Armi: trasparenza e vendita di un settore in crescita

Non solo legislazioni spesso opache ma i rischi connessi a forme di acquisizione sempre più difficili da indagare. L'allarme del Sipri sul private equity 

di Vanniro Gigamonti

Ad oggi i dati del commercio delle armi e dei servizi a carattere militare sono ancora accessibili ed è possibile realizzare un resoconto abbastanza dettagliato sul livello di produzione ed il relativo ricavato. Ma l’opinione pubblica – avverte un rapporto dello Stockholm International Peace Institute (Sipri) – potrebbe non accedere ad una quantità significativa di dati se il fenomeno degli acquisti di imprese produttrici di armi da parte di società di Private Equity crescerà nei prossimi anni. Il monito del Sipri è contenuto nell’ultimo rapporto pubblicato agli inizi di dicembre secondo cui per il settimo anno consecutivo il ricavato della vendita delle armi continua a crescere: i dati si riferiscono al 2021, l’anno seguente allo scoppio della pandemia del Covid-19, quando la crisi della catena di distribuzione e approvvigionamento ha limitato le possibilità del mercato e ancora non era scoppiata la guerra in Ucraina.

Il report infatti spiega che, già dal 2021, parte dei dati sulle vendite di armi non sono accessibili a causa di obblighi meno stringenti per gli investitori privati: “Le società di Private Equity – dice il Sipri – stanno diventando sempre più attive nell’industria delle armi, in particolare negli Stati Uniti. Ciò potrebbe influire sulla trasparenza dei dati sulle vendite, a causa di requisiti di rendicontazione finanziaria meno rigorosi rispetto alle società pubbliche”.

Per comprendere il significato dell’avvertimento del Sipri bisogna capire in cosa consiste la loro attività economico-finanziaria: il private equity è una forma di investimento di medio-lungo termine in imprese non quotate ad alto potenziale di sviluppo e crescita (high grow companies) effettuata prevalentemente da investitori istituzionali con l’obiettivo di ottenere un consistente guadagno in conto capitale dalla vendita della partecipazione acquisita o dalla quotazione in borsa. Ma non deve trarre in inganno l’espressione “investitore istituzionale”, termine che si riferisce a un generico soggetto privato che investe risorse finanziarie per conto di altri, come ad esempio i fondi comuni di investimento o i fondi pensione. Questi soggetti privati quindi, al fine di ottenere un guadagno, si immettono nei mercati che reputano più promettenti. Quello delle armi sembra essere allettante visto che queste società sono “sempre più attive nel settore”, commenta il Sipri.

Gli obblighi di rendicontazione, ovvero del processo di resoconto delle spese effettivamente sostenute dal soggetto beneficiario, e dagli eventuali partner, per la realizzazione dell’iniziativa progettuale finanziata sono stringenti per le società pubbliche e più flessibili per quelle private. Questa situazione “potrebbe influire sulla trasparenza dei dati”, aggiunge il rapporto: l’eventualità impedirebbe infatti la conoscenza di informazioni significative sul mercato delle armi, ovvero la possibilità di sapere chi acquista ed in quali quantità. In questo modo i rapporti tra Paesi, in un aspetto rilevante come quella dei conflitti, sfuggirebbe al controllo dell’opinione pubblica. Le azioni sarebbero ulteriormente deresponsabilizzate ed un nuovo tassello di inconoscibilità si andrebbe ad aggiungere alla complessità del presente.

Non c’è solo il Sipri per altro ad esprimere dubbi sulla trasparenza dei private equity come spiega un articolo di Insituttional Investor, sitoweb dedicato al settore, che cita un’inchiesta del Private Equity Stakeholder Project in collaborazione con Americans for Financial Reform Education Fund, due organizzazioni senza scopo di lucro, che hanno pubblicato una valutazione di luci e ombre del private equity in un un rapporto che elenca e classifica le prime otto società di acquisizione di private equity investite in petrolio e gas.

Munizione(2022, September 25). In Wikipedia

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