di Andrea Tomasi
Nelle nuove guerre i protagonisti si chiamano «droni killer». I velivoli senza pilota, governati a distanza, sono strumenti micidiali, che a volte vengono utilizzati anche in territori dove ufficialmente non ci sono conflitti in corso.
Sono mezzi di guerra usati quando formalmente si è in pace. Principali utilizzatori sono gli Stati Uniti. Ma nella partita dei droni che uccidono un ruolo di primo piano viene giocato anche dall’Italia.
In una video-intervista la professoressa Chantal Meloni, docente di diritto penale all’Università di Milano, spiega che quei mezzi bellici partono anche dalla base di Sigonella (Sicilia).
Non solo. Meloni fa notare che il governo italiano per il momento non fornisce dettagli in materia, nascondendosi dietro il «segreto di Stato».
Insomma nessuno deve sapere, per non meglio precisate «ragioni di sicurezza nazionale». Il problema è che quei velivoli armati vanno ad operare in aree formalmente in pace. Decollano e atterrano in territorio italiano, in un «sistema di violazione dei diritti umani».
La versione integrale della sua video-denuncia si può vedere nelle sale del MAG (Museo Alto Garda), che ospita la mostra «NO WAR – NO PEACE», pensata e realizzata dall’Associazione 46° Parallelo – Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, diretta da Raffaele Crocco.
Inaugurata pochi giorni fa, l’esposizione si articola in un percorso tra pensiero ed emozione, fatto di film, fotografie, infografiche, touchscreen: un viaggio interattivo, dove una parte importante è dedicata alle parole del professor Giovanni Scotto (Università di Firenze) e, appunto, della professoressa Meloni, che collabora con l’European Center for Constitutional and Human Rights (ECCHR), organizzazione con sede a Berlino che si fa carico di cercare giustizia per i familiari delle vittime di attacchi via drone.
«Per sapere la verità su come si sta comportando il governo italiano abbiamo fatto ricorso al Consiglio di Stato» racconta la docente.
Qui sotto trovate un estratto:
Come spiegato dalla rivista Esquire, gli Usa, negli ultimi 15 anni, hanno dominato il settore degli aeromobili bellici senza pilota a bordo. «Gli anni di Barack Obama hanno segnato la crescita esponenziale del loro utilizzo anche in scenari, come quelli di Pakistan, Somalia, Yemen e Libia, dove non vi sono teatri di guerra ufficiali, ma vengono svolte operazioni antiterrorismo, molto spesso condotte direttamente dalla Cia o da altre agenzie di intelligence».
Chantal Meloni ricorda come questi strumenti non vengono utilizzati solo dalle forze armate ma anche dai servizi segreti.
Durante gli ultimi due mandati a guida democratica gli interventi con i droni sarebbero stati «563 in Pakistan, Somalia e Yemen, secondo i dati raccolti dal BIJ (le vittime civili oscillerebbero invece tra le 384 e 807)». E, in diverse occasioni, sono stati uccisi anche cittadini statunitensi o britannici, vittime accidentali o sospettate di avere un’affiliazione con le organizzazioni terroristiche.
Morti spesso prodotte a seguito di decisioni arbitrarie, a volte considerate solo un “normale” effetto collaterale di certe operazioni anti terrorismo. Meloni parla della violazione del «paradigma del diritto internazionale» che invece ne regolerebbe l’uso in contesti bellici tradizionali. «Il metodo degli omicidi mirati solleva sempre gravi dubbi e rappresenta un attacco a principi fondamentali come la presunzione di innocenza, il diritto a un processo equo, la protezione del diritto alla vita e all’integrità fisica e, in ultima analisi, allo Stato di diritto».
«I targeted killing commessi con i droni presentano delle specificità che li rendono particolarmente dubbi dal punto di vista del diritto, in particolare per il processo alla base della decisione di eliminare un determinato target, inclusi i potenziali gravi errori di intelligence e quelli inerenti alla tecnologia stessa. Oltre, ovviamente, alla questione della proliferazione dei droni, che ha portato ad un incremento esponenziale della pratica».
Di omicidi mirati e di molto altro parla la mostra «NO WAR – NO PEACE» al MAG di Riva del Garda.
Quando si smette di sparare, una volta seppelliti i morti, restano i conflitti sociali. Spesso si tratta di focolai pronti a riaccendersi.
Nelle sale al piano terra si può fare un viaggio nella “linea del tempo” e ammirare le foto di Fabio Bucciarelli.
http://www.lavocedellisola.it/2018/03/sigonella-droni-usa-verso-la-russia-putin-mostra-super-missile/
https://www.esquire.com/it/news/attualita/a13056381/le-guerre-segrete-dei-droni/