Crisi e protesta in Sri Lanka

Prezzi alle stelle e rabbia verso la famiglia Rajapaksa che tiene in mano tutte le redini del potere

Lo Sri Lanka sta affrontando la peggiore crisi finanziaria degli ultimi 70 anni con i prezzi degli alimenti  aumentati a un record del 30 percento solo nel mese di marzo. In un Paese di 22 milioni di abitanti le massicce proteste in tutto il Paese chiedono le dimissioni del Presidente e monta la rabbia verso la la potente famiglia Rajapaksa, i cui membri ricoprono diverse posizioni di vertice nel Governo, tra cui il presidente Gotabaya Rajapaksa e il primo ministro Mahinda Rajapaksa. Reportage da Ratnapura, una delle più importanti città della Lacrima dell’Oceano indiano 

di Paolo Molteni e Valentina Macchi*

(Ratnapura) – La situazione in Sri Lanka sta diventando ogni giorno sempre più precaria. Da due anni a questa parte, infatti, l’economia nell’isola sta collassando sempre più, andando incontro a quella che diversi economi definiscono già oggi la più grande crisi economica di tutti i tempi. Tutto ciò ha portato ad un’impennata dei prezzi dei generi alimentari, che sta diventando insostenibile per la gente comune. Da qui ne consegue un malcontento generale, che spesso sfocia in proteste e in episodi di violenza.

Diverse sono le cause che hanno portato a questo collasso storico. Primo tra tutti, il debito che negli ultimi anni lo Sri Lanka ha accumulato, in particolare verso la Cina, che ha stanziato 5 miliardi di dollari per costruire infrastrutture nel Paese. Ciò ha portato lo Stato srilankese alla necessità di ristrutturare il debito attraverso l’assistenza finanziaria estera, sebbene, ad oggi, il governo di Pechino si è dimostrato restio ad aiutare il Paese.
A questo si è aggiunta la pandemia da Covid-19. Due anni di pandemia hanno completamente distrutto il settore economico trainante il Paese, il turismo. Ciò ha portato ad un’enorme disoccupazione interna e ad una riduzione del PIL che si attesta intorno al 25%. In più, nonostante una pallida riapertura a inizio dell’anno, la crisi di questo settore è andata peggiorando anche a causa del conflitto tra Russia e Ucraina, in quanto la maggior parte dei turisti proveniva da questi due Paesi.

La guerra tra Russia e Ucraina è stata deleteria per l’economia srilankese anche per un altro fattore: i beni di prima necessità, infatti, sono importati da Paesi esteri, e l’aumento mondiale dei prezzi ha portato ulteriori problemi alle casse dello Stato. A questi fattori esterni, si uniscono poi le politiche interne che l’attuale presidente Gotabaya Rajapaksa ha attuato negli ultimi due anni: per poter passare ad un’economia organica, infatti, nella seconda metà dello scorso anno è stata varata una legge che impediva l’utilizzo di fertilizzanti e di pesticidi ad uso agricolo. Senza garantire alternative, però, il governo si è trovato a gestire una delle più grandi crisi nel settore agricolo. «Non mi sarei mai aspettata una scelta del genere, – ha commentato una contadina intervistata a riguardo – decidere di mettere al bando tutto quello che ci serve per farci raccogliere qualcosa dal terreno è proprio una scelta intollerabile!»
In questo clima generale di incertezza, così, la gente si trova costretta ad affrontare sfide che fino al giorno prima non si sarebbe mai aspettata. «A volte ci si trova costretti a fare delle imprese – commenta una cuoca locale -. Qui abbiamo paura: i prezzi dei beni di prima necessità aumentano ogni giorno all’infinito, la corrente viene tolta arbitrariamente per lunghissimi tempi. E poi la piazza si sta scaldando troppo: ho parenti a Colombo che da giorni non escono più perché intimoriti dalle quotidiane rivolte. Io ho sinceramente tanta paura!»

La realtà dell’isola non va meglio nemmeno ai ragazzi, costretti a rimandare gli esami. «Per i giovani è paradossale: due anni di Covid ed ora che potevano ripartire si trovano costretti a rimandare gli esami perché non hanno nemmeno la carta per stampare le tracce».  Il Paese si trova così dilaniato da una crisi senza precedenti e sempre più gente scende in piazza per chiedere le dimissioni del presidente. In questo clima, la paura più profonda per tante persone è che queste proteste non si tramutino in violenze sistematiche contro i più deboli.

In copertina foto tratta da SriLanka map fb

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