Vendetta turca

di Andrea Tomasi

La paura e il terrore funzionano sempre, anche nella Turchia del dopo «golpe». Mentre il mondo, quella parte del mondo meno distratta, si interroga sul senso di un colpo di Stato anomalo, il governo di Ankara fa «pulizia interna». Sventato il tentativo dell’esercito di rovesciare il regime, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha annunciato e avviato l’attività di repressione. Intanto il premier ha fatto sapere che – scrive Ezio Mauro su Repubblica – gli arrestati «sono 7.543, tra cui 100 poliziotti, più di 6 mila soldati, 650 civili, 755 giudici e procuratori, 103 ammiragli e generali, due giudici della Corte Costituzionale. Ma intanto 1.500 funzionari delle Finanze sono stati sollevati dal loro incarico, insieme con 30 prefetti e 8.777 dipendenti degli Interni, tra cui 7.899 poliziotti che hanno dovuto riconsegnare pistola, manganello e distintivo». Istanbul presidiata da 2 mila uomini dei reparti speciali, i caccia che pattugliano lo spazio aereo delle capitali, «gli elicotteri militari che non possono decollare senza permesso». Queste le cifre, che si rincorrono e, mentre scriviamo, il quadro continua a cambiare. Resta lo stupore del mondo libero davanti alle mosse del regime di Erdogan, che – ricordiamo – continua a rispettare il patto stretto con l’Ue (quello sul «contenimento dei migranti») e continua a chiedere di fare entrare il Paese nell’Unione. Si contano i morti, i feriti, i torturati e si contano i soldi. «È difficile prevedere» quale sarà l’impatto delle vicende della Turchia «sulla ripresa europea» ha detto il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi nella conferenza stampa al termine della riunione del board. Si inizia a vedere qualche reazione politica. «Ormai – ha dichiarato all’Ansa Paolo Gentiloni, ministro italiano degli affari esteri – la lunga scia delle vendette, delle liste di proscrizione, delle epurazioni e degli arresti di massa è davvero inaccettabile». E ancora: «Quello che sta succedendo in queste ore in Turchia per noi è inaccettabile e rinnoviamo l’invito al governo e alle autorità turche a contenere questa reazione nell’ambito del rispetto delle regole e dello stato di diritto». Sempre in Italia, l’Organismo unitario avvocatura, ha condannato il tentativo di colpo di stato in Turchia, ma allo stesso modo anche lo stravolgimento delle regole democratiche in corso in questi giorni nel Paese. Per il presidente Mirella Casiello è «inaccettabile la repressione feroce e immotivata contro avvocati, magistrati, esponenti del mondo accademico, membri delle opposizioni e, più in generale, l’attacco allo stato di diritto che colpisce indiscriminatamente i cittadini». «In questi giorni si sta giocando sulla pelle di milioni di persone una partita difficile che ha conseguenze sui futuri equilibri in Medio-oriente, sulla guerra al terrorismo, sul rapporto con l’Europa e la Russia e la Nato. Coscienti di questa drammatica realtà non possiamo che esprimere la nostra solidarietà al popolo turco e, in particolare, agli avvocati e giudici, vittime di arresti ingiustificati nel presente, ma anche nel passato recente». Standard & Poor’s ha tagliato il rating del Paese. Poco dopo Erdogan ha attaccato l’agenzia di rating, invitandola a «non occuparsi della Turchia». Il vicepremier di Ankara, Mehmet Simsek, ex analista finanziario a Wall Street, ha dichiarato: «In circostanze come queste c’è una reazione impulsiva, è una cosa tipica. Abbiamo bisogno di mantenere la nostra credibilità. Abbiamo bisogno che i mercati capiscano che sopravviveremo a questo shock».

 

 
http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/19/news/la_vendetta_e_la_paura-144403012/

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/nordamerica/2016/07/21/turchiagentilonireazione-inaccettabile_acf1e622-ed79-49ad-a973-5ce19d56c7ec.html

https://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Gentiloni

Tags:

Ads

You May Also Like

Nel Salvador il più grande carcere delle Americhe

Una megael Faroprigione per 40mila membri delle gang. Ma il prezzo della sicurezza é la democrazia

di Maurizio Sacchi Nayib Bukele, il presidente di El Salvador, ha ispezionato quella che ...

La scommessa militare da Khartum ad Algeri

Si gioca in questi giorni una difficilissima partita fra la società civile e i regimi  algerino e sudanese. Ma quanto ci si può fidare degli uomini in divisa quando sono loro a controllare lo Stato?

di Emanuele Giordana Da Khartum ad Algeri, dalla Thailandia al Myanmar, da molti Paesi ...

Maledetti giornalisti

di Ilario Pedrini La categoria dei giornalisti fa di tutto per non farsi volere ...