Capire il Nagorno Karabakh

Per cercare di orientarsi nel conflitto infinito tra armeni e azeri nel cuore del Caucaso

di Emanuele Giordana

Capire le ragioni del conflitto nel Nagorno Karabakh, riaccesosi in queste ultime settimane, significa fare i conti con la Storia. Una storia lunga che affonda le sue radici nella Prima guerra mondiale sullo sofndo di un contrasto russo-turco che comincia nel XVI secolo. Eppoi la Rivoluzione russa di Febbraio e quella bolscevica dell’Ottobre 1917, con la sua ingegneria etnica e le divisioni amministrative decise a Mosca. Un quadro che vede la dissoluzione dell’Impero ottomano nel 1922 dopo sei secoli, il genocidio armeno, la nascita della Repubblica turca. E, ancora, la fine dell’Urss e la spinta secessionista degli Stati dell’Unione sovietica.

Armenia e Azerbaijan, i due Paesi protagonisti da antica e recente della regione contesa popolata da armeni ma amministrativamente attribuita all’Azerbaijan durante l’Urss,  diventano repubbliche socialiste sovietiche dopo la guerra mondiale e la Rivoluzione d’ottobre  e vengono unite alla Georgia in una federazione transcaucasica (che ne aveva alle spalle un’altra decisa dopo la Rivoluzione di febbraio) che durerà dal 1922 al 1936. Armeni e azeri, che si sono già scontrati in passato, devono subire le decisoni di Mosca in una convivenza forzata e che attribuiranno il Nagorno Karabakh all’Azerbaijan anche se, inizialmente, questa regione doveva andare all’Armenia. Decisione forse presa per ingraziarsi la Turchia.

I due protagonisti

L’Armenia è un Paese del Caucaso meridionale, ma membro del Consiglio d’Europa. Confina con la Turchia a ovest, la Georgia a nord, l’Azerbaigian e la repubblica de facto dell’Artsakh (già Nagorno Karabakh) a est, con l’Iran a Sud. Non ha sbocco al mare con superficie di 29.743 kmq cioè un decimo dell’Italia, con circa 3 milioni di abitanti. Lingua indoeuropea. Rito armeno nella Chiesa apostolica armena (ortodossi) e nella Chiesa armeno-cattolica. L’indipendenza dall’Unione Sovietica è del 23 agosto 1990 (dichiarata), nel 21 settembre 1991 èriconosciuta e il 25 dicembre 1991 diventacompletata. Il dicembre del 1991 decreta la fine dell’Urss. Da allora è protetta dalla Russia.

Fa parte del Caucaso anche l’Azerbaijan, popolato da azeri di lingua turca su 86mila kmq e 10 milioni di abitanti musulmani sciiti (prima sotto i persiani, musulmani dal 642 dc: sotto i califfi di Bagdad viene turchizzato). E’ ricco di petrolio e strategico sia per Ankara – la grande protettrice – sia per Mosca (e altri….). Indipendenza Dall’Unione Sovietica: 30 agosto 1991 (dichiarata) 18 ottobre 1991 (riconosciuta) 25 dicembre 1991 (effettiva)

Il Nagorno Karabakh

Nagorno Karabakh in russo, Repubblica dell’Artsakh dal 1991 per gli armeni, Daqliq Katabakh in azero. Il “Giardino nero della montagna” nel 1813 passa dagli ottomani allo zar. Adesso si estende su 4400 kmq ma prima dell’ultimo conflitto erano circa 11mila kmq con 150mila abitanti. Attualmente la regione separatista è ridotta a meno di ciò che era l’Oblast Nagorno Karabakh creato nel 1923 e dato all’Azerbaijan sembra su decisione di Stalin.
Dopo la rivoluzione del 1917, il Karabakh divenne parte del nuovo progetto sovietico Nei due anni successivi (1918-1920), ci furono una serie di brevi guerre tra Armenia e Azerbaigian in diverse regioni, incluso il Karabakh. Nel luglio 1918, la prima assemblea armena del Nagorno-Karabakh dichiarerà la regione autonoma creando un Consiglio nazionale e un Governo. Successivamente, le truppe ottomane entrano nel Karabakh, incontrando la resistenza armata degli armeni. Breve occupazione britannica dopo la dissoluzione dell’impero ottomano, seguita dalla guerra d’indipendenza turca (19 maggio 1919). Sotto l’Urss, come ricordavamo, passa all’Azerbaijan.

Il 13 febbraio 1988, gli armeni del Karabakh iniziano a manifestare a Stepanakert (la capitale), a favore dell’unificazione con la Repubblica armena. Il 20 febbraio 1988, il Soviet dei deputati dell’Oblast Karabakh vota 110 contro 17 per richiedere il trasferimento della regione all’Armenia. Nell’89 si proclama l’unificazione del Nagorno-Karabakh con l’Armenia. Il 26 novembre 1991 l’Azerbaigian abolisce lo status di Oblast autonoma del Nagorno-Karabakh, riorganizzando la divisione amministrativa e portando il territorio sotto il controllo diretto dell’Azerbaigian. Il 10 dicembre 1991, in un referendum boicottato dagli azeri locali, gli armeni del Nagorno-Karabakh approvano la creazione di uno stato indipendente: culmine del conflitto 1992 (dal 1988 al 1994)

Guerre e conflitti

Prima guerra del Nagorno-Karabakh febbraio 1988 Maggio 1994: sfollati 700.000 azeri e 300.000-500.000 armeni sia dall’Azerbaigian sia dall’Armenia. Vittime 16Mila azeri 4mila armeni. Altre fonti 25-30mila vittime in totale. Oltre  700.000 azeri furono espulsi dall’Armenia, dal Nagorno-Karabakh e dai territori circostanti, mentre 300.000-500.000 armeni che vivevano in Azerbaigian o nelle aree di confine armene vengono sfollati a loro volta. Il Protocollo di Bishkek del 1994 pone fine ai combattimenti e porta a significativi guadagni territoriali armeni: oltre a controllare la maggior parte del Nagorno-Karabakh, la Repubblica dell’Artsakh occupa anche sette distretti circostanti dell’Azerbaigian. Il conflitto viene congelato ma non risolto. Un Processo di pace è stato avviato dal Gruppo di Minsk nel 1994 (Osce) mentre il Consiglio di sicurezza Onu firmerà quattro risoluzioni nel 1993 chiedendo il ritiro delle “forze occupanti” dai territori circostanti il Nagorno-Karabakh. Nel 2008 l’Assemblea Generale ha adottato una risoluzione che chiede il ritiro immediato delle forze di occupazione armene sebbene i copresidenti del Gruppo Osce di Minsk, Russia, Francia e USA abbiano votato contro. Nel 2016 ricomincia un conflitto ma per soli 4 giorni. Tensione sempre elevata.

Guerra del 2020 Seconda guerra o dei 44 giorni. In Armenia e Artsakh  è stata chiamata la “Seconda Guerra dell’Artsakh”. Inizia con un attacco azero il 27 settembre 2020. Dopo la cattura di Shusha, la seconda città più grande del Nagorno-Karabakh, è stato firmato un accordo di cessate il fuoco tra il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, il primo ministro dell’Armenia Nikol Pashinyan e il presidente della Russia Vladimir Putin, ponendo fine a tutte le ostilità nel zona dal 10 novembre 2020. In base all’accordo, le parti in guerra hanno mantenuto il controllo delle aree che detenevano all’interno del Nagorno-Karabakh al momento del cessate il fuoco, mentre l’Armenia ha restituito (vedi mappa)  all’Azerbaigian i territori circostanti che aveva occupato dal 1994. Circa 2.000 soldati russi sono stati schierati come forze di mantenimento della pace lungo il corridoio di Lachin che collega l’Armenia e il Nagorno-Karabakh, con un mandato di almeno cinque anni ma recentemente sono state ritirate. Deve essere costruito un nuov corridoio più a Sud. L’Armenia ha intentato una causa contro l’Azerbaigian presso la Corte internazionale di giustizia nel settembre 2021 sui prigionieri di guerra e la tortura. Gli azeri sono accusati di aver usato anche truppe mercenarie. Recentemente gli scontri al confine sono ricominciati.

 In copertina un manifesto nella Piazza della Repubblica, Yerevan, il 7 ottobre 2020. Nel testo una mappa di quanto avvenuto nello scontro tra Baku e Yerevan nel 2020.

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