Bogotà regolarizza un milione di rifugiati

Coro di elogi internazionali. Ma la violenza intacca il processo di pace

di Maurizio Sacchi

Il Presidente colombiano Iván Duque ha annunciato uno Statuto temporaneo di protezione con una validità di 10 anni che  regolarizza quasi un milione di migranti venezuelani senza documenti già presenti nel Paese. Lo Statuto temporaneo di protezione per i migranti venezuelani (Etpv)  mira a integrare questa grande massa di esuli, e consentire loro un più agevole accesso al lavoro formale, all’istruzione e alla salute, proprio alla vigilia della vaccinazione di massa per immunizzare la popolazione contro il Covid19, che il governo prevede di iniziare il 20 febbraio. Insomma, l’annunciato meccanismo giuridico  regolarizzerà oltre 1,7 milioni di cittadini venezuelani già in Colombia, ma soprattutto i 966.714 che si trovavano in una situazione irregolare nel dicembre 2020. Allo scadere dei dieci anni, se decidessero di rimanere, i cittadini venezuelani potranno richiedere un visto di soggiorno.

La misura permetterà di includere i migranti nei piani di vaccinazione e si proietta ben oltre il mandato di Duque cui resta un anno e mezzo alla guida del Paese. È una decisione coraggiosa, specialmente perché viene da un esecutivo conservatore, quando i partiti di destra nel Mondo intero tendono a fare un discorso anti-immigrazione quando scoprono che è redditizio alle urne. Ma potrebbe attenuare le pressioni internazionali su Duke sulle violenze seguite agli accordi di pace   .

Duque ha presentato l’Etpv come un esempio per altri Paesi della regione, e ha lanciato un appello affinché “la comunità internazionale contribuisca con risorse e strumenti per aiutare la popolazione migrante”. “La Colombia ribadisce il suo amore e il suo sostegno a tutto il popolo venezuelano che è stato vittima di questa tragedia”, ha sottolineato in riferimento al Governo di Nicolás Maduro, con cui si confronta radicalmente. Il Presidente colombiano ha assunto il potere nell’agosto 2018 con la promessa di isolare l’erede di Hugo Chavez, che non riconosce. Il suo sostegno illimitato all’opposizione guidata da Juan Guaidó ha sollevato tensioni tra due Paesi che condividono un confine di oltre 2.200 chilometri di difficile controllo.

L’annuncio ha permesso a Duque di spostare l’attenzione del dibattito pubblico dalla violenza seguita alla carente applicazione degli accordi di pace con la guerriglia, con l’uccisione incessante di leader sociali ed ex combattenti, e mette in secondo piano il ritardo nella vaccinazione da Covid-19 rispetto ad altri Paesi della regione. Il segretario generale dell’Onu António Guterres ha detto: ”Questo importante atto di solidarietà consentirà ad almeno un terzo dei cinque milioni di rifugiati e migranti nella regione di accedere formalmente ai servizi e contribuire all’economia colombiana”. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, l’italiano Filippo Grandi, che ha accompagnato Duke durante l’annuncio alla Casa di Nariño, lo ha definito “il gesto umanitario più importante mai compiuto nel continente dalla Dichiarazione di Cartagena sui Rifugiati del 1984”. Si sono uniti alle congratulazioni il Segretario di stato americano Antony Blinken e l’ambasciatrice dell’Unione europea in Colombia Patricia Llombart, che l’hanno definita “una decisione solidale, coraggiosa e senza precedenti”.

In copertina un’immagine di Bogotà di Victor Rodriguez (Unsplash)

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