“Pronti al martirio”. La protesta incendia il Libano

Mentre gli scontri con le forze di sicurezza non si fermano, si  schierano i leader religiosi: "Il popolo non perdonerà. La Storia non dimenticherà'"

“I manifestanti sono determinati ad arrivare alla resa dei conti contro i militari a Tripoli, poiché ieri gli scontri hanno causato un secondo morto e l’edificio del comune è stato incendiato. Questo – scrive questa mattina il quotidiano libanese L‘Orient-Le Jour – : dovrebbe essere il time out. Quello durante il quale contiamo i feriti, riprendiamo le forze e ci prepariamo per la nuova battaglia. Ma l’atmosfera è già elettrica all’inizio del pomeriggio di giovedì a Tripoli, poiché da lunedì la capitale del Nord Libano è segnata da scontri tra manifestanti e forze dell’ordine”. Non si ferma la protesta dei libanesi in una situazione sempre più esplosiva che il quotidiano di Beirut titola cosi: «Nous voulons mourir en martyrs». Vogliamo morire da martiri. In altre parole, pronti a tutto pur di portare avanti la protesta che incendia sempre più non solo la capitale. Mercoledi sera, le pallottole degli agenti a Tripoli avevano ferito oltre duecento persone e poi hanno lasciato a terra il corpo senza vita di  Omar Tayba, 29anni.

“Il popolo non perdonerà. La storia non dimenticherà”, hanno scritto sempre mercoledi in un appello i principali rappresentanti delle comunità cristiane e musulmane libanesi che  hanno rivolto ai leader e agli schieramenti politici nazionali una sorta di ultimatum  per chiedere di mettere da parte i veti incrociati e dare al Paese un governo di “salvezza nazionale”. In un momento in cui “il Libano sembra precipitare verso il collasso – si legge nell’appello – partiti politici e gruppi di potere, indicati come i principali responsabili del disastro, sono chiamati a mettere da parte settarismi e ricatti se vogliono risparmiare ulteriori sofferenze alla popolazione e impedire il dissolversi del “Paese dei Cedri”. L’appello è stato sottoscritto, tra gli altri, dal Patriarca maronita Bechara Boutros Rai, dal Mufti della Repubblica libanese Abd al-Latif Derian, dallo Sheikh Abd al-Amir Qabalan, capo del Consiglio supremo sciita, dallo Sheikh druso Akl Naim Hassan e dal metropolita greco-ortodosso di Beirut, l’Arcivescovo Elias Audi.

In copertina una immagine drammatica tratta da un servizio video di France24: “Ho chiesto loro di uccidermi – dice il manifestante- perche’ la mia vita e’ orribile”

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