Burkina Faso: vietato protestare

Per "motivi di sicurezza" cancellate due manifestazioni indette per domani nella capitale. Bloccato Facebook

Censura su tutta la linea in Burkina Faso, dove il Governo di Ouagadougou ha vietato una protesta anti-governativa organizzata per domani. Adducendo “motivi di sicurezza”, le autorità del Paese hanno anche confermato il blocco di Facebook sempre per motivi di sicurezza. Il portavoce del Governo Alkassoum Maiga ha detto che non ci sono bisogno di ulteriori spiegazioni sulla causa del blocco, iniziato il 10 gennaio scorso. Ma è l’intero web ad essere intermittente: l’Ong americana The Internet Society, ha notato un‘interruzione di Internet “improvvisa e ingiustificata” per 92 ore dal 20 novembre 2021: il 70% del traffico nazionale. Interruzione che avrebbe causato perdite per circa 34,8 milioni di dollari.

Quanto alla manifestazione, indetta per domani dal movimento della società civile chiamato Sauvons le Burkina, è stata vietata anche una manifestazione separata prevista sempre per sabato a sostegno del vicino Mali, il cui governo militare è soggetto alle sanzioni imposte dal blocco regionale della Comunità economica degli Stati africani. Non è la prima volta: un’altra protesta sempre organizzata da SlB era stata vietata alla fine del novembre scorso: anche lei era stata indetta contro il fallimento del Governo del presidente Roch Marc Christian Kaboré ( a sinistra nell’immagine)  nel fermare gli attacchi dei gruppi armati affiliati all’autoproclamato Stato islamico e ad Al-Qaeda. In realtà, alcune centinaia di manifestanti avevano sfidato il divieto a Ouagadougou il 27 novembre scorso e circa una dozzina di persone erano rimaste ferite negli scontri con le forze dell’ordine.

Il Governo del Burkina Faso è sotto pressione per il fallimento delle sue politiche legate anche a un conflitto durato sei anni che ha ucciso circa 2.000 persone e costretto quasi un milione mezzo di persone a lasciare le loro case nel mezzo di una gravissima crisi umanitaria. Le azione terroristiche hanno fatto il resto portando alle proteste di piazza che chiedevano la testa di Kaboré. Kaboré però, anziché dimettersi, ha sostituito l’intero governo e ha nominato Lassina Zerbo a nuovo primo ministro di un Paese dove i rimpasti non sono un’eccezione. In questa fase di tensione, ieri un veicolo militare delle forze francesi dell’operazione Barkhane è saltato su un ordigno esplosivo improvvisato (Ied) piazzato all’aeroporto di Ouahigouya. Quattro militari francesi sono stati feriti. L’attentato non è stato rivendicato.

Christian Kaboré (classe 1957) è un ex bancario (con posizioni di vertice nel sistema finanziario nazionale all’epoca di Thomas Sankara). Già premier del Burkina Faso dal 1994 al 1996 e Presidente dell’Assemblea nazionale del Paese  dal 2002 al 2012, è a capo dal 2014 del partito Movimento popolare per il progresso che luis stesso ha fondato. Kaboré è stato eletto Presidente al primo turno nelle elezioni del novembre 2015. E’ il primo Capo di Stato  non ad interim in 49 anni e non ha passati legami con l’esercito. Ma tutto ciò non gli è bastato a contenere la rabbia popolare.

In copertina uno scatto di Helge Fahrnberger: traffico ordinario nella capitale. Ma domani tutti a casa

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