Armi. L’America in guerra con se stessa

Sette persone uccise  il 4 luglio, un afroamericano disarmato crivellato dalla polizia, un popolo armato e 30mila morti l'anno. Mentre il processo sull'assalto al Congresso aumenta la tensione

di Maurizio Sacchi

Sette persone sono morte per una sparatoria durante la parata per la festa nazionale del 4 luglio a Highland Park, un sobborgo benestante di circa 30.000 abitanti sulla costa nord di Chicago. Robert Crimo III, un bianco di 21 anni, è stato arrestato dalla polizia lunedì sera dopo una caccia all’uomo durata ore. Altre decine di accuse pendono su Crimo  che rischia l’ergastolo se riconosciuto colpevole. Crimo ha aperto il fuoco da un tetto, e oltre ai 7 morti si contano  almeno 30 feriti,  mentre centinaia di persone si sono date alla fuga terrorizzate. La polizia ha rivelato di aver sequestrato nel 2019 16 coltelli, un pugnale e una spada a Crimo, dopo che un parente aveva detto agli agenti che Crimo aveva minacciato di “uccidere tutti”. All’inizio dello stesso anno, qualcuno aveva riferito alla polizia che Crimo aveva tentato il suicidio. Malgrado questi precedenti, il giovane aveva  potuto acquistare legalmente diverse armi, tra cui i due fucili con cui é stata compiuta la strage.

Questo, pochi giorni dopo che il Presidente Biden aveva firmato la più importante misura restrittiva sulle armi da fuoco approvata dal Congresso degli ultim 30 anni. Ma nemmeno se queste norme fossero state vigenti avrebbero impedito l’eccidio.  L’ Illinois è  uno Stato con leggi relativamente restrittive sulle armi, ma che confina con Stati in cui le armi da fuoco sono molto più facili da reperire. Malgrado il ripetersi di questi tragici episodi, il Congresso si oppone all’adozione di misure federali restrittive, lasciando ampia libertà ai singoli Stati. Si stima che negli Stati Uniti ci siano 120,5 armi da fuoco civili ogni 100 persone. Nel 2018, 36.000 persone sono morte negli Stati Uniti a causa delle armi da fuoco. Oltre il 75% dei bambini di prima e seconda elementare sa dove i genitori tengono le armi da fuoco e il 36% ha ammesso di averle maneggiate. Il 43% delle famiglie statunitensi possiede una o più armi da fuoco.

Ogni anno negli Stati Uniti si registra una media di 33mila omicidi legati alle armi da fuoco. Alcune morti sono omicidi a bruciapelo, molte sono suicidi e molte morti legate alle armi avvengono per caso, a causa di comportamenti negligenti o di bambini che mettono le mani sulle armi e sparano senza saperlo. Molti Stati degli USA non hanno leggi severe sulle armi da fuoco o regole rigorose sul possesso di armi. Di conseguenza, un gran numero di lesioni legate alle armi si verifica negli Stati in cui le leggi sul  controllo delle armi sono più blande. Le statistiche sulla violenza da armi da fuoco negli Stati Uniti sono allarmanti. Circa il 72% di tutti gli omicidi avvenuti in tutto il Paese sono dovuti all’uso di armi da fuoco. Secondo il Dipartimento di Giustizia, il 60% dei decessi per arma da fuoco negli adulti avviene per suicidio. Negli Stati Uniti si registrano più di 33.000 morti per arma da fuoco all’anno. Nel 2017 si sono verificati 39.773 decessi causati da armi da fuoco, il numero più alto dal 1986.

In questo scenario, un reportage della Cnn rivela che il giovane afroamericano Jayland Walker ucciso da poliziotti con 60 colpi di pistola  ad Akron, in Ohio , era ammanettato quando il suo cadavere è arrivato all’ufficio del medico legale per l’autopsia. Questo é avvenuto al termine di un inseguimento, prima in auto e poi a piedi. Walker, disarmato, era fuggito dopo un’infrazione stradale. Si tratta anche in questo caso dell’ennesimo episodio di una lunga serie di omicidi di afroamericani da parte della polizia. Anche per questo il sostegno al movimento Black Lives Matter rimane particolarmente diffuso tra i neri americani: l’83% esprime almeno un certo sostegno, con il 58% che dichiara di sostenere fortemente il movimento. Anche le maggioranze più piccole di adulti asiatici (68%) e ispanici (60%) esprimono il loro sostegno, rispetto al 47% degli adulti bianchi. Circa tre americani su dieci o meno, tra asiatici, ispanici e bianchi, affermano di sostenere fortemente il movimento Black Lives Matter. 

Un clima molto teso

Più di otto democratici e indipendenti di orientamento democratico su dieci (85%) esprimono almeno un certo sostegno, compreso il 48% che sostiene fortemente il movimento. Al contrario, la maggior parte dei repubblicani e di coloro che si avvicinano al Partito Repubblicano (78%) dichiara di opporsi al movimento Black Lives Matter, con il 58% che si dichiara fortemente contrario. Tutto questo consegna l’immagine di un’America lacerata, armata e in guerra con se stessa. In questo scenario, avanza l’inchiesta parlamentare sull’assalto al Congresso. La commissione parlamentare che indaga sull’insurrezione del 6 gennaio ha emesso un mandato di comparizione per l’ex consigliere della Casa Bianca Pat Cipollone, la cui opposizione  ai piani di Donald Trump per ribaltare la sconfitta elettorale del 2020 lo ha reso un testimone fondamentale.

In qualità di avvocato di punta di Trump alla Casa Bianca, Cipollone ha partecipato a riunioni chiave nelle settimane successive alle elezioni, quando Trump e i suoi collaboratori – tra cui l’avvocato ed ex sindaco repubblicano di New York Rudy Giuliani – hanno discusso e complottato per ribaltare il risultato elettorale. La commissione, afferma che Cipollone potrebbe avere informazioni su diversi sforzi degli alleati di Trump per sovvertire il Collegio elettorale. Il rappresentante del Mississippi Bennie Thompson, presidente democratico della commissione, e la rappresentante del Wyoming Liz Cheney, vicepresidente repubblicana della commissione, hanno dichiarato che “qualsiasi preoccupazione del signor Cipollone sulle prerogative istituzionali dell’ufficio che ha precedentemente ricoperto [come avvocato potrebbe appellarsi al segreto professionale]  è chiaramente superata dalla necessità della sua testimonianza. Non abbiamo altra scelta che emettere questo mandato di comparizione“, ha scritto Thompson in una lettera a Cipollone.

Il 3 gennaio, tre giorni prima dell’assalto al Congresso che causò  almeno 7 vittime, Cipollone aveva avvertito che ci sarebbero state “serie conseguenze  legali se Trump avesse accompagnato i manifestanti al Campidoglio, dicendo: “Dobbiamo assicurarci che questo non accada“. La mattina del 6 gennaio, Cipollone aveva esortato Hutchinson, allora assistente del capo dello staff Mark Meadows, a “tenersi in contatto” su eventuali movimenti del presidente e “per favore, Cassidy, assicurati che non andiamo in Campidoglio”.

Il coinvolgimento di Cipollone si deve all’’ex assistente della Casa Bianca Cassidy Hutchinson, che ha indicato  Cipollone come teste chiave, raccontando come a un certo punto sia arrivato “di corsa nel corridoio” per una conversazione urgente con Meadows. “Ricordo che Pat gli disse qualcosa del tipo: “I rivoltosi sono arrivati al Campidoglio, Mark. Dobbiamo andare subito dal Presidente [perché fermi l’assalto] Mark lo guardò e disse: “Non vuole fare nulla, Pat””. La Hutchinson ha raccontato di aver sentito Meadows dire a Cipollone che Trump era solidale con i rivoltosi, che “volevano impiccare” l’allora vicepresidente Mike Pence per il suo rifiuto di cercare di fermare la certificazione della vittoria elettorale di Joe Biden. 

Le stragi,e l’impossibilità di adottare leggi sul controllo delle armi,  Black lives matter, e il permanente atteggiamento razzista nelle polizie,  l’assalto al Congresso, e la sentenza della Corte suprema che ha di fatto abolito il diritto all’interruzione di gravidanza sono temi centrali e divisivi che spaccano in due gli Stati uniti, un Paese in armi. Con una media di 33mila morti all’anno per arma da fuoco, definire una guerra interna quel che succede nella repubblica stellata non è quindi un iperbole. Una guerra che ora divide in due fronti nettamente definiti tutta la società, e che pare destinata a durare a lungo. Nemmeno le stragi, infatti, che il presidente Biden ha definito “una pandemia”, riescono a smuovere le coscienze e le statistiche che abbiamo indicato. Ed è difficile immaginare cosa mai potrà arrestare quest’ondata di odio e di violenza.

In copertina due Winchester: simbolo del secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America che garantisce il diritto di possedere armi 

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