Assalto al Parlamento di Brasilia

In 3mila dentro al Congresso, distrutti i mobili. Il partito di Lula chiede l'intervento delle forze dell'ordine.   

I sostenitori dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro hanno invaso la Corte Suprema, l’edificio del Congresso e circondato il palazzo presidenziale a Brasilia. Migliaia di manifestanti hanno fatto irruzione negli edifici e sono stati visti in televisione mentre distruggevano i mobili all’interno della Corte Suprema e del Congresso brasiliano. I media locali stimano che siano coinvolte circa 3.000 persone.

Lula si trovava a San Paolo per il fine settimana e per un viaggio all’interno dello Stato, mentre Bolsonaro ha lasciato il Brasile per la Florida 48 ore prima della scadenza del suo mandato. In un replay quasi perfetto, a un anno di distanza dall’invasione del 6 gennaio 2021 del Campidoglio degli Stati Uniti da parte dei sostenitori dell’ex presidente americano Donald Trump,.

Come nel caso degli Stati uniti, i manifestanti contestano il risultato delle elezioni del 30 ottobre, in cui la sinistra di Luiz Inacio Lula da Silva ha battuto Bolsonaro. L’ex Presidente ha ripetutamente messo in dubbio, senza prove, la credibilità del sistema di voto elettronico del Paese e molti dei suoi sostenitori più accaniti gli credono. Il Partito dei Lavoratori di Lula ha chiesto all’ufficio del procuratore generale di ordinare alle forze di pubblica sicurezza di intervenire per contenere i manifestanti.

Aggiornamento delle 11.30

Secondo la polizia del Brasile, almeno 300 persone sono state arrestate dopo l’assalto al Parlamento e alla Corte suprema di Brasilia da parte  di migliaia di sostenitori di Bolsonaro che si rifiutano di accettare la sua sconfitta elettorale. Al momento non si parla di morti o feriti per l’assalto di domenica, ma gli invasori hanno lasciato gravi danni, lanciando mobili attraverso le finestre del palazzo presidenziale, inondando parti del Congresso con un sistema di irrigazione e mettendo a soqquadro le sale cerimoniali della Corte Suprema.

In una conferenza stampa dallo Stato di San Paolo, Lula ha accusato Bolsonaro di aver incoraggiato i disordini, ha definito gli assalitori “fanatici fascisti”, e ha emesso un decreto con cui assegna al governo federale il controllo della sicurezza a Brasilia ed è tornato in città per visitare gli edifici saccheggiati. Alcuni video sui social media avevano mostrato una presenza limitata della polizia militare della capitale, uno di essi mostrava gli agenti impassibili mentre la gente si riversava al Congresso, e un altro che usava il suo telefono per registrare le immagini.

Bolsonaro, che non ha ancora ammesso la sconfitta e che si trova in Florida da due settimane, è rimasto in silenzio per quasi sei ore. Solo dopo le accuse di Lula, ha pubblicato un tweet in cui denunciava “saccheggi e invasioni di edifici pubblici” e affermava di respingere le accuse del Presidente. A Brasilia, il governatore Ibaneis Rocha, un alleato di lunga data di Bolsonaro, sotto accusa per le carenze di sicurezza di domenica, ha dichiarato di aver licenziato il suo capo della polizia, Anderson Torres. Torres, che in precedenza era stato ministro della Giustizia di Bolsonaro, si trovava a Orlando, in Florida, dove l’ex presidente sta soggiornando e ha dichiarato di non aver avuto alcun incontro con Bolsonaro.

L’ufficio del procuratore generale ha dichiarato di aver chiesto alla Corte Suprema di emettere mandati di arresto per Torres “e per tutti gli altri funzionari pubblici responsabili di atti e omissioni” che hanno portato ai disordini. Ha inoltre chiesto all’Alta Corte di autorizzare l’uso di “tutte le forze di pubblica sicurezza”. Nella sua conferenza stampa, Lula ha detto che c’è stata “incompetenza o malafede” da parte della polizia brasiliana e ha promesso che gli agenti saranno puniti ed espulsi dal corpo.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito gli eventi un “attacco alla democrazia e al trasferimento pacifico del potere” e ha assicurato che le istituzioni democratiche del Brasile hanno il pieno sostegno di Washington. ”Dobbiamo essere solidali con il governo democraticamente eletto [di Lula]” é la posizione della deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez. “Gli Stati Uniti devono smettere di concedere rifugio a Bolsonaro in Florida”. Il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha dichiarato la sua “condanna assoluta“, mentre il Presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto il rispetto delle istituzioni brasiliane e ha inviato a Lula “l’incrollabile sostegno della Francia”. Il presidente cileno Gabriel Boric ha denunciato un “vile e codardo attacco alla democrazia” e il messicano Andres Manuel Lopez Obradorlo ha definito un “riprovevole tentativo di colpo di Stato“.

Nell’immagine una foto ufficiale dell’ex-presidente Jayr Bolsonaro

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