I mascalzoni del 2 febbraio 2020

Si è rinnovato il memorandum Italia-Libia: "Quell’intesa è esattamente come la data odierna. La si può leggere da sinistra a destra o da destra a sinistra e non cambia". L'editoriale

di Raffaele Crocco*

Magari non è un caso che proprio oggi il memorandum fra Italia e Libia per il controllo dei flussi migratori venga rinnovato. Quell’intesa è esattamente come la data odierna, 02-02-2020. La si può leggere da sinistra a destra o da destra a sinistra e non cambia: si resta sempre allo stesso giorno. Quell’accordo è la stessa cosa. Lo puoi leggere da sinistra a destra o viceversa e la sostanza non cambia: in ogni caso prende a calci i diritti umani.

Non importa il colore della maggioranza parlamentare. Non conta chi governa da palazzo Chigi. Le politiche sulle migrazioni – che altro non sono che politiche sui diritti umani – sono sempre uguali. Attenzione: sono da sempre uguali. Sin da quando – 1991, anche quella una data che si poteva leggere nelle due direzioni – ci siamo trovati ad affrontare la questione migranti. Allora, il 9 agosto, furono migliaia di albanesi sui mercantili turchi a farci capire che dovevamo pensare ad una soluzione. La cosa che ci venne spontanea fu affidare tutto al ministero degli Interni. Decidemmo che i migranti erano un pericolo, una minaccia e come tale il ministero della Pubblica Sicurezza era quello più adatto a risolvere la questione. Ci sfuggì da subito che le migrazioni erano causate in massima parte da fame, miseria, mancanza di diritti e di futuro, anche guerre e cataclismi. Insomma, erano una questione politica, economica e sociale. No, decidemmo che non era così: le migrazioni come fenomeno e i migranti come persone erano un pericolo.

Il racconto di questi anni, fatto dalla politica e dai giornali e quindi nei bar, nelle scuole, per strada, ha per trama che lo straniero di turno è una minaccia. Lo sono stati gli albanesi, poi i rumeni, successivamente i maghrebini, quelli dell’Est, infine i musulmani in genere e ora i neri africani. Li abbiamo chiamati in modo diverso: extracomunitari, clandestini, migranti economici, invasori. Abbiamo detto, di tutti, a turno, che stupravano, rubavano, spacciavano, ammazzavano, toglievano il lavoro. Ognuna di queste accuse è finita sulla testa di queste genti, salvo spostarsi quando arrivava qualcun altro, una qualche nuova ondata da altrove.

Abbiamo avuto leggi. Prima la Martelli, ministro socialista, 1989, ai tempi della Prima Repubblica e del pentapartito. Poi, la Turco-Napolitano, ministri del Governo Prodi, che nel 1998 cercarono di regolamentare l’immigrazione e crearono i Centri di Permanenza Temporanea per quelli che dovevano lasciare il Paese. Erano grandi prigioni, a lungo criticate dalle organizzazioni umanitarie.

Nel 2002 è arrivata la Bossi – Fini, ministri con Berlusconi, che hanno chiuso a doppia mandata i confini dello Stato, impedendo a chiunque di arrivare se non in possesso di contratto di lavoro. E’ la legge che da un lato regolarizza, in una notte, 700mila stranieri irregolari presenti nel Paese. Dall’altro, nega agli stranieri del futuro la possibilità di ottenere un visto d’ingresso in Italia, se non come richiedenti asilo. E’ su questa legge che si scatena il fenomeno dei barconi, della gente che muore per mare tentando traversate folli dalla Libia. Di fatto, è una legge che nega agli esseri umani il diritto di migrare. Per l’Italia e per gli italiani, se si fa la fame in Africa o in Asia, si deve rimanere lì. Semplice. La Bossi-Fini, che prevede per prima l’uso della Marina Militare per contrastare i fenomeni migratori, non è stata toccata nei cinque anni di Governo del centrosinistra, fra il 2013 e il 2018. In realtà, ha aperto la strada al memorandum Italia – Libia del 2017, voluto dal Governo Gentiloni. Lì siamo diventati raffinati: abbiamo deciso di pagare uno dei Governi della Libia – quello di Al Sarraj – per tenere lontani i migranti. E del fatto che l’Onu abbia denunciato gli orrori dei campi di detenzione in terra libica ci siamo scandalizzati come se fossero cosa d’altri, abbiamo giurato che saremmo intervenuti, che avremmo salvato quelle migliaia di persone.

Sinistra, destra, sinistra: non è cambiato nulla. I partiti che siedono in Parlamento, siano in maggioranza o all’opposizione, non vogliono cambiare, terrorizzati dagli elettori, cioè da noi, che evidentemente non abbiamo alcun interesse per i diritti umani degli altri. In una democrazia, come è la nostra, il rinnovo del memorandum con la Libia non è una mascalzonata del Governo. E’ una mascalzonata nostra, di tutti. E’ la mascalzonata di un Paese che vive la politica come fosse sempre oggi, 02-02-2020: leggendola da sinistra a destra o viceversa. L’importante è che non cambi mai niente.

*E’ direttore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo

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