La Corea che verrà

Più vicino il sogno della pace tra i due Paesi ancora in guerra dagli anni Cinquanta

Lo storico incontro tra Moon Jae-in e Kim Jong-un segna un passo importante verso la pace tra i due Paesi e una possibile denuclearizzazione della penisola coreana. Dei Kim si è scritto molto e così degli americani. In attesa di un altro storico incontro – quello appunto tra il leader nordcoreano e Donald Trump – vediamo chi sono gli altri protagonisti: il presidente sudcoreano Moon e due altri grandi attori internazionali: Pechino e Mosca

Il Presidente attuale Moon Jae-in, è un progressista che ha piena conoscenza dei problemi vissuti dai suoi predecessori con gli Stati Uniti di George W. Bush da un lato e le difficoltà di dialogo con la RPDC dall’altro. Moon entra in carica subito dopo la destituzione della Presidente Park Geun-hie nel maggio del 2017 e pochi mesi dopo l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Il contesto nazionale e internazionale è ancora più pericoloso di quello in cui hanno operato i suoi predecessori progressisti. Moon vuole riaprire, gestendolo come gli compete, il dialogo intercoreano e frenare Pyongyang senza creare fratture con Washington la cui interferenza pare eccedere persino quella dell’amministrazione Bush, che boicottò il riavvicinamento intercoreano (2002-2003). Non può prescindere dall’alleanza militare con gli Stati Uniti che, con 28.500 soldati nella RdC (e circa 40.000 nel vicino Giappone), lo scudo nucleare e la Settima Flotta proteggono il Paese da qualsiasi velleità d’attacco dei vicini a cominciare dalla RPDC, ma rivendica il suo ruolo di attore principale negli affari coreani. Né può fare a meno di mantenere rapporti di amicizia con Pechino, che incombe sulla penisola con la sua massa critica e la ritrovata e asserita centralità in Asia Orientale.

Pechino però non controlla Kim, come Trump sembra credere, né riesce a ipotizzare quale sia la strategia (se esiste) del Presidente Usa. Teme l’intervento “limitato” ipotizzato da Trump e un eventuale cambio di regime nella RPDC che potrebbe portare un governo ostile e comunque sotto l’egida americana nel cortile di casa; armi di distruzioni di massa senza controllo perché sparse e nascoste in tutto il territorio, tunnel compresi; l’afflusso di rifugiati che premerebbe alle sue frontiere Settentrionali. Del resto Xi Jingping ha assunto una posizione più dura con Pyongyang aderendo a tutte le sanzioni Onu che stanno strangolando la già piccola economia nordcoreana, ma non vuole mettere all’angolo il regime. E’ la stessa posizione di Putin che ha appoggiato la proposta di buon senso di Xi nota col nome di freeze-for-freeze: la sospensione dei test missilistici e nucleari della RPDC e, in parallelo, la sospensione delle esercitazioni militari congiunte Usa/RdC (con il relativo dispiegamento di un apparato bellico massiccio) che Pyongyang ritiene siano le prove generali per un’invasione.

Una volta acclarato che la RPDC è una potenza nucleare, Kim Jong-un ufficializza, nel discorso di Capodanno 2018, la sua adesione all’invito di Moon – che, fin dalla sua elezione, ha cercato di sbloccare il dialogo intercoreano interrotto da un biennio – e manda in febbraio i suoi atleti alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang. Per dimostrare la serietà delle sue intenzioni nei confronti di Seoul, ha inviato la sorella, Kim Yo-jong, che si conferma il membro più potente dell’elite per la sua stretta vicinanza al leader nordcoreano. Yo-jong, primo membro della dinastia a mettere piede al Sud dopo la guerra di di 65 anni fa, é latrice di una lettera di invito del fratello per un summit a Pyongyang con il Presidente del Sud, da tenersi il più presto possibile. Moon, ben conscio dell’inconciliabilità delle posizioni dei due antagonisti, si è ritagliato il ruolo di mediatore. Ha ottenuto da Trump la sospensione delle esercitazioni militari congiunte per la durata dei giochi e sta cercando di ottenere il prolungamento della sospensione fino a che dureranno i colloqui intercoreani.


(a cura di Rosella Ideo)
Nel video di Euronews, le immagini dell’incontro tra i due leader coreani

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