L’esercito indiano ha “risposto” all’attacco stragista del 22 aprile, come il premier Narendra Modi aveva promesso, lanciando nella notte tra ieri e oggi l'”Operazione Sindoor” e colpendo nove siti in Pakistan e nel Kashmir amministrato dal Pakistan. Il Pakistan dal canto suo sostiene che gli attacchi missilistici dell’India in sei località hanno ucciso almeno otto persone e ne hanno ferite più di 35. Islamabad – scrive Al Jazeera – promette una risposta energica all'”atto di guerra” del suo vicino. In India c’è unanimità: il principale partito di opposizione indiano, l’Indian National Congress, si è espresso infatti con forza a favore degli attacchi di Delhi contro la parte del Kashmir amministrata dal Pakistan. Siamo “orgogliosi delle nostre Forze Armate. Jai Hind!” (lunga vita all’India) , ha scritto Rahul Gandhi su X. Tutto è iniziato con una strage di turisti indiani il 22 aprile scorso. Delho aveva promesso un attacco punitivo arrivato ieri dopo giorni di sparatorie alla frontiera tra i due Paesi.
Praveen Donthi, analista senior per l’India dell’International Crisis Group, afferma che “l’escalation tra India e Pakistan ha già raggiunto una scala più ampia rispetto all’ultima grande crisi del 2019” con “conseguenze potenzialmente disastrose”. “Le emozioni interne – ripsota sempre la tv del Qatar – sono forti da entrambe le parti e alimentano il pericolo di un’ulteriore escalation”, ha affermato, ma “India e Pakistan dovrebbero scegliere la diplomazia, poiché qualsiasi ulteriore azione militare comporta rischi inaccettabili”. “Come punto di partenza, entrambe le parti dovrebbero porre fine alle violazioni del cessate il fuoco lungo il confine”, ha aggiunto sostenendo che anche altri paesi dovrebbero chiedere a India e Pakistan di allentare la tensione.
Vedi questa qui una nostra scheda video sul conflitto in collaborazione con Lech Lecà
Vedi qui la scheda di un’intera area di crisi per capire perché si combatte
In copertina una mappa del Kashmir (wikipedia)