Di Redazione
NEW YORK, 10 ottobre 2025 – Si sono concluse le audizioni dedicate alla questione del Sahara Occidentale presso la Quarta Commissione delle Nazioni Unite per la Politica Speciale e la Decolonizzazione, riunita nell’ambito dell’80ª Assemblea Generale.
Nel corso delle tre giornate di interventi – dal 7 al 10 ottobre – sono state ascoltate 196 petizioni provenienti da attivisti, organizzazioni della società civile e rappresentanti istituzionali di diversi Paesi.
Molte hanno ribadito con forza un principio fondamentale del diritto internazionale: il popolo saharawi ha il diritto inalienabile all’autodeterminazione e all’indipendenza, come sancito dagli Articoli 1 e 55 della Carta delle Nazioni Unite e dalle Risoluzioni dell’Assemblea Generale e del Consiglio di Sicurezza sul processo di decolonizzazione del Sahara Occidentale.
Tra i partecipanti, anche una delegazione italiana composta dall’onorevole Stefano Vaccari, Presidente dell’Intergruppo parlamentare Amici del Popolo Saharawi; Simone Bolognesi, Presidente dell’Associazione Città Visibili di Campi Bisenzio, in rappresentanza della Rete Saharawi; e Lorenzo Favilli, Consigliere comunale di Fucecchio e socio dell’Associazione Hurria.
Durante gli interventi, la delegazione ha riaffermato la posizione storica delle Nazioni Unite, secondo cui il Sahara Occidentale resta un Territorio non autonomo in attesa di decolonizzazione, e che il Fronte Polisario è riconosciuto quale unico legittimo rappresentante del popolo saharawi.
È stato ricordato che la risoluzione 1514 (XV) dell’Assemblea Generale – “Dichiarazione sull’indipendenza dei Paesi e dei Popoli coloniali” – stabilisce che ogni popolo ha il diritto imprescrittibile di determinare liberamente il proprio futuro.

Le audizioni hanno anche posto l’accento sulle violazioni economiche e umanitarie che continuano a interessare i Territori occupati. In particolare, è stato denunciato il sfruttamento illegittimo delle risorse naturali da parte del Regno del Marocco – dai fosfati di Bou Craa alla pesca e all’agricoltura – e il loro utilizzo in accordi commerciali con l’Unione Europea, nonostante le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (2016, 2018, 2021, 2024) abbiano dichiarato nullo qualsiasi accordo applicato al Sahara Occidentale senza il consenso del popolo saharawi.
Nel corso dei lavori, la solidarietà italiana è stata citata come esempio concreto di diplomazia umanitaria.
Oltre duecento enti locali italiani hanno infatti partecipato, nell’estate 2025, al programma dei Piccoli Ambasciatori di Pace Saharawi, accogliendo bambini e accompagnatori provenienti dai campi profughi di Tindouf.
Un gesto che la delegazione ha definito “una pratica di pace quotidiana che traduce in azione i principi della Carta delle Nazioni Unite”.
La rappresentanza italiana ha partecipato inoltre a una serie di incontri multilaterali con delegazioni provenienti da USA, Uk, Slovenia, Sud Africa, Italia, Algeria, Danimarcae e SG – Peacekeeping Mission al fine di rafforzare il fronte diplomatico internazionale in vista del rinnovo del mandato della MINURSO (Missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel Sahara Occidentale), previsto per la fine di ottobre.
“Il principio di autodeterminazione non è negoziabile,” ha dichiarato la delegazione, “ed è alla base della legalità internazionale. Indebolire il mandato della MINURSO o piegarlo a logiche di convenienza politica sarebbe un errore storico e un atto contrario alla Carta delle Nazioni Unite.”
La Rete Saharawi ribadisce che nessuna stabilità duratura nell’Africa nord-occidentale sarà possibile senza il pieno riconoscimento del diritto del popolo saharawi a scegliere liberamente il proprio destino.







