Francia, la scelta fallimentare del nucleare (2)

Il sistema delle centrali si sta rivelando sempre più obsoleto e costoso. Quasi metà dei 56 reattori sono spenti  e quelli in costruzione in ritardo con  costi che hanno sforato il budget del 700%. Seconda puntata del viaggio nelle scelte ecologiche europee

di Raffaele Crocco

Orange (Francia) – I due camini – ma si chiameranno così? – hanno profili netti. Dalla strada, mentre da Bardonecchia si punta a Orange, si vedono a chilometri di distanza. E fa impressione vedere quegli sbuffi di vapore acqueo. Sono innocui, dicono gli esperti, ma una centrale nucleare è sempre qualcosa che incute timore. Quella di Cruas non è da meno. Il Rodano è lì, di fianco, con la sua poca acqua di questa estate secca e assetata. La Francia brucia, soprattutto al Sud. Il caldo è così forte da aver consigliato lo spegnimento di alcuni reattori nucleari, per evitare guai: per legge non possono essere raffreddati con acqua che abbia una temperatura superiore ai 32 gradi. I fiumi, quest’anno, sono troppo vicini a quel limite e quindi stop, si chiude.

Dipende dal nucleare la Francia, ancora oggi. “Già aumenta tutto al mercato, ora ci dicono che pagheremo di più anche la luce”, si lamenta la proprietaria del b&b di Violetes, alle porte di Orange. “Il governo – prosegue lavorando in giardino e cercando solidarietà – ha annunciato che dovremo comperare la luce elettrica dalla Gran Bretagna”. Per un francese è un’onta. Per il sistema Paese è l’evidenza di un piano energetico che non ha funzionato a dovere. L’energia da fonti rinnovabili in Francia resta marginale. Parigi è l’unica, fra i Paesi dell’Unione Europea, ad aver fallito l’obiettivo di arrivare al 23% di sfruttamento delle rinnovabili sul totale dell’energia prodotta: si è fermata al 19,1%. Uno sforamento netto, di quattro punti. Il ritardo è evidente. “La ragione – spiegano da Eurostat – è che la Francia è il Paese che più di qualunque altro nell’Unione si affida all’energia nucleare: pesa per il 70% circa dell’elettricità consumata”.

Il problema è che il nucleare si sta rivelando sempre più obsoleto e costoso. Quasi metà dei 56 reattori – sono 18 le centrali – sono spenti per problemi tecnici o guasti. Quelli in costruzione, ad esempio Flamanville, è in ritardo di 10 anni e i costi hanno sforato il budget del 700%. In questo quadro, da primo Paese esportatore di energia, la Francia rischia di trovarsi, entro breve, ad essere importatrice. Parigi ha reagito varando il PNIEC, il Piano Energia e Clima. L’idea è di arrivare a raddoppiare la produzione di energia dalle rinnovabili entro il 2028, dismettendo mano a mano le centrali nucleari. ”Abbiamo un obiettivo molto importante da raggiungere utilizzando l’energia solare ed eolica – ha spiegato Carine de Boissezon, responsabile dello sviluppo sostenibile per Edf – . Dobbiamo soddisfare i bisogni d’energia dei francesi producendola per metà da fonti rinnovabili e per metà dagli impianti nucleari”. Edf sta per “Électricité de France SA”. E’ una multinazionale di servizi elettrici. Il problema, per la società, è che le rinnovabili restano un rischio: se è vero che i costi per produrre energia verde sono diminuiti, è anche vero che è difficile controllare le fonti, perché dipendono dalle condizioni climatiche.

In anni come questo, ad esempio, l’idroelettrico sarebbe quasi impossibile. Il fiume Rodano – giusto per fare un esempio – è basso e secco, praticamente immobile e altrove non va meglio. Eppure, allo stato attuale è proprio questa la fonte “alternativa” principale per la Francia: l’acqua. Eolico e solare sono ancora dietro, ance se gli investimenti stanno crescendo. Non solo in termini economici, ma anche tecnologici. Proprio Edf sta realizzando a Dunkerque, sul Canale della Manica, un parco eolico da 2miliardi di euro. Dovrebbe entrare in funzione nel 2026. Il Belgio, che ha anche lui le coste proprio lì vicino, sta dicendo che tutte quelle pale in mezzo al mare non gli piacciono. La polemica è forte, ma è difficile immaginare che il parco non diventi realtà.

In copertina il sito di Cattenom

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