Il Brasile di Temer non teme la crisi

di Ilario Pedrini

Il sistema è corrotto ma funziona. Non è la difesa di parte di un’Italia mangiata dalla mafia e dalle mafie più o meno grandi, più o meno riconoscibili. È la descrizione del Brasile fatta dal Sole 24 Ore. Il giornale di Confindustria dice che «da tempo la Borsa brasiliana mostra una totale indifferenza alle convulsioni politiche del Paese».

Insomma il sistema economico regge anzi, stando ai segnali, pare pronto a riprendere il volo nonostante «le accuse di corruzione continuino a piovere sul presidente Michel Temer che a sua volta ha preso il posto di Dilma Rouseff travolta da imputazioni simili. L’impeachment è improbabile ma è uno spettro che da mesi aleggia sui palazzi del Governo. Nel frattempo l’indice Bovespa continua a macinare rialzi».

La nave va (brasiliana) va. Grandi spazi di guadagno per le società private e per le banche d’affari. Lo conferma anche l’agenzia Ansa: « Un recente studio fatto dalla Goldman Sachs esamina l’enorme opportunità, nel campo della imprese Fintech in un Paese dove l’80% del mercato finanziario è in mano a 3 banche e il 40% della popolazione (su 200 milionidi persone) non ha un conto corrente.

Italia in Brasile. L’imprenditore e manager Graziano Messana dal 2006 risiede a San Paolo del Brasile. Con GM Venture, società che ha fondato, rappresenta diverse imprese italiane e straniere che hanno investito nel Paese: «Di nuovo ci imbattiamo nei numeri brasiliani ed è ovvio che questa industria si muove trasversalmente tra IT e il mercato finanziario.

In un Paese così grande e che risponde così bene a tutte le evoluzioni tecnologiche si stima che tra sistemi di pagamento innovativi, lending e personal finance, questa nuova industria arriverà a generare circa 24 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. Noi crediamo in questa opportunità e stiamo anche partecipando a eventi chiave in Silicon Valley perché siamo interessati a coinvolgerci in iniziative di questo tipo, anche come coinvestitori».

In Brasile si stanno avviando nuove privatizzazioni e si prepara una nuova riforma del lavoro, che entrerà in vigore in novembre.

Il Brasile è interconnesso con alti Paesi. È il primo esportatore mondiale di zucchero, carne bovina e ovina, caffè, soia e minerali ferrosi.

È un gigante che, con la recente crisi e la scoperta della corruzione diffusa, è stato descritto come se avesse le gambe d’argilla. Ora, visto l’interesse sul versante economico, torna ad essere definito come solido dagli osservatori della Vecchia Europa e dagli stessi Usa.

La speranza del boom. Di sicuro è il terzo più grande Stato al mondo per i social network e possiede 140 milioni di utenti internet. Sono circa 50 milioni gli acquirenti online: un Eldorado per chi fa import-export 2.0. Ma è anche un bacino importante nei settori bellezza e cura del corpo. «E resta nelle prime 5 posizioni se consideriamo il mercato degli elettrodomestici, medical devices e prodotti farmaceutici. Nonostante la recente crisi, settori come la sicurezza digitale e le energie rinnovabili stanno avendo qui crescite double-digit e mi ricorda il boom avvenuto anni fa in Europa» racconta Messana all’Ansa.

Secondo il Sole 24 Ore la recessione, una delle peggiori del dopo guerra, sembra ormai alle spalle e il 2017 dovrebbe chiudersi con un sospirato ritorno alla crescita. «L’inflazione sembra sotto controllo. Più in generale il Paese trae beneficio dal buon momento dei mercati emergenti spinti da una ripresa delle materie prime e da una crescita globale in rafforzamento. I tempi della stretta monetaria avviata dalla Federal Reserve statunitense, che ha anche l’effetto di rafforzare il dollaro e quindi di drenare capitali dai paesi emergenti attirandoli verso l’area del biglietto verde, sembrano dilatarsi rispetto alle previsioni iniziali. Fattori, questi, che giustificano un certo ottimismo per le prospettive del Brasile».

Ottimismo, avanti piano. Il quotidiano della Confindustria fa notare che eccessivi entusiasmi sono fuori luogo. La ripresa c’è ma è fragile. «Temer guida un Governo con figure chiave fortemente orientate al mercato che stanno implementando un cammino di riforme orientate ad aumentare la competitività del paese ma, diversamente da quanto si era prefissato l’Esecutivo, non riesce a riportare sotto controllo la dinamica dei conti pubblici».

Il presidente Temer concluderà il mandato il prossimo anno, ammesso che riesca a superare gli scandali giudiziari che lo vedono protagonista. Al momento favorito alla sua successione è il leader della destra Jair Bolsonaro.

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/americalatina/2017/09/20/brasile-investitori-internazionali-rilanciano-economia_295a529f-2d94-436d-bffd-e130fc716ce2.html

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2017-09-20/perche-brasile-cautela-e-d-obbligo–184317.shtml?uuid=AEKVLRWC

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