Nuovi missili Usa a Taiwan

Tensione con Pechino che considera l'isola ribelle  e Hong Kong "la linea rossa" da non superare

di Maurizio Sacchi

Gli Stati uniti hanno concesso una nuova fornitura di armi a Taiwan per un valore di 1,8 miliardi di dollari, comprendente 135 missili di difesa costiera Slam-Er (con gittata sufficiente a colpire la Cina), 11 lanciamissili mobili tattici Himars e apparecchiature per la ricognizione aerea. A rivelarlo è il quotidiano “Nikkei”,  che specifica come il progetto sia al centro della cosiddetta “Iniziativa di deterrenza del Pacifico”, presentata al Congresso degli Stati Uniti, accompagnata da un piano che prevede una spesa complessiva di 27,4 miliardi di dollari entro i prossimi sei anni. Una proposta enucleata già nella primavera scorsa. 

Il complesso di batterie missilistiche sarà schierato lungo la cosiddetta “prima catena di isole” che fronteggiano la costa meridionale della Cina. Da quando il primo ministro Taiwanese Tsai Ing-Wen ha vinto le elezioni del 2016, il Paese ha messo in discussione i contenuti del “consenso del 1992”, basati sul principio di “un’unica Cina” ed ha sostenuto un’iniziativa indipendentista della regione, avviando accordi bilaterali economici e militari con gli Usa. Il capo dell’Indo Pacific Command (Uspacom) delle Forze armate a stelle e  strisce, Philip Davidson, nel presentare l’iniziativa,  richiede per il 2022  una spesa complessiva di 4,6 miliardi di dollari da impiegare in difese aeree, sistemi radar, centri di condivisione dell’intelligence, depositi di rifornimenti e campi di prova, e esercitazioni congiunte con gli alleati. 

Nell’area che viene definita la “prima catena di isole” si vuole installare un sistema di difesa missilistica Aegis Ashore da 1,6 miliardi di dollari a Guam e un sistema radar ad alta frequenza da 197 milioni di dollari a Palau, nell’Oceano Pacifico occidentale, da impiegare nel rilevamento e tracciamento dei bersagli aerei e di superficie. A questi si aggiungono 206 milioni di dollari da impiegare in “velivoli con equipaggio specializzato per la raccolta di informazioni sensibili”, assieme a 3,3 miliardi di dollari per l’impiego di missili su base a terra che raggiungano una gittata di oltre i 500 km (310 miglia). “Dobbiamo convincere Pechino che i costi per raggiungere i suoi obiettivi con la forza militare sono semplicemente troppo alti” ha precisato Davidson, alludendo alla tensione crescente tra Cina e Taiwan.

La Cina da parte sua il 1° Marzo – nonostante il dialogo in corso con gli Usa* – ha avviato un’esercitazione militare della durata di un mese nel Mar Cinese Meridionale, a Ovest della penisola di Leizhou mentre sul piano diplomatico la Cina ha chiarito che non c’è spazio per compromessi su Hong Kong e Taiwan. Nella sua conferenza stampa annuale del 7 di marzo, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha evidenziato le principali preoccupazioni di Pechino per lo sviluppo delle relazioni Cina-Usa, sottolineando che i legami tra i due Paesi dovrebbero fondarsi sul principio della non ingerenza negli affari interni e del rispetto della sovranità.

“Gli Stati uniti interferiscono sempre negli affari di altre nazioni con il pretesto dei diritti umani e della democrazia. Ma  questo sta creando molti problemi, ed è l’origine del caos nel mondo”, ha detto Wang  in una pausa dei lavori del Congresso nazionale del popolo. “Finché gli Stati Uniti non ne saranno consapevoli, il mondo non troverà pace”. Wang ha anche descritto Taiwan come una “linea rossa” che non dovrebbe essere attraversata, aggiungendo che la Casa bianca dovrebbe abbandonare l’approccio dell’amministrazione Trump, che voleva l’isola come nazione indipendente, mentre Pechino la ha sempre rivendicata come parte integrante del suo territorio nazionale. 

*La Cina e gli Stati Uniti sarebbero in trattative per un incontro  in Alaska nel tentativo di ripristinare la loro difficile relazione, come ha rivelato ieri il South China Morning Post:  la delegazione cinese potrebbe includere sia  Yang Jiechi, spesso ‘inviato del presidente Xi Jinping, sia lo stesso  Wang Yi

Nell’immagine di copertina – tratta dal sito di Uspacom –  un C-2A Greyhound sulla portaerei  Theodore Roosevelt nel Pacifico 

Tags:

Ads

You May Also Like

“L’Amazzonia è di tutti”. La soluzione del G7

I “Sette Grandi” riunti a Biarritz stanziano 20 milioni per contrastare gli incendi. Nell'agenda del summit anche Iran, sanzioni e accordi commerciali

di Lucia Frigo Si chiude oggi il G7 di Biarritz: come ogni anno, i ...

Burkina Faso, i civili target principale

Stragi nei villaggi all'ordine del giorno. Ma Hrw mette sotto accusa anche l'esercito di Ouagadougou

di Sarvish Waheed ​ Circa 170 persone sono state uccise – ultima ma non ...

Giornalisti: vita dura anche nei Paesi in pace

Aumenta in quasi tutto il mondo la violenza sui cronisti che indagano contro il potere. E la situazione peggiora in Usa, e in tutte le grandi potenze. Il Rapporto annuale di Reporters sans Frontieres lancia un allarme sullo stato della democrazia nel mondo

di Maurizio Sacchi Nel recente Rapporto globale annuale di Reporters sans Frontieres si dà ...