Putin: «La Nato ha bisogno di un nemico»

di Ilario Pedrini

«Sembra che la Nato abbia bisogno di un nemico esterno per mettere in riga gli Stati membri». Vladimir Putin a tutto campo sull’Alleanza atlantica. Parole prounciate nel documentario «Ukraine on fire» di Igor Lopatonok, andato in onda sul canale russo Ren Tv. Si tratta di una pellicola coprodotta da Oliver Stone, regista di «Wall Street» e «Ogni maledetta domenica». Pezzo forte è l’intervista al presidente russo. Alcune risposte – racconta il Fatto Quotidiano – sono state anticipate nei giorni scorsi dall’agenzia russa Tass, da sempre vicina al Cremlino. «Il processo decisionale della Nato ci preoccupa – racconta davanti alla videocamera -. Non appena un Paese aderisce all’Alleanza atlantica, gli è praticamente impossibile resistere alle pressioni dei grandi Paesi come gli Stati Uniti e quindi accetta di dispiegare qualsiasi cosa, un sistema di difesa missilistico, nuove basi o, se necessario, sistemi missilistici». «E noi, cosa dobbiamo fare? Siamo costretti ad adottare contromisure – continua il presidente russo – ovvero a puntare i nostri sistemi missilistici verso quei siti che pensiamo ci minaccino. La situazione si sta surriscaldando». Minacce che sanno di «ritorno alla Guerra Fredda», che non suonano nuove anche a chi ha seguito distrattamente le cronache internazionali di fine ‘900. «La Russia – ricorda il Fatto – aveva già puntato i suoi missili verso l’Europa durante un’esercitazione militare del 12 ottobre. Mentre oggi, riporta l’agenzia Interfax, arriva l’annuncio di aver schierato i missili anti-navi Bastion nella sua enclave baltica di Kaliningrad, che confina con i Paesi Nato di Polonia e Lituania». Regista da immagini e parole potenti, Oliver Stone, che alla vigilia delle elezioni americane ha detto che poco conta se la Casa Bianca viene occupata dal miliardario repubblicano o dalla moglie dell’ex presidente democratico. «Ciò che conta è il sistema». E ancora, si legge su Globalist: «Nell’occidente c’è una resistenza verso la storia ucraina, in questo film la raccontiamo in una prospettiva diversa, mai sentita. È difficile capire cosa è accaduto anche perché si confondono i nomi dei molti protagonisti. La cosa buffa è che un documentario come “Winter on fire: Ukraine’s Fight for Freedom” di Evgeny Afineevsky – che parlava degli stessi temi – è stato a un passo dagli Oscar, un lavoro fatto tutto con materiale ufficiale e che diceva poco della verità di ciò che è accaduto». Oliver Stone spiega che nel documentario «si fa riferimento alla Ong di Soros che ha svolto un ruolo cruciale negli sviluppo delle rivolte democratiche in Ucraina». «Ritengo che non tutte le organizzazioni non governative americane siano meritevoli di apprezzamento, molte sono infatti espressione di soggetti influenti – come nel caso di Soros – e sono finalizzate a perseguire obiettivi che vanno al di là del benessere dei popoli e che in alcuni casi, come questo, sono rivolte a realizzare fini ben diversi». Applausi sinceri da una platea destabilizzata.

http://www.globalist.it/culture/articolo/202176/stone-in-ukraine-on-fire-la-vera-storia-di-quel-conflitto.html

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11/21/putin-dagli-usa-pressioni-sui-paesi-nato-noi-puntiamo-missili-verso-chi-ci-minaccia/3207796/

Taormina Film Fest: Oliver Stone e Igor Lopatonok presentano Ukraine on Fire

foto tratta da http://darkroom.baltimoresun.com

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