È arrivato l’Atlante 2017

L’abbiamo chiamata «le mappe» questa settima edizione. Faticosa, laboriosa, ma anche quest’anno ci siamo: L’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo 2017, il numero sette, è ufficialmente uscito. È in distribuzione da qualche giorno, entro breve sarà in libreria. Come sempre e sempre allo stesso prezzo: 20 euro. Dicevamo «le mappe». Quest’anno si chiama così perché a caratterizzarlo è la presenza – in una tasca in fondo – di 15 infografiche che raccontano il Pianeta, mettendo assieme i pezzi, le ragioni, i motivi che portano alle guerre. Abbiamo scelto di lavorare molto sulla grafica per coerenza, per spostare i ragionamenti dagli «effetti» alle «cause». La convinzione che abbiamo – dopo anni di raccolta dati, informazioni, esperienze – è che la guerra sia sempre più «effetto» e sempre meno «causa». Le tragedie ci sono prima. Le ragioni che costruiscono le guerre – 37 quelle che elenchiamo nell’Atlante 2017 – sono lì visibili, che crescono e si mettono assieme. Per capire le guerre, dobbiamo ragionare sull’assenza di diritti, sulla fame, sulle risorse consumate male e in eccesso. Con l’Atlante cerchiamo di dare elementi, informazioni, su questo. Sono sparite, almeno per questa edizione, le schede conflitto, sostituite da carte che, sinteticamente, localizzano e fanno il punto sulle guerre in corso. Abbiamo invece dato più corpo al racconto dei tentativi di pace. In questo come già lo scorso anno, ci ha aiutato l’Università di Firenze, con il professor Scotto e i suoi allievi. Per il resto, rimane la collaborazione indispensabile con Amnesty, CdCa, Unhcr e tutti gli altri. E resta anche il lavoro assieme a Fabio Buciarelli, autore della foto di copertina e di uno splendido reportage – progetto all’interno. È tornato anche Kako, a raccontare a modo suo quello che accade. Insomma, l’Atlante 2017 c’è, finalmente e come sempre grazie al lavoro e al contributo di tanti. Resta e rimarrà un progetto condiviso, aperto, senza proprietà o esclusive. Va usato per quello che è: uno strumento utile per tentare di capire dove stiamo andando. Esattamente come fanno tutte le «mappe» da sempre.

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