIVI AMERICANI

Alla conquista del West

Testi di Paola Rosà, foto e video di Antonio Senter.

Il nordest della British Columbia, un’area pari a quasi due terzi della superficie italiana, è dagli Anni Cinquanta l’Eldorado delle aziende petrolifere e delle royalties milionarie alla Provincia. Con riserve di oltre 600 miliardi di metri cubi di gas naturale, uno dei bacini più promettenti al mondo, la zona fra le Montagne Rocciose e la valle del Peace River, attraversata longitudinalmente dalla mitica Alaska Highway, si è trasformata in pochissimi anni nella capitale industriale della provincia. “Ma a questo sviluppo non sembra esserci limite”, sottolinea Chief Roland Willson dei West Moberly First Nation.


Le interviste e le riprese sono state effettuate in Canada dal giugno all’ottobre 2016 dai due autori, che autofinanziandosi hanno percorso il tragitto dei previsti gasdotti dalla valle del Peace River all’Oceano Pacifico in British Columbia. Il progetto di documentazione della resistenza nativa proseguirà quest’anno, 2017, con altri quattro mesi di viaggio in Canada, per seguire le proteste contro il nuovo oleodotto Trans Mountain previsto dall’Alberta a Vancouver. Paola Rosà è giornalista professionista e traduttrice. Antonio Senter si occupa di design e riprese video. Insieme hanno realizzato diversi documentari girati in Canada e Stati Uniti.
Il sito: www.rosasenter.weebly.com

I ricchi stipendi offerti dalle compagnie di estrazione, i benefit garantiti alle amministrazioni locali e alle tribù, i finanziamenti privati alle attività giovanili, sportive e scolastiche, e la garanzia di posti di lavoro in zone altrimenti povere di risorse per l’asprezza del clima, rendono decisamente impari la lotta fra chi promuove lo sviluppo – o “developments” al plurale come dicono a Fort St. John – e chi invece vorrebbe difendere l’ambiente e praticare agricoltura e allevamento sostenibili. “La lotta è impari”, conferma Maegen Giltrow, che assiste i Blueberry First Nation contro la Provincia in una causa “per danni cumulativi da impatto industriale”.

Ma l’Eldorado ha dei costi sociali che le amministrazioni sembrano voler ignorare. La strettissima dipendenza di intere comunità dall’altalenare dei prezzi di mercato degli idrocarburi ha avuto pesanti ripercussioni su occupazione, indebitamento delle famiglie, violenza domestica, alcolismo, abuso di sostanze e suicidi. E non soltanto fra i nativi, come conferma Gwen Johannson, sindaca di Hudson’s Hope.

Paradossi di una conquista del West premiata da troppe ricchezze. “Quella povera gente – arriva a dire Chief Roland Willson, riferendosi ai “bianchi” – non ha strumenti per difendersi. Noi nativi almeno, possiamo richiamare i trattati e la Dichiarazione ONU sui Diritti dei Popoli Nativi che Trudeau ha ratificato proprio di recente. Certo, poi in tribunale finiamo spesso con una sconfitta. Ma almeno possiamo provare ad alzare la voce”.

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