Un tribunale di Yangon ha accettato di aprire il caso nato da una richiesta di incriminazione dell’esercito birmano nei confronti del responsabile dell’edizione birmana del quotidiano online Irrawaddy, U Ye Ni, dopo quasi un anno dalla deposizione della denuncia. L’azione legale dell’esercito del Myanmar contro The Irrawaddy News – racconta uno dei più noti giornali locali anche in lingua inglese – riguarda la copertura degli scontri tra Tatmadaw e il gruppo armato Esercito dell’Arakan (AA)- La denuncia è dell’aprile ai sensi dell’articolo 66, lettera d), della legge sulle telecomunicazioni per la copertura degli incidenti tra militari e AA nell’antica città di Mrauk-U nello stato del Rakhine nel 2019.
Il Comitato per la protezione dei giornalisti di New York (CPJ) aveva già esortato allora l’esercito del Myanmar a lasciare cadere l’accusa. A U Ye Ni (a destra nella foto) è libero dietro cauzione. Irrawaddy è stata una delle voci più importanti a sostegno della lotta per la democrazia nel Paese dove però i giornalisti continuano a correre seri rischi, processi e intimidazioni. La sua simpatia per la Lega nazionale per la democrazia – cui è a capo Aung San Suu Kyi, è evidente ma il profilo del giornale è altamente professionale e rigoroso.
#NoiRestiamoaCasa
(Red/Est)