Il faccendiere, Caracas e Washington

Perché l'estradizione del colombiano Alex Saab negli Usa da Capo Verde blocca i dialoghi di pace del Venezuela

di Maurizio Sacchi

Nel nostro  “Il Sudamerica al voto” del 22 ottobre accennavamo al caso dell’estradizione dell’uomo d’affari e faccendiere colombiano Alex Saab, negli Stati uniti da Capo Verde il 15 ottobre, e di come questo sia causa dell’interruzione del dialogo fra il governo bolivariano del Venezuela di Maduro e l’opposizione, in vista di una sua partecipazione  alle elezioni amministrative di novembre.   Perché questo arresto ha causato un incidente diplomatico tra Usa e Venezuela  di questa portata?  Perché si allontana ancor più il processo di pace che pare l’unica via d’uscita dalla crisi umanitaria, che ha causato milioni di profughi, e di cui scrive in questi giorni la nostra Alice Pistolesi dalla frontiera colombo-venezuelana? Cominciamo dal presente: un giudice degli Stati Uniti ha reso nota la data del 1 novembre per l’audizione di Alex Saab in un tribunale della Florida: deve rispondere tra le altre  accuse di lavaggio di denaro per conto del regime guidato dal presidente venezuelano Maduro, e di appropriazione indebita di fondi destinati a programmi umanitari.in Venezuela. Immediata la reazione all’estradizione del governo di Nicolas Maduro, che ha annunciato la sospensione dei dialoghi di pace con l’opposizione in corso in Messico, che avrebbero dovuto riprendere il 23 ottobre.

L’uomo d’affari colombiano dovrebbe fare la sua prima apparizione in tribunale alle 13:00  locali del 1 novembre davanti al  magistrato degli Stati Uniti John J. O’Sullivan, della Corte distrettuale degli Stati uniti della Florida, ha detto il portavoce del Ministero di giustizia Usa Nicole Navas Oxman. Nel 2019  Saab  era stato indagato in relazione a una truffa collegata al cambio di valuta venezuelana. E gli Usa hanno denunciato Saab anche per le presunte malversazioni, in accordo col governo venezuelano,  di un fondo per la distribuzione di cibo alle fasce vulnerabili della popolazione. Gli Stati Uniti sostengono che Saab gestisse una rete di corruzione collegata a un programma alimentare sovvenzionato dal Governo, chiamato CLAP, che  avrebbe permesso a Maduro e ai suoi complici di rubare centinaia di milioni di dollari al popolo venezuelano,  e di usare il cibo come forma di controllo sociale.

Piuttosto che garantire che questa popolazione vulnerabile riceva il cibo di cui ha disperatamente bisogno, il regime utilizza il programma CLAP come strumento politico per premiare il sostegno e punire le critiche politiche“, si legge nella dichiarazione del  Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti nel 2019. Nel giugno 2020, Saab è stato arrestato mentre viaggiava dal Venezuela all’Iran, quando il suo jet  ha fatto scalo per rifornimento a Capo Verde, e da allora trattenuto fino ad ora, quando la richiesta di estradizione.è stata accolta ed eseguita. “condotta in piena conformità con tutte le leggi e le sentenze del tribunale di Cabo Verde” secondo le dichiarazioni della Repubblica insulare.

Il legale  di Saab però ha sostenuto che Saab sia  stato “rapito” dagli Stati uniti e che la sua estradizione “violava” le regole del diritto interno di Capo Verde e il diritto internazionale. Intanto,  subito  dopo l’estradizione di Saab, sono stati prelevati dagli arresti domiciliari  dai servizi segreti da Caracas cinque cittadini statunitensi e un residente permanente noto come “CITGO 6” che erano stati arrestati in Venezuela  – apparentemente come rappresaglia per l’estradizione di Saab. I sei sono dirigenti petroliferi, arrestati a Caracas nel 2017 con l’accusa di appropriazione indebita e sono stati messi agli arresti domiciliari da maggio. Dopo essere stati prelevati dai servizi segreti venezuelani Sebin, gli uomini sono stati portati alla prigione Helicoide di Caracas.

Il Dipartimento di Stato americano ha subito denunciato l’imprigionamento di “sei americani detenuti ingiustamente in Venezuela”. “Questi sei americani e le loro famiglie hanno sofferto abbastanza”, ha detto il Dipartimento di Stato. “Gli Stati Uniti continuano a chiedere il loro immediato rilascio e ritorno negli Stati Uniti”.

Chi è Alex Saab

Alex Nain Saab Morán, nato il 21 dicembre 1971 è un imprenditore colombiano di origine libanese.  Era finito nelle inchieste  dei media per aver condotto affari stimati in 135 milioni di dollari con il governo venezuelano, proprio quando il mondo degli affari  colombiano aveva smesso di esportare in Venezuela a causa dell’incertezza sui pagamenti e degli stretti controlli sui cambi. Saab si è arricchito grazie all’attività di fornitore di materiali per un  programma di edilizia popolare  in Venezuela. Secondo Armando.Info, un giornalista investigativo venezuelano, Saab ha ricevuto 159 milioni di dollari dal governo venezuelano per importare materiali edilizi tra il 2012 e il 2013, consegnando però prodotti solo per  un valore di 3 milioni di dollari. Da qui l’accusa di lavaggio di denaro e truffa.Ha poi venduto cibo al Venezuela per più di 200 milioni di dollari con  un contratto firmato dal presidente Nicolás Maduro: il cibo sarebbe  stato poi rivenduto in Venezuela per il 112% in più del suo prezzo originale.

Saab è stato indagato anche dalle autorità colombiane per il presunto riciclaggio di 25.000 milioni di dollari tra il 2004 e il 2011. L’8 maggio 2019, l’Ufficio del procuratore generale della Colombia ha incriminato Saab con le accuse di riciclaggio di denaro, associazione a delinquere, arricchimento illecito, esportazioni e importazioni fittizie e frode aggravata per eventi legati alla sua società Shatex (Nel corso di queste indagini, anche  i suoi revisori contabili sono stati arrestati e accusati dall’ufficio del Procuratore).

Il governo venezuelano ha negato  per anni qualsiasi rapporto con Saab, ma dopo il suo arresto a Capo Verde è sceso in campo, lanciando una campagna di sostegno a favore di Saab e per impedirne l’estradizione, utilizzando gli account dei social media governativi e riempiendo Caracas di cartelloni, murales e graffiti per chiedere il suo rilascio, organizzando manifestazioni in suo sostegno, e avviando una serie YouTube su di lui.  Secondo l’Organized Crime and Corruption Reporting Project (Occrp), nel 2009 Saab e il suo socio in affari Álvaro Pulido hanno vinto “un contratto governativo sopravvalutato per costruire 25.000 unità di alloggi a basso reddito per tre o quattro volte il valore del costo di costruzione originale”. Dal 2011 poi, Saab ha lavorato con i figliastri di Maduro, Walter, Yosser e Yoswal, noti come Los Chamos, approfittando  del loro accesso a Maduro e all’ex vicepresidente Tareck El Aissami, per garantirsi contratti governativi.

Il 28 novembre 2011, la società Fondo Global de Construccion (Fondo globale di costruzione) di Saab con sede a Bogotà ha firmato un accordo con il governo venezuelano che ha portato a un contratto di 685 milioni di dollari per la costruzione di case prefabbricate in Venezuela come parte del programma abitativo la Gran Misión Vivienda, Alla firma parteciparono il presidente colombiano  Juan Manuel Santos e venezuelano Hugo Chávez, e l’allora ministro degli Esteri venezuelano Nicolàs Maduro.

Sul destino del faccendiere di Barranquilla occorrerò attendere il processo. Per quanto riguarda il Venezuela, l’occasione delle elezioni di novembre con la partecipazione delle opposizioni, e dei dialoghi in Messico, sembra sfumata. Eppure una riconciliazione nazionale, la normalizzazione dei rapporti internazionali e la fine delle sanzioni sembrano l’unico modo per chiudere la crisi umanitaria in corso, e tentare di riappacificare il Paese, ripartire l’economia, e se possibile, favorire il rientro dei milioni di profughi che hanno lasciato il Venezuela  negli ultimi anni.

Nell’immagine di copertina tratta da Wikipedia, un imballaggio della controversa Clap. Nel testo il faccendiere Alex Saab.

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