Australia, non è un Paese per bimbi

di Tommaso Andreatta

A ogni Paese il proprio dramma nazionale. L’Australia ha quello della chiusura dei confini ai migranti, con carichi di disperati costretti a stare su isole-lager e navi che li riportano indietro. Ma questa è una terra che non si fa mancare nulla e ora l’Australia eccelle anche in materia di pedofilia.

Il premier australiano Malcolm Turnbull ha ringraziato i membri della Commissione di inchiesta che ha raccolto le deposizioni di oltre 15.000 persone e ascoltato a porte chiuse oltre 8.000 vittime di abusi sessuali, in gran parte subiti in istituzioni religiose. Violenze nelle scuole, nelle chiese, nei circoli sportivi, negli orfanatrofi, nelle scuole.

Sotto i riflettori sono finite 4000 istituzioni cattoliche. Oltre 2.500 le segnalazioni effettuate alla polizia e 230 le inchieste avviate, 41.770 chiamate per soccorso e 60.000 sopravvissuti con diritto al risarcimento.  L’Australia, si legge nel report, «è venuta meno in modo grave ai suoi doveri di proteggere i bambini». Non si è trattato, si legge, di poche «mele marce».

Anticipazioni su questa questione erano arrivate nel febbraio scorso, quando il gruppo di lavoro aveva rivelato l’entità del problema: «Il 7% dei religiosi cattolici australiani è stato accusato di abusi sessuali su minori tra il 1950 e il 2010 senza però che i sospettati siano finiti sotto indagine; è stata consuetudine ignorare, o addirittura punire, i bambini che denunciavano le aggressioni; in alcune diocesi la percentuale ha raggiunto il 15% dei sacerdoti sospettati di pedofilia. In totale il 61,8% dei casi segnalati riguardava la Chiesa cattolica» scrive Il Giornale.

L’arcivescovo George Pell è stato ascoltato tre volte ed ha dichiarato di aver «fallito» nella gestione dei sacerdoti pedofili nello stato di Victoria negli anni ’70. Il cardinale Pell era stato chiamato da Papa Francesco alla guida della Segreteria per l’Economia. «Dopo le accuse di pedofilia, il porporato è stato rispedito da Bergoglio in Australia per seguire il processo, dove dovrà rispondere del reato di violenza sessuale. A marzo si deciderà se ci sono prove sufficienti per procedere con il processo».

«Le più grandi istituzioni hanno fallito in modo grave nei loro doveri e in molti casi queste carenze sono state aggravate da una risposta chiaramente inadeguata per le vittime».

Nel rapporto della commissione c’è anche la raccomandazione ai preti di denunciare gli atti di pedofilia ammessi nel segreto del confessionale. «È inaccettabile» scrive l’Osservatore Romano. Anche l’arcivescovo di Melbourne, Denis Hart, ha dichiarato che il segreto confessionale è inviolabile e «non può essere spezzato». «Se qualcuno dovesse confessare un crimine del genere ha detto – non ne potrò rivelare i contenuti. Ma mi rifiuterò di assolverlo».

La proposta – scrive La Stampa – ha suscitato una reazione piccata da parte dei vescovi australiani.

Ciò che viene chiesto è di rendere normale, di trasformare in regola, «la violazione del sigillo sacramentale come sancito dal Codice di Diritto Canonico e dal Catechismo della Chiesa cattolica, il quale afferma che il confessore è vincolato dal segreto assoluto non soltanto per quanto riguarda i peccati ma anche per quanto egli viene a conoscere riguardo alla vita del penitente.

La questione non è di poco conto: «La pena per un sacerdote che viola il segreto della confessione è la scomunica, è una questione spirituale, reale e grave» ha spiegato Hart, sottolineando tuttavia che «se qualcuno confessasse di aver abusato di bambini, lo incoraggerei ad ammettere i suoi crimini al di fuori del confessionale in modo che possano essere riferiti alla polizia».

Il quotidiano Avvenire riporta i desiderata della commissione, che chiede «di verificare se sia possibile che l’assoluzione di un abusatore sia vincolata al fatto che questi si autodenunci alla magistratura. Non solo. La commissione ha anche raccomandato alla Conferenza episcopale di chiedere al Vaticano di modificare il diritto canonico per stabilire il celibato volontario e non più obbligatorio per i sacerdoti”, individuando quindi questa come una delle cause principali della “deriva pedofila».

L’arcivescovo Denis Hart si è scusato a nome della Chiesa per la sofferenza inferta alle vittime.

Papa Francesco ha dichiarato che la Chiesa deve essere luogo di compassione – soprattutto per coloro che hanno sofferto – e ha ribadito che la Chiesa è “impegnata nell’assicurare ambienti che garantiscono la protezione di tutti bambini e adulti vulnerabili”.

 

 

 

 

 

 

 

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/australia-commissione-pedofilia

 

http://www.ilgiornale.it/news/politica/pedofilia-australia-tragedia-nazionale-1474686.html

 

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2017/12/15/premier-australia-pedofilia-e-tragedia_81a73933-42a9-4292-a5a1-ae287797aeb6.html

 

http://www.lastampa.it/2017/12/15/vaticaninsider/ita/nel-mondo/pedofilia-indagine-in-australia-la-chiesa-riveda-celibato-e-segreto-confessionale-Lg3dG5PCBqWepTew1CArsJ/pagina.html

 

http://www.lastampa.it/2017/02/06/vaticaninsider/ita/nel-mondo/australia-il-dei-preti-accusati-di-abusi-il-vescovo-di-sydney-profonda-vergogna-TwnDGWxXh4wfImX4er5tuL/pagina.html

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