Gay in Uganda, il diritto di essere ciò che si è

di Andrea Tomasi

Nero e gay. Per gli omofobi le notizie in materia di discriminazione di genere e repressione, provenienti dall’Uganda, sono probabilmente oggetto di battute e occasione di divertimento. Continua in Uganda la repressione nei confronti degli omosessuali. Discriminazioni, violenze ed estorsioni. Il governo ha infatti reso noto che «continuerà a sopprimere» le attività pubbliche degli omosessuali e che è stato sviluppato un programma di «riabilitazione» per far si che essi possano «condurre una vita normale». Lo ha scritto nei giorni scorsi il tgcom24.  Simon Lakodo, ministro ugandese per l’etica e l’integrità, ha dichiarato alla stampa che «le attività del gay pride vengono organizzate con l’influenza di alcune forze straniere». In Uganda l’omosessualità è reato. «Una legge dell’era coloniale vieta gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso, descrivendoli come “contro l’ordine della natura”. Un attivista della comunità Lgbt spiega che la festa dell’orgoglio gay, prevista per sabato 6 agosto, è stata annullata «per ragioni di sicurezza». «Abbiamo festeggiato vestiti di tutto punto. Ma ognuno è rimasto chiuso nella propria abitazione». Il forfait è stato annunciato dopo chek, nella notte di giovedì 4 al Venom, un club della capitale Kampala, la polizia aveva fatto irruzione. Sarebbe stata la serata clou della settimana arcobaleno, destinata a concludersi con la marcia/sfilata che in Uganda – racconta il Fatto Quotidiano – al contrario del resto del mondo, non si tiene in città dove tutti possono vederla, ma il più lontano possibile: su un terreno privato in aperta campagna vicino al lago Vittoria». Ma il governo di Kampala è andato oltre, con un’azione «sofisticata» per silenziare il più possibile l’evento e la manifestazione del proprio diritto ad essere ciò che si è. «Un’altro macigno sui diritti dei gay in Africa dopo l’approvazione dell’ordinamento che vieta ad avvocati e giornalisti di diffondere notizie riguardanti i diritti della comunità omosessuale. Un’attività considerata al pari “di promuovere e incentivare quel costume nella società ugandese”. Ecco perché nessun giornale del Paese ha diffuso la notizia dell’irruzione illegale al Venom club. Per non incorrere nel reato di “apologia dell’omosessualità”. Ma cosa è accaduto esattamente nel locale? La polizia, per circa due ore, ha trattenuto i clienti. Sono stati fatti 20 arresti. Le manette sono scattate ai polsi di noti attivisti della comunità omosessuale ugandese: Pepe Julian Onziema, nominato nel 2012 «cittadino globale» dalla Clinton global initiative e Frank Mugisha, in corsa nel 2014 per il premio Nobel. I fermati sono stati portati al commissariato del quartiere di Kabalaga. Davanti all’edificio, grazie al passaparola sui social network, si sono presentati avvocati e personale delle ong attive nel Paese. In questo modo, dopo alcune ore, visto che il fermo non era giustificabile in alcun modo sono stati tutti rilasciati. La motivazione ufficiale dell’intervento della polizia è che, stando alle informazioni in possesso degli agenti, all’interno del locale si stavano celebrando matrimoni omosessuali, mentre i testimoni parlano di atto intimidatorio. Risultato: marcia annullata. Gli organizzatori del Pride hanno invitato tutti a stare lontani dai luoghi precedentemente indicati «per paura di nuovi blitz e violenze delle forze dell’ordine». Ciliegina sulla torta – come scrive Lorenzo Galeazzi – sono state le esternazioni del ministro degli Affari etici Simon Lokodo a commento del blitz: «La comunità gay recluta bambini per corromperli». Per poi chiamare «polizia e cittadini onesti» a scendere in piazza per bloccare il corteo in difesa dei diritti dei gay.
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/uganda-continua-la-repressione-contro-i-gay-e-il-governo-annuncia-un-piano-di-riabilitazione-_3024846-201602a.shtml

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/06/uganda-blitz-della-polizia-durante-serata-gay-in-un-club-di-kampala-attivisti-lgbt-annullano-il-pride-abbiamo-paura/2960173/

foto tratta da www.glaad.org

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