Partirà domani da Gorizia la nuova Carovana della pace contro la guerra in Ucraina: destinazione Odessa e proseguimento ideale della prima carovana che si tenne in aprile in Ucraina quando un convoglio di oltre 60 mezzi raggiunse la città occidentali di Leopoli. Una scelta di campo – dalla parte delle vittime – e di vicinanza anche fisica a chi soffre gli effetti dell’invasione russa. Logistica e contenuti sono stati richiamati in un incontro preparatorio virtuale che alcun i giorni fa ha fatto il punto di questa nuova iniziativa della società civile.
L’incontro virtuale, che collegava diverse parti del Paese, è stato organizzato dall’Associazione Papa Giovanni XXIII e il suo presidente, Gianpiero Cofano, non ha nascosto ai partecipanti le difficoltà di un viaggio la cui preparazione non è stata facile. Collegati da Odessa c’erano infatti due volontari dell’Apg XXIII che hanno spiegato in dettaglio la situazione, i rischi e le difficoltà. All’incontro hanno partecipato tutte le persone – volontari, giornalisti, operatori – che formeranno la carovana sul cui itinerario e sulla cui consistenza si mantiene un evidente riserbo.
Accanto a decine di sigle del mondo cattolico ve ne sono altrettante del panorama del volontariato e dell’associazionismo laico: dall’Arci alla Cgil, da Mediterranea a Un ponte per il cui referente, Alfio Nicotra, ha preso la parola per illustrare le attività che intanto si stanno svolgendo in Italia per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della pace. Tema e attività sottolineate anche da Massimo Valpiana del Movimento non violento.
La Carovana è infatti l’espressione infatti del variegato mondo del movimento per la pace italiano che si è riconosciuto nella sigla StoptheWarNow, che è anche un sito (https://www.stopthewarnow.eu/) dove ci si può documentare, seguire le mosse delle carovane e aderire. Le carovane saranno infatti due: la prima su Odessa, a breve; la prossima a metà luglio con mete ancora da definire. L’idea di fondo è quella di creare degli “sportelli” in tre città ucraine: Leopoli, Odessa e Kiev. A scopo umanitario (quindi rifornendo di medicine e cibo e trasferendo in Italia chi ne ha bisogno) ma non solo. Il messaggio infatti è fin troppo chiaro: il rifiuto delle guerra e il lavoro per costruire la pace. Una spinta dal basso importante che possa mostrare solidamente e in carne e ossa il volto della solidarietà. Per l’Atlante, la Carovana in partenza sarà seguita da un nostro inviato.
(Red/Est)