Cile, lo scontro per la presidenza

Al ballottaggio del 19 dicembre le due anime del Paese. L'estrema destra di Kast contro il giovane leader Boric

di Maurizio Sacchi

In Cile, per le elezioni presidenziali  si andrà al ballottaggio, il 19 dicembre, dato  che nessuno dei sette candidati in corsa è riuscito ad assicurarsi il 50 percento  necessario per vincere al primo turno. Il candidato di estrema destra José Antonio Kast affronterà l’ex leader studentesco di sinistra Gabriel Boric. Con il 97 percento dei voti contati,  Kast era in testa con il 27,94 percento, seguito da Boric con il 25,75.Boric, dopo l’annuncio dei risultati, ha detto: “Siamo stati incaricati di condurre una battaglia per la democrazia, per l’inclusione, per la giustizia, per il rispetto e la dignità di tutti”.Kast  ha invece definito il voto del 19 dicembre come una scelta tra “libertà e comunismo”.L’economista Franco Parisi, che vive negli Stati Uniti e ha condotto la campagna elettorale esclusivamente online, si è aggiudicato a sorpresa il terzo posto,.

La disputa dei prossimi 20 giorni ruoterà intorno alla conquista dei voti andati agli altri cinque candidati. Ci si aspetta inoltre  che vadano alle urne un maggior numero di elettori rispetto a questo primo turno. In caso di successo, a 35 ann, Boric diventerebbe il più giovane presidente nella storia del Cile . Kast, 55 anni, ha puntato nella sua campagna sui temi dell’ordine pubblico, come la situazione tesa nel Sud, dove gli attivisti indigeni Mapuche hanno condotto una lunga battaglia per i propri diritti ancestrali. Ma anche sulla lotta alla criminalità e l’illegalità : ”Che nessuno si sbagli, l’unica candidatura presidenziale che ripristinerà la pace, l’unica candidatura presidenziale che è un’alternativa per affrontare i criminali e i narcotrafficanti e l’unica opzione che metterà fine al terrorismo, è quella che noi rappresentiamo, non ce ne sono altre”.

Boric al contrario punta su investimenti  nel sistema educativo e nelle politiche ambientali.E riassume la sua visione in un confronto fra la speranza di cambiamento, di cui si fa portavoce, e la paura di un salto nel vuoto, e del disordine, su cui punta Kast. Anche sull’economia, i due candidati hanno posizioni opposte: Kast promette un ritorno alle politiche di bassa tassazione del governo militare di Pinochet, su cui ha avuto parole di apprezzamento. Un’analisi del voto accurata è stata pubblicata dal Ciper, associazione cilena indipendente di giornalisti.

In essa si fa notare fra l’altro che”…Gabriel Boric ha perso più di 5.000 voti a Recoleta – una roccaforte del PC – che hanno votato per il patto Apruebo Dignidad alle primarie, ma che non hanno votato per lui ora. Dei 90.000 voti che il sindaco Rodolfo Carter ha ottenuto nelle elezioni dello scorso maggio a La Florida, il blocco Sichel-Kast ne ha ottenuti solo 57.000, lasciando sul terreno un patrimonio (…) di 33.000 voti [che Boric può aspirare a conquistare]. Ci sono anche comuni come Arica, Antofagasta e Calama, dove 83.000 elettori di Parisi saranno decisivi per il voto del 19 dicembre.”  Secondo il Ciper, anche il Norte Grande sarà scenario di una delle principali battaglie del secondo turno, a causa del sorprendente numero di voti raccolto da  Franco Parisi, voto che sarà oggetto di contesa fra Kast e Boric. 

Ma il primo turno ha dimostrato che in questa zona le campagne tradizionali (porta a porta, volantinaggio, striscioni e fiere gratuite) non rendono. “In questo 2021 non solo Parisi ha ottenuto un sacco di voti senza mettere piede in strada. Lo scorso maggio, il sindaco di Antofagasta, Johnathan Velásquez, ha vinto le elezioni comunali con la stessa formula di Parisi: lavorando esclusivamente online e, secondo i registri della Servel, senza spendere un centesimo in campagna elettorale. Velasquez ha ottenuto 26.913 voti ed era 9.000 davanti ai suoi concorrenti.”

In ogni caso, il margine che separa i due avversari é di appena il 2 pecento, una differenza di circa 146.000 voti.  Nelle primarie, poco più di 3 milioni di persone in Cile hanno votato. e ci si aspetta un gran numero di elettori in più per il voto del 19 dicembre. Il che renderà questo confronto non solo uno dei più radicali nella storia dell’America latina, ma anche uno dei più incerti degli ultimi anni.

l’immagine in evidenza é di Luis Villasmil per Unsplash

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