Armi italiane: affari nostri

di Ilario Pedrini

L’Italia è al nono posto l’esportazione di armi nel mondo. Tradotto in guadagni, in entrate, si parla di 700 milioni di dollari (dati riferiti al 2014). Il principale acquirente è l’Algeria, che ha garantito al nostro Paese 163 milioni di euro. Fra i nostri acquirenti ci sono poi la Turchia (102 milioni di dollari equivalenti a 90 milioni di euro) e Israele con 77 milioni di dollari (68 milioni di euro). «L’Italia ha venduto all’Algeria otto elicotteri Aw139, 25 missili terra-aria, due motocannoniere, un sistema di localizzazione, sei radar Ags, una nave cacciamine» si legge su Cronaca Dossier. «A niente è valso l’embargo sugli armamenti per alcuni Paesi come la Libia. Oggi, la stessa Libia è diventata la fonte primaria del traffico illegale di armi verso molti Paesi del Nord Africa e anche del Medio Oriente». L’Algeria è diventata una tappa per il viaggi della speranza di molti migranti subsahariani diretti in Europa. «Le autorità – scrive Internazionale – parlano di ventimila migranti irregolari, mentre le associazioni che lavorano sul campo parlano di più di centomila migranti subsahariani che si trovano al momento in territorio algerino. Partiti dal Camerun, dalla Nigeria, dal Mali o dalla Costa d’Avorio con l’obiettivo di raggiungere l’Europa, si fermano in Algeria. Ci rimangono per alcuni mesi o anche anni, il tempo di rimettere insieme un po’ di soldi per proseguire il viaggio. Oltre alla vicinanza con l’Europa, dal 2011 altri fattori hanno reso l’Algeria una destinazione attraente per chi vuole partire: la paura delle violenze in Libia, il peggioramento della situazione economica in Tunisia, dove è più difficile trovare lavoro, ma anche la guerra in Mali». Nel 2013, l’Italia ha venduto armi alla Libia per un totale di 3 milioni di dollari. Fra gli altri Paesi destinatari degli armamenti prodotti nel Bel Paese ci sono anche Arabia Saudita, Kuwait, e Qatar. «Secondo dati del Dipartimento USA, ammontano a 40 milioni di dollari in due anni i finanziamenti all’Isis da Arabia Saudita, Kuwait, e Qatar (tutte nazioni con le quali le imprese italiane intessono affari) e la quantità e la varietà delle armi usate dallo “Stato islamico” sono l’esempio da manuale di come commerci irresponsabili di armi alimentino atrocità di massa. Non possiamo lamentarci che il Mediterraneo ed il Medio Oriente siano una polveriera di conflitti quando siamo anche noi responsabili di molte delle forniture di armi. Anche il continente africano è un mercato prospero per armi e armamenti. Armi che girano il mondo e poi finiscono nelle mani di gruppi estremisti, di rivoltosi e di terroristi».

 

(dati Stockholm International Peace Research Institute)

http://www.cronacaedossier.it/

http://www.internazionale.it/foto/2016/05/04/migranti-algeria-foto

foto tratta da http://www.cogitoergo.it/langola-fa-incetta-di-armi-italiane/

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