di Alice Pistolesi
Dopo anni di cessate il fuoco, il ritorno alle armi. Questa mattina l’esercito marocchino è penetrato nella zona cuscinetto di Guerguerat per interrompere il blocco al traffico che da tre settimane è stato imposto dai manifestanti saharawi.
Secondo l’agenzia di stampa saharawi Wesa Times gli scontri non hanno provocato vittime, sono durati circa 35 minuti e sono per il momento interrotti. La situazione rischia però di peggiorare velocemente. Pare infatti che l’esercito saharawi abbia ordinato di inviare più rinforzi e attrezzature pesanti, mentre le unità dell’Esercito di Liberazione si stiano mobilitando per intervenire in qualsiasi momento. Secondo una fonte del ministero della Difesa saharawi, riportato da Wesa Times, le unità di difesa aerea, i corpi di fanteria e le unità di ingegneria del primo e del settimo lato militare sono stati messi in allerta, in attesa di quanto potrebbe accadere nelle prossime ore.
Gli scontri costituiscono una violazione del cessate il fuoco concordato nel 1991. Il Fronte Polisario ha dichiarato in un comunicato uscito questa mattina e che riportiamo al termine dell’articolo: “L’operazione, considerata una flagrante violazione dell’accordo, costituisce un attacco diretto contro il popolo saharawi e pone quest’ultimo e il suo movimento di liberazione nazionale, il Fronte Polisario, nella posizione di legittima difesa della sovranità e dell’integrità territoriale del Rasd”.
“Il Fronte Polisario e il Governo Saharawi – si legge- ritengono il Regno del Marocco pienamente responsabile di tutte le pericolose conseguenze di questo attacco alla sicurezza e stabilità della regione, e del futuro dell’Accordo di Pace che da anni è bloccato a causa del mancato rispetto del referendum sull’autodeterminazione, che è l’unico patto e accordo firmato tra le parti sotto la doppia supervisione delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana”.
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Da parte sua il ministero degli Affari esteri marocchino ha rilasciato una dichiarazione, riportata da El Pais, in cui afferma di non avere altra alternativa che “assumersi le proprie responsabilità” per ripristinare la libera circolazione civile e commerciale e accusa l’organizzazione saharawi di aver commesso atti di “banditismo” e di aver “molestato continuamente gli osservatori della Minurso”.
Il ministero degli Esteri ha poi dichiarato che Rabat aveva regolarmente informato il segretario generale dell’Onu, António Guterres e che aveva dato tutto il tempo necessario per far uscire il Polisario dalla zona di Guerguerat. Il Marocco quindi ritiene di aver agito “in perfetto accordo con il diritto internazionale” e aggiunge che “Il Polisario si assume, da solo, l’intera responsabilità e tutte le conseguenze”.
Nei giorni scorsi l’Unione Africana aveva richiamato le parti alla calma. Il presidente Cyril Ramaphosa, aveva chiesto un “ritorno ai negoziati” dalle parti e il rispetto dei termini del piano di insediamento tra Unione Africana e Nazioni Unite, che include sia un cessate il fuoco che un referendum sull’autodeterminazione per il popolo saharawi.
Il valico di frontiera di Guerguerat che separa la Mauritania dalle aree occupate dal Marocco nel Sahara occidentale rappresenta una rotta commerciale strategica, perché l’unica via di accesso commerciale tra Marocco e Mauritania. Il 21 ottobre 2020, in segno di protesta, la breccia di El Guergueret è stata chiusa al traffico, in entrambe le direzioni, dagli attivisti della società civile saharawi.
L’idea di aprire una breccia nella regione di El Guergueret risale al 2001. Nei suoi rapporti al Consiglio di Sicurezza il Segretario Generale delle Nazioni Unite aveva già riconosciuto la natura illegale della costruzione di un strada asfaltata che attraversa la zona cuscinetto: “Il mio Rappresentante Speciale Sig. William Eagleton e il Comandante della Forza hanno richiamato l’attenzione dei loro contatti civili e militari marocchini sul fatto che la costruzione proposta poneva problemi delicati e che alcune delle attività le aziende potrebbero violare l’accordo di cessate il fuoco”.
La breccia di El Guergueret ha consentito negli anni il passaggio di persone, ma anche e soprattutto di merci, in particolare dei prodotti agricoli coltivati nel Sahara Occidentale. La protesta di questi giorni, nata per porre l’attenzione su quello che i saharawi definiscono il ‘saccheggio’ di merci e risorse del Sahara occidentale da parte del Marocco, si è quindi estesa ed ha investito anche la questione autodeterminazione.
Il 1 novembre, infatti, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riuniva per decidere se rinnovare il mandato della missione Minurso. Il Consiglio ha rinnovato il mandato, ma nel testo della sua risoluzione non ha nemmeno menzionato la parola referendum, alimentando così gli animi dei saharawi costretti a vivere, da quarantacinque anni, senza il riconoscimento del proprio diritto all’autodeterminazione.
Il comunicato integrale del Fronte Polisario
Bir Lahlou, 13 novembre 2020
Oggi, venerdì 13 novembre, le forze armate marocchine hanno deliberatamente violato l’accordo di cessate il fuoco firmato tra le due parti in conflitto nel Sahara occidentale (Fronte Polisario e Marocco) inviando forze militari attraverso tre rotte a est del divario illegale di Guerguerat con azioni contro i civili saharawi che manifestavano pacificamente nelle zone dal 21 ottobre. L’operazione, considerata una flagrante violazione dell’accordo, costituisce un attacco diretto contro il popolo saharawi e pone quest’ultimo e il suo movimento di liberazione nazionale, il Fronte Polisario, nella posizione di legittima difesa della sovranità e dell’integrità territoriale del RASD. L’Esercito popolare di liberazione saharawi ha iniziato a rispondere con la necessaria fermezza a questa violazione e all’ostile marcia marocchina che dalle sue radici rappresenta una grave battuta d’arresto dell’accordo di cessate il fuoco. Il Fronte Polisario e il Governo Saharawi ritengono il Regno del Marocco pienamente responsabile di tutte le pericolose conseguenze di questo attacco alla sicurezza e stabilità della regione, e del futuro dell’Accordo di Pace che da anni è bloccato per il mancato rispetto del referendum sull’autodeterminazione, che è l’unico patto e accordo firmato tra le parti sotto la doppia supervisione delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana.
Il Comunicato integrale del Ministero degli Affari Esteri del Marocco
Rabat 13/11/2020
Dopo essersi impegnato alla massima moderazione, di fronte alle gravi e inaccettabili provocazioni a cui le milizie del “Polisario” si sono dedicate nella zona cuscinetto di Guergarate nel Sahara marocchino, il Regno del Marocco non ha avuto altra scelta che assumersi le proprie responsabilità per porre fine alla situazione di blocco generata da questi atti e ripristinare la libera circolazione civile e commerciale.
Il “Polisario” e le sue milizie, che si sono introdotte nella zona dal 21 ottobre 2020, vi hanno compiuto atti di banditismo, bloccato la circolazione di persone e merci su quest’asse stradale, e importunato continuamente gli Osservatori militari della Minurso.
Queste azioni documentate costituiscono veri e propri atti premeditati di destabilizzazione, che alterano lo status della zona, violano gli accordi militari e rappresentano una reale minaccia al mantenimento del cessate il fuoco. Minano ogni possibilità di una ripresa del processo politico auspicata dalla Comunità internazionale.
Dal 2016 il “Polisario” ha moltiplicato questi atti pericolosi e intollerabili in tale zona cuscinetto, in violazione degli accordi militari, a dispetto dei richiami all’ordine lanciati dal Segretario Generale dell’ONU e in violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, in particolare 2414 e 2440, che ha ordinato al “Polisario” di “porre fine” a questi atti destabilizzanti.
Il Regno del Marocco ha immediatamente allertato e regolarmente informato di questi gravissimi sviluppi il Segretario Generale dell’Onu e gli alti funzionari delle Nazioni Unite. Ha anche chiamato come testimoni i membri del Consiglio di sicurezza e della Minurso, nonché diversi stati vicini.
Il Regno del Marocco ha dedicato tutto il tempo necessario ai buoni uffici del Segretario generale delle Nazioni Unite e della Minurso, affinché il “Polisario” interrompesse le sue azioni destabilizzanti e lasciasse la zona cuscinetto di Guergerate.
Tuttavia, gli appelli della Minurso e del Segretario generale delle Nazioni Unite, nonché gli interventi di diversi membri del Consiglio di sicurezza, sono purtroppo risultati vani.
Il Marocco ha quindi deciso di agire, conformemente alle proprie attribuzioni, in virtù dei propri doveri e nel pieno rispetto della legalità internazionale. Solo il “Polisario” si assume la piena responsabilità e tutte le conseguenze.
*In copertina un’immagine degli scontri del 13 novembre (da Wesa Times)
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