Ancora sangue a Mogadiscio

Un attacco nell'ufficio del sindaco ha ucciso sei funzionari e mancato per un pelo l'inviato speciale Onu. La scia di morte non si ferma

Scia di sangue senza fine in Somalia. L’ultimo attentato è avvenuto a Mogadiscio nella giornata di ieri, mercoledì 24 luglio, quando una donna si è fatta esplodere  nell’ufficio del sindaco, Abdirahman Omar Osman, uccidendo sei funzionari del governo. Il sindaco è stato trasferito in Turchia per le cure.

L’attentato è stato rivendicato dal gruppo al-Shabab, che pare che avesse in mente di colpire l’inviato speciale Onu per la Somalia, James Swan, che aveva fatto visita poco prima al sindaco.

Quello di ieri è solo l’ultimo di una serie di attacchi che non vede la fine. Due hotel sono stati presi di mira nell’ultimo mese. Il 13 luglio l’hotel Asasey di Chisimaio ha subito un assedio durato 12 ore e cha ha provocato decine di morti, tra cui politici e notabili riuniti in vista delle elezioni presidenziali della regione semi autonoma dello Jubaland, uomini d’affari e giornalisti internazionali.  Un altro hotel è stato attaccato il 22 luglio, non lontano dall’aeroporto della capitale somala.

I terroristi di al-Shabab, gruppo affiliato a al-Qaeda, imperversano in Somalia con attacchi frequenti da quando, circa dieci anni fa, il gruppo ha dichiarato guerra al governo centrale somalo, ritenuto colpevole di essere sostenuto dall’Occidente. L’attacco più drammatico risale all’ottobre 2017 quando un camion bomba provocò 512 morti e 316 feriti.

di red/Al.Pi.

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