Bolsonaro sconfitto alla Camera

Bocciato un emendamento al sistema di voto. Il "Trump dei tropici" mette le mani avanti fiutando la sconfitta nel 2022

Il 10 agosto la Camera dei deputati del Brasile ha bocciato la proposta di emendamento costituzionale per cambiare il sistema di conteggio dei voti alle prossime elezioni presidenziali con 229 voti favorevoli e 519 contrari. Per una riforma di questo tipo è prevista una maggioranza qualificata. Il sistema di voto in vigore, che resterà immutato, prevede l’uso esclusivo di macchine per il voto elettronico situate nei seggi. Questo sistema è stao introdotto nel 1996, e nel 2000 è divenuto l’unico modo per esprimere il proprio voto. Non è prevista alcuna scheda stampata cartacea.Sono diventate il metodo di voto esclusivo nel 2000. Gli elettori mandano le loro schede elettorali elettronicamente dalle stazioni di voto, non c’è nessuna scheda cartacea o stampa

La riforma richiesta da Bolsonaro, appena bocciata dal Congresso, mirava a un sistema misto, con la stampa di un certificato stampato. In preparazione alla proposta di legge, l’attuale Presidente aveva tenuto  su Facebook un meeting dal vivo  il 29 luglio,  sostenendo che le precedenti presidenziali fossero state truccate, poichè lo avevano portato al secondo turno e al ballottaggio; mentre, a suo dire, avrebbe vinto già dal primo turno.

Il 1 ° agosto Bolsonaro aveva rincarato la dose, spingendosi fino a dichiarare che le elezioni presidenziali del 2022 non si sarebbero tenutese non pulite e democratiche“.Esternazioni che hanno portato la Corte suprema e il tribunale elettorale del Brasile a metterlo sotto inchiesta per la loro gravità, specie per la totale assenza di prove delle accuse.Secondo i commenti degli osservatori, si tratta di una mossa dettata dal timore di una sconfitta l’anno prossimo, visto che il suo contendente, Ignacio Lula da Silva, ormai completamente scagionato dalle accuse che lo avevano portato in carcere, risulterebbe in testa in tutti i sondaggi.

Particolarmente grave è parsa la parata militare, che ha visto i carri armati dell’Esercito sfilare alla sua presenza proprio davanti alla Camera, poche ore prima del voto che lo ha visto sconfitto. Mossa che è stata denunciata dai parlamentari come un chiaro tentativo di intimidazione. Era dal 1985. anno della fine della dittatura militare, che i tank non sfilavano davanti alla sede del Parlamento.

(Red/Ma.sa)

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