Al G20 in Brasile aria di protezionismi

Le tematiche ambientali, e la lotta globale alla fame sono stati messi in secondo piano dalle due guerre in corso in Ucraina e Medio Oriente

di Maurizio Sacchi

Alla conclusione del vertice del G20 appena tenutosi in Brasile le tematiche ambientali, e la lotta globale alla fame sono stati messi in secondo piano dalle due guerre in corso in Ucraina e Medio Oriente, temi che vengono ora affrontati dal più ristretto G7 in Italia. Ma qualcosa è accaduto e ne diamo brevemente conto.

I Paesi membri del G20 sono Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sudafrica, Corea del Sud, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti. La Spagna fa parte del G20 come ospite permanente. Gli stati membri del G20 sono responsabili dell’85 percento della produzione economica globale, secondo i dati della Banca Mondiale. I temi in agenda -ambiente e cibo- sono stati condizionate dalla imminente svolta protezionistica degli Stati uniti, che pare innescare una reazione simile anche da altri Paesi. Questo si è visto anche nella opposizione della  premier italiana Giorgia Meloni sull’accordo con i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay.) per incrementare l’esportazione di prodotti agricoli verso l’Unione europea.

Anche il presidente francese Emmanuel Macron si oppone a un accordo di libero scambio Ue-Merecosur con argomentazioni incentrate sul mantenimento degli standard di qualità dei prodotti, in particolare della carne, e sulla protezione degli agricoltori francesi dalla prospettiva di importazioni a basso costo. Le obiezioni della Francia hanno generato una risposta in Brasile, patria di giganti della carne come JBS e Marfrig Global Foods, e uno dei paesi che compongono il blocco del Mercosur, insieme ad In mezzo al boicottaggio di Carrefour in Francia, i gruppi industriali brasiliani hanno minacciato di interrompere la fornitura di carne ai negozi nei loro mercati nazionali.

L’agenda della Cina si concentra principalmente sulla sua Belt and Road Initiative, progetto infrastrutturale globale che è centrale per la sua strategia economica. Al vertice del 2023 è stato lanciato il corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, una rete ferroviaria e portuale che collega l’India all’Europa attraverso il Medio Oriente. Questa iniziativa è vista da alcuni come una sfida significativa alla Belt and Road, e si pone come un altro indizio della futura politica commerciale degli Usa. Le relazioni di Pechino con il Brasile hanno avuto un momento critico dopo che quest’ultimo ha scelto di non aderire alla Nuova via della seta.

Nonostante ciò, le collaborazioni industriali potrebbero ancora essere all’orizzonte, in particolare dopo la  visita di Stato a Brasilia di Xi Jinping. La Cina ha superato gli Stati uniti come principale mercato di esportazione del Brasile nel 2009. Da allora, i legami tra le due nazioni si sono rafforzati in termini di commercio e investimenti e la settimana scorsa i due leader hanno firmato 37 accordi in settori che vanno dal commercio e turismo all’agricoltura, industria, scienza e tecnologia, salute, energia e cultura. Ciò riflette una tendenza più ampia: la scorsa settimana, Xi ha inaugurato un megaporto da 1,3 miliardi di dollari in Perù, forse il segnale più chiaro del riorientamento dell’America Latina.

in copertina foto di famiglia del G20, da wikipedia

Sotto la Belt and Road Initiative

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