Sangue nel quartiere sciita di Baghdad

L'attentato al mercato popolare di al-Woheilat, rivendicato dal gruppo Stato Islamico, è il terzo nel 2021 per quell'area della capitale

Un nuovo attentato ha scosso Baghdad alla vigilia di Eid al-Adha, la Festa del Sacrificio, la più importante celebrazione musulmana, che dal Nordafrica al Medio Oriente coinvolge oltre 300milioni di musulmani. L’esplosione, costata la vita ad almeno 35 persone, tra cui 15 tra donne e bambini, è avvenuta nel tardo pomeriggio di lunedì al mercato popolare di al-Woheilat (Wuyelat) a Sadr City, un quartiere sciita nella zona Est della Capitale.

Il sedicente Stato islamico (Daesh), tramite un messaggio pubblicato sul proprio canale Telegram, ha rivendicato la responsabilità dell’attentato. L’attentatore che indossava come cintura una bomba artigianale di fabbricazione locale e si è fatto esplodere in mezzo alla folla intenta a fare acquisti per la festa del sacrificio.

Sadr City è la roccaforte dei sostenitori del leader sciita Moqtada al-Sadr, che proprio pochi giorni fa aveva annunciato la sua intenzione di boicottare le elezioni legislative previste per 10 ottobre. Una mossa che ha scioccato, dal momento che il suo movimento conta oltre 4milioni di sostenitori. Dopo l’attentato è stato poi arrestato, secondo una dichiarazione dell’esercito iracheno, il ​​comandante del reggimento di polizia federale responsabile dell’area del mercato. Il premier ha poi dichiarato che è stata aperta un’indagine.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato l’attentato. A renderlo noto il vice portavoce del segretario, Farhan Haq. “Questo attacco – ha detto – prima delle festa dell’Eid al Adha ricorda a tutti noi che il terrorismo non conosce limiti”.

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L’attentato di lunedì è il terzo che colpisce il quartiere sciita quest’anno.Il 15 aprile, almeno quattro persone erano rimaste uccise in un attentato con un’autobomba a Sadr City. Il 21 gennaio, invece, più di 30 persone sono state uccise in un duplice attentato suicida in un’area commerciale molto affollata nel centro di Baghdad. Anche allora il sedicente Stato Islamico aveva rivendicato i due attentati attraverso il suo organo di propaganda. Se fino a qualche anno fa gli attentati erano eventi quasi quotidiani a Baghdad, gli attacchi erano diminuiti da quando il sedicente Stato Islamico è stato sconfitto nel 2017. Nonostante la sconfitta sul campo di battaglia però, in Iraq così come in Siria persistono cellule dell’organizzazione che continuano ad operare soprattutto nelle regioni desertiche del Paese. Circa 3.500 truppe straniere sono ancora di stanza in Iraq, compresi 2.500 statunitensi.

L’attacco al mercato arriva pochi giorni prima della visita negli Stati Uniti del primo ministro iracheno Mustafa al-Kadhimi, che sarà ricevuto dal presidente americano Joe Biden lunedì 26 luglio. L’incontro tra il premier iracheno e il capo della Casa Bianca è il quarto meeting del percorso che è stato denominato “dialogo strategico” in cui si discuterà delle relazioni bilaterali. Il 7 aprile, durante un altro di questi incontri era stato stabilito che le truppe da combattimento statunitensi, impegnate nella lotta allo Stato Islamico, abbandoneranno l’Iraq, mentre le forze degli USA continueranno a fornire consulenza e addestramento.

*In copertina foto dell’attentato da Twitter

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