Governo in Iraq, buona la terza

Dopo i tentativi di Muhammad Allawi e Adnan Zurfi, l'ex capo dell'intelligence Mustafa al-Kazimi, ha ottenuto la fiducia del Parlamento

Dopo cinque mesi di stallo politico, questa notte, Mustafa al-Kazimi, ha ottenuto la fiducia del Parlamento al suo nuovo Governo. Il nuovo governo del 53enne ex capo dei servizi segreti del Paese e giornalista arriva dopo le dimissioni presentate nel novembre scorso dal primo ministro Abdul Mahdi. Mahdi è stato il primo capo di governo a non completare il suo mandato in Iraq dopo la fine della dittatura di Saddam Hussein ed è stato costretto alle dimissioni dall’ondata di proteste che hanno investito il Paese dall’ottobre 2019, a cui sono è seguita una violenta repressione.

Al-Kadhimi guiderà un governo con 15 ministri, nonostante l’esecutivo sia normalmente composto da 22 persone, dopo il rifiuto di numerosi candidati. I ministeri chiave nel settore petrolifero e degli esteri sono ancora vacanti. Al-Kadhimi è il terzo uomo incaricato di formare un governo in Iraq in pochi mesi. Nel febbraio 2020, c’era stato il tentativo di ottenere la fiducia di  Muhammad Allawi, che però non era riuscito a ottenere il sostegno dei partiti dei musulmani sciiti e delle milizie a loro collegate. Ad un mese di distanza il Presidente Barham Salih aveva dato quindi l’incarico a Adnan Zurfi, personaggio controverso, ben visto dagli Stati Uniti, ma anche lui non aveva ottenuto la fiducia del Parlamento.

Le priorità del nuovo governo, ha spiegato il premier dopo il voto d’approvazione del nuovo esecutivo, saranno fermare l’epidemia di Coronavirus (almeno 2mila casi registrati, più di 100 morti) e processare coloro che hanno ucciso i manifestanti anti-governativi che da mesi protestano contro la classe politica locale e chiedono giustizia sociale.

Osservatori, però, rilevano che il nuovo esecutivo non sia altro che un modo per mantenere intatto lo status quo tra i blocchi di potere che dilaniano l’Iraq, nonostante la volontà popolare che ha portato migliaia di iracheni in piazza fosse quella di superare le divisioni tra sciiti, sunniti e curdi. La scelta di Kadhimi alla guida del Paese, può anche essere letta come un tentativo di conciliazione tra Iraq e Stati Uniti. Il segretario di Stato Mike Pompeo ha fatto repentinamente sapere in una nota che Isa e Iraq lavoreranno “insieme in modo da fornire al popolo iracheno la prosperità e la sicurezza che meritano”.

Non sarà un compito facile: poco prima del voto parlamentare tre razzi hanno colpito (pare senza provocare vittime) un complesso militare vicino all’aeroporto di Baghdad in cui si trovano militari statunitensi e diplomatici.

(Red/Al.Pi.)

Tags:

Ads

You May Also Like

L’Eta muore. L’intervista al professor Carotenuto

Quando l'indipendentismo diventa lotta armata e non viene capito dai cittadini. Dopo tutto il sangue versato in Spagna, la  cronaca di un "suicidio annunciato". Ecco cosa ci ha detto il professor Gennaro Carotenuto, docente di storia contemporanea dell'Università di Macerata

di Ilario Pedrini L’Eta non c’è più. Il movimento indipendentista basco è morto di ...

Israele vs Iran: risale la tensione

Lo Stato ebraico accusa Teheran di aver attaccato una sua nave commerciale, mentre l'esercito siriano incolpa gli israeliani di aver colpito alcune roccaforti iraniane

Il dramma del Nagorno Karabakh

Intervista a Max Floriani, poeta, compositore e politico italiano che vive in Armenia che propone il riconoscimento come Stato dell'enclave

di Teresa di Mauro  E’ passato già quasi un mese da quando, il 27 ...