Nicaragua, tanti progetti per la risorsa acqua

Le attività della Regione Toscana con varie realtà del territorio per supportare la popolazione e fornire assistenza a chi è affetto da patologie collegate alle risorse idriche

In seguito alla pubblicazione il 22 marzo scorso su atlanteguerre.it de “La guerra dell’acqua di Daniel Ortega“, i diversi attori del Programma di cooperazione finanziato dall’Aics in Nicaragua citato nell’articolo hanno chiesto di fornire ai lettori dell’Atlante alcuni chiarimenti nel merito. Ci sono apparsi utili e interessanti. Li abbiamo raccolti e ve li proponiamo a seguire

L’inquinamento dell’acqua è un problema serio per il Nicaragua. Per supportare la popolazione e fornire assistenza alle moltissime persone affette da insufficienza renale cronica e da altre patologie collegate all’acqua insalubre, da anni la Regione Toscana insieme a varie realtà del territorio, è attiva nel Paese Centroamericano. I progetti sono coordinati dal Centro di Salute Globale, che opera all’interno dell’Azienda Ospedaliera Meyer di Firenze. Dal 2001 è attivo un Protocollo tra Comune e Provincia di Livorno  e il Dipartimento di León, mentre altri progetti sono realizzati dall’Associazione Italia-Nicaragua di Livorno con numerosi partner locali tra cui l’Associazione di donne Xochilt Acalt.

Il Nicaragua è il paese più povero dell’America Latina dopo Haiti con il 29,6% della popolazione sotto la soglia di povertà. Il Paese è soggetto a frequenti disastri naturali (eruzioni vulcaniche, uragani, terremoti) e il cambiamento climatico ha accentuato i fenomeni meteorologici estremi come siccità e inondazioni. L’Insufficienza renale cronica è una malattia estremamente diffusa nel Paese. Secondo le rilevazioni compiute dai progetti toscani tra il 1992 e il 2005 il tasso di mortalità è passato dal 4,5 al 10,9 su 100mila abitanti. Si tratta di una malattia che colpisce in particolare gli uomini di età più bassa rispetto a quella che si registra nei Paesi sviluppati. Nella comunità La Isla (Chinandega) – nota come “l’Isola delle vedove”- il 40% della popolazione accusa danni renali a vari livelli, mentre nel Municipio di Chichigalpa (Chinandega) questa percentuale arriva al 52%.

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“Le ricerche svolte fino ad oggi in Nicaragua – spiega Andrea Grillo, coordinare parte sanitaria del progetto NiracAgua qualità dell’acqua potabile e promozione della salute, che ha come capofila il comune di Livorno – non sono arrivate a conclusioni univoche ma hanno messo in evidenza alcune possibili cause da approfondire con ulteriori indagini epidemiologiche. Le principali ipotesi sono l’uso di pesticidi in agricoltura, la disidratazione, le infezioni batteriche ripetute, la contaminazione degli alimenti, l’inquinamento da metalli pesanti, l’eccessivo consumo di bevande gassate e zuccherate, il consumo di alcolici di scarsa qualità, l’abuso di farmaci antiinfiammatori, la familiarità e ipertensione e o diabete”.

Secondo quanto riportato dall’International Journal of Environmental Research and Public Health il 20 febbraio 2014, inoltre, “anche se il glifosato da solo non causa un’epidemia di IRC, sembra aver acquistato la capacità di distruggere il tessuto renale di migliaia di contadini quando si combina con un fattore  localizzato geo-ambientale (durezza) e metalli nefrotossici [Arsenico, Cadmio…]”

I progetti messi in campo dalle organizzazioni toscane sono partiti da questi dati e si sono sviluppati su alcune direttrici che riguardano la prevenzione primaria per individuare i fattori di rischio e ridurre il loro impatto tramite campagne dirette alla popolazione, la prevenzione secondaria per una diagnosi precoce che permetta di intervenire in una fase in cui la malattia è reversibile e la prevenzione terziaria per i pazienti che necessitano di trattamento di dialisi si intende migliorare l’accesso ai servizi e ridurre il rischio di infezioni.

Altre attività ruotano tutte attorno all’elemento acqua e riguardano interventi per la riduzione della contaminazione dell’acqua dei miniacquedotti rurali, le analisi di acqua, del suolo e di altre matrici ambientali per individuare le forme di contaminazione presenti nell’acqua potabile, all’acquisto di nuovi impianti (pompe cisterne, tubazioni) per i miniacquedotti rurali del Dipartimento di León e di attrezzature per il monitoraggio della qualità dell’acqua dei miniacquedotti rurali.

Le realtà toscane lavorano infatti principalmente con le comunità rurali a cui è affidata la gestione della distribuzione dell’acqua tramite miniacquedotti rurali gestiti da Comitati Acqua Pubblica e Servizi Igienico-sanitari.

I progetti hanno poi messo in piedi un programma di formazione e sensibilizzazione sulla gestione integrale dei miniacquedotti rurali e sull’uso corretto del’acqua, oltre ad alcuni corsi di formazione per medici e personale sanitario sulla prevenzione e il trattamento dell’insufficienza renale cronica. “Negli anni – conclude Andrea Grillo – abbiamo realizzato un programma di incontri con studenti, insegnanti e genitori delle scuole su stili di vita corretti e prevenzione della IRC e uno screening con strisce per la diagnosi rapida nell’urina per rilevare eventuali segni di danno renale precoce tra gli studenti delle scuole primarie e secondarie. La popolazione apprezza molto i nostri interventi perché quasi tutti in casa hanno almeno un malato ed è quindi una questione che tocca tutti da vicino”.

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