Egitto e Bangladesh. Paesi “sicuri”?

Lo sono se un migrante deve essere espulso dall'Italia. Ma il primo e ritenerli insicuri è il nostro ministero degli Esteri

di Emanuele Giordana

In merito al nuovo decreto “immigrazione” testè scritto dal governo Meloni la domanda da farsi è questa: cos’è oggi un Paese sicuro e che valutazione sta dando l’Italia in merito alla sicurezza di questo o quel Paese? Una buona guida, potrebbe dunque essere il sito “Viaggiare sicuri”, un portale che per ogni Paese consiglia se andar i o meno e quali zone evitare. Consigli del ministero degli Esteri (Maeci), dunque la valutazione che ne diamo come Stato. Prendiamo per esempio Andorra, il Principato europeo possibile meta di un viaggiatore italiano. La scheda è chiara:

Aree di particolare cautela: Nessuna. Si raccomanda di adottare le normali precauzioni richieste da un viaggio all’estero.

Indicazioni generali, ordine pubblico e criminalità Le condizioni generali di sicurezza del Paese non hanno sinora presentato particolari criticità. Rischio terrorismo Il terrorismo rappresenta una minaccia globale. Nessun Paese può essere considerato completamente esente dal rischio di episodi ricollegabili a tale fenomeno.

Molto chiaro: partite tranquilli ma date sempre un occhio a valigia a documenti. Il buon senso basterà. Allora andiamo a dare un’occhiata a Egitto e Bangladesh, due Paesi che l’Europa non considera particolarmente sicuri e per i quali gli italiani – il caso Regeni ne è il manifesto – non hanno generalmente un giudizio positivo per quel che concerne la sicurezza Ma vediamo cosa dice la scheda del Maeci.

Per quel che riguarda l’Egitto, al sottocapitoletto Indicazioni generali, ordine pubblico e criminalità è dedicata una pagina intera. Metto solo qualche esempio: Dal 2011 l’Egitto è stato attraversato da profondi rivolgimenti politico-sociali ed il contesto politico regionale relativo alla questione palestinese può avere riflessi sulla stabilità sociale e movimenti di protesta. I connazionali che si recano nel Paese per motivi professionali, di studio o turistici, devono essere pienamente consapevoli di tale contesto generale, così come dei rischi di detenzione o di altre misure coercitive connesse alla partecipazione ad attività politiche o anche soltanto a discussioni potenzialmente ricollegabili al contesto politico interno, come dimostra l’omicidio di Giulio Regeni….E ancora: La partecipazione a manifestazioni politiche non autorizzate è punita severamente….In caso di fermo da parte della Polizia, va chiesto immediatamente di essere messi in contatto con l’Ambasciata. C’è molto altro ma mi pare che basti. Al capitolo Rischio terrorismo è dedicata mezza pagina: Il Paese è stato oggetto negli anni di diversi attentati terroristici, anche con numerose vittime, prevalentemente contro luoghi di culto, obiettivi istituzionali e forze di sicurezza. C’è molto altro – comprese tutte le aree di confine con Libia,Sudan e ovviamente Gaza, ma può bastare.

Passiamo al Bangladesh e vediamo ancora cosa ne dice il nostro Maeci. Nelle Indicazioni generali, ordine pubblico e criminalità si dice che Tensioni politiche di lunga data tra governo e opposizione e l’attuale crisi dei rifugiati Rohingya possono dar luogo a proteste e manifestazioni, anche violente, nella capitale e nelle altre città del Paese. Si verificano, in particolare a Dhaka, furti, borseggi e altri episodi di criminalità. É opportuno pertanto adottare le precauzioni indicate nella sezione “Avvertenze”, che raccoglie una mezza pagina di indicazioni sulla sicurezza… Il rischio terrorismo (mezza pagina) speiga che Nuovi atti ostili, provenienti da cellule terroristiche dormienti o da ambienti del locale estremismo. Non c’è molto sui fatti recenti che possiamo ricordare noi brevemente: negli incidenti che hanno estromesso questa estate la premier Sheikh Hasina, fuggita all’estero, sono stati uccisi oltre cento manifestanti nel giro di pochi giorni.

Ora ci si può fare un’opinione su come l’Italia giudica Egitto e Bangladesh. Così a occhio, Paesi non molto sicuri. Ma non solo per chi viaggia ma anche per chi ci vive, soprattutto se deve aver a che fare con le forze di sicurezza. Quelle, per intendersi, che prenderebbero in consegna un migrante clandestino rimpatriato. Le stesse, per intendersi, che in Bangladesh hanno fatto la carneficina di agosto. Le stesse che in Egitto, per quel che ci risulta, hanno fatto sparire Giulio Regeni. Qualcuno potrebbe obiettare che Egitto e Bangladesh sono insicuri solo per noi, turisti o imprenditori di pelle bianca. Ma sul sito del Ministero questa distinzione giustamente non c’è. La sicurezza vale per tutti anche se la logica dice che in un Paese straniero, quale che sia, è bene essere prudenti. Sicuro o non sicuro che lo si possa definire.

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