Cheddite: parlamentari e associazioni chiedono spiegazioni

Un'interrogazione al governo e due lettere all'azienda e a tre Ministri sollecitano risposte sulle cartucce trovate in Iran e, un anno fa, nel teatro birmano

La vicenda delle cartucce della ditta franco italiana Cheddite, ritrovate nel 2021 nel teatro birmano e nei giorni scorsi sulle strade iraniane della protesta per la morte di Masha Amini, smuove il Parlamento italiano e le associazioni che già dal caso birmano chiesero chiarimenti  su cartucce da caccia per dare la caccia agli animali usate di fatto per dare la caccia a uomini e donne. L’onorevole Laura Boldrini sta preparando un’interrogazione parlamentare mentre un gruppo di associazioni, tra cui il nostro Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo, ha preso carta e penna e chiesto chiarimenti sia all’azienda che in Italia ha sede a Livorno, sia ai nostri ministeri. Agli Esteri il gruppo si era già rivolto nel 2021  quando per la prima volta fu resa nota la presenza di cartucce calibro 12 italiane nella repressione dei moti scoppiati dopo il golpe militare di febbraio in Myanmar.

In una lettera firmata da Amnesty Italia, Italia Birmania Insieme, Opal, Rete Pace Disarmo e Atlante delle guerre,  chiedono alla società franco italiana  “delucidazioni riguardo al ritrovamento e all’utilizzo di cartucce per fucili a marchio Cheddite nell’ambito della repressione delle proteste in Iran, scoppiate in seguito alla morte della ventiduenne Mahsa Amini, avvenuta il 16 settembre scorso, e sedate nel sangue dalle autorità iraniane”. La lettera è rivolta all’amministratore della società, Andrea Andreani.

Un’altra lettera dalle stesse organizzazioni è stata invece indirizzata ieri a tre ministeri italiani: all’attenzione del  Ministro Antonio Tajani (Esteri),  del Ministro Matteo Piantedosi (Interno) e al  Ministro Guido Crosetto (Difesa). “Una delle cartucce immortalate nelle fotografie in questione (divulgate da France24 ndr) mostra chiaramente – si legge nella lettera – l’incisione “Cheddite 12” sulla base e “Shahin 2017/24” sull’involucro in plastica verde, mentre un’altra munizione rinvenuta a Teheran il 3 ottobre da un manifestante, presenta il logo Cheddite “12*12*12*12*” e una custodia di plastica gialla con la scritta “Iran 2020/01”. Le associazioni chiedono “chiarimenti riguardo alla posizione di Cheddite S.r.l., a eventuali autorizzazioni concesse da UAMA di cui non siamo a conoscenza e a eventuali accordi di licenza di esportazione con Zsr Patlayici Sanayi A.S., che consentano l’esportazione di munizioni riportanti il marchio Cheddite in Iran”.

Nella lettera si ricorda infatti che “Come già emerso in occasione delle precedenti inchieste sull’utilizzo di munizioni Cheddite nell’ambito della repressione delle proteste scoppiate in Myanmar/Birmania a seguito del colpo di stato militare del 1° febbraio 2021, anche in questo caso poterebbe sussistere un coinvolgimento della società turca Yavaşçalar YAF, un marchio della società turca Zsr Patlayici Sanayi A.S., che utilizza proiettili di gomma con componenti di munizioni prodotte dalla società Cheddite S.r.l.”

(Red/Int)

In copertina fondelli calibro12 dal sito della Cheddite di Livorno. Nel testo immagini pubblicate da France24

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