Giornalisti sotto attacco, il dibattito all’Onu

Domani e’ una giornata importante per la liberta’ di stampa. A distanza di sette anni dall’approvazione, all’unanimità della risoluzione 1738 (qui il testo), il Consiglio di Sicurezza dell’Onu torna a mettere all’ordine del giorno la protezione dei giornalisti in aree di crisi.
Il 17 luglio e’ previsto un dibattito aperto al Palazzo di Vetro al quale parteciperanno anche diversi rappresentanti dei media internazionali e che ha l’obiettivo, spiega un comunicato del Consiglio di Sicurezza, di decidere “quali sono i prossimi passi necessari a rafforzare la risoluzione 1738 e garantire la massima protezione ai giornalisti che lavorano sul campo”.
Soddisfatti i rappresentanti della campagna internazionale A Day Without News, che ha l’obiettivo di informare e far crescere l’attenzione sul numero sempre crescente di giornalisti morti, feriti o scomparsi in zone di guerra e di porre la sicurezza dei reporter al centro del dibattito pubblico e dell’agenda istituzionale a livello internazionale: “Abbiamo incontrato diverse volte i rappresentanti del Consiglio di Sicurezza, chiedendo loro di tornare a discutere della protezione dei giornalisti e di come rafforzare la risoluzione 1738” spiegano i promotori della campagna, che considerano un successo il dibattito di domani al Palazzo di Vetro.

I numeri
Dall’inizio del 2013 sono gia’ morti in zone di crisi 36 giornalisti. Il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ), organizzazione indipendente con base negli Stati Uniti, monitora dal 1981 violenze e repressione ai danni degli operatori della comunicazione e nell’ultimo Rapporto annuale, dal titolo “Stampa sotto attacco”, definisce il 2012 l’anno peggiore per gli operatori della comunicazione, denunciando l’uccisione di 70 giornalisti (il 43% in piu’ rispetto al 2011), la scomparsa di 35 e l’arresto di 232 reporter in diversi paesi del mondo.
“Quando i giornalisti vengono costretti al silenzio attraverso la violenza o le leggi, ci perdiamo tutti perché chi li censura riesce a nascondere i propri crimini, a reprimere il dissenso, e quindi a togliere ogni potere ai cittadini” ha dichiarato il vice Direttore del CPJ Robert Mahoney durante la conferenza stampa di presentazione del Rapporto.

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