Bosnia

La Bosnia Erzegovina si spopola e la crisi economica e politica si fa sempre più pressante: a ventisette anni dalla fine della guerra le ferite restano aperte e le conseguenze sono ancora da scontare. Stando alle Previsioni sulla popolazione mondiale 2022 delle Nazioni Unite, la Bosnia Erzegovina è il Paese con il calo demografico più netto al Mondo. Ogni anno, perde infatti più dell’1,5% dei suoi abitanti. Questo trend, accompagnato da un progressivo invecchiamento, potrebbe portare al dimezzamento della popolazione entro il 2070. A conferma di questo, i dati diffusi dall’Agenzia per l’impiego del Paese dimostrano che, nei soli primi tre mesi del 2022, 5.048 persone sono emigrate per lavorare in Slovenia e Germania. I dati sono lo specchio di una situazione economica drammatica: lo Stato si trova alle prese con un’inflazione record e una forte disoccupazione.

Sul fronte politico, il 2022 è l’anno delle elezioni presidenziali. Le votazioni preoccupano gli osservatori. Da maggio ad agosto 2022, la Commissione elettorale della Bosnia Erzegovina (Cik) ha ricevuto 88 segnalazioni di sospette violazioni della legge elettorale, molte delle quali arrivate da ONG, come Transparency International BiH e la Coalizione per elezioni giuste e libere ‘Pod lupom’. Come accaduto anche nel corso di altre tornate elettorali, gli osservatori indipendenti hanno denunciato abusi e irregolarità già nel periodo precedente all’avvio ufficiale della campagna elettorale. Stando ai dati diffusi dalla Cik, alle elezioni parteciperanno 145 attori politici. Un numero senza precedenti, che non è però sintomo di pluralismo politico: secondo ‘Pod lupom’ si tratta infatti più facilmente di candidati che non puntano a conquistare il potere, ma a compiere frodi e irregolarità.

Sempre in ambito politico, ha fatto discutere e ha provocato non poche proteste la proposta di riforma elettorale e costituzionale dell’Alto rappresentante Christian Schmidt. I manifestanti hanno definito l’annunciata riforma “discriminatoria”. La stabilità per la Bosnia resta quindi un miraggio: il Paese resta tecnicamente diviso in due entità governate dalle maggioranze etniche sul territorio. Sono quelle dei tre popoli costitutivi riconosciuti dalla Costituzione seguita agli Accordi di Dayton del 1995. Altra unità amministrativa è il Distretto di Brcko, controllato da una specie di Governo centrale che nella realtà non esiste ed è stato abbandonato anche dalle forze internazionali una volta presenti nel Paese. Tale composizione porta bosgnacchi, serbo ortodossi e croati (i popoli costituenti) a restare divisi e reciprocamente diffidenti.

Nonostante la sua fragilità interna, la Bosnia Erzegovina continua a rappresentare un partner interessante a fini geostrategici, anche per la sua posizione centrale nei Balcani e per le sue preziose risorse idriche, che sono tra le più importanti del Vecchio Continente. Sempre più stretti, ad esempio, i rapporti con la Turchia. Alla vigilia di un viaggio a Sarajevo nel settembre 2022, il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha dichiarato: “Siamo determinati a fare tutto quanto in nostro potere per la stabilità dell’area”. Anche Cina e Russia mantengono i propri interessi sul piccolo Paese. Lenti sono i passi sul piano dell’integrazione europea. Nel settembre 2022, la Bosnia Erzegovina ha aderito al Meccanismo di protezione civile dell’Unione Europea e al relativo Accordo per la gestione delle crisi. Il Paese resta però ancora in attesa di ottenere lo status di candidato, prima tappa nel lungo percorso verso l’adesione alla Ue.