Il futuro buio dell’Etiopia

di Ilario Pedrini

«Non ci sarà alcun colpo di stato militare in Etiopia», ma di sicuro il clima è quello di un regime che mette da parte le libertà individuali. Nel Paese si parla di “stato di emergenza”.

Dopo le dimissioni del premier, travolto da un’ondata di proteste senza precedenti, il ministro della difesa Siraj Fegessa ha dato rassicurazioni.

«Ha detto – racconta l’Ansa – che per ora il premier dimissionario, Haile Mariam Desalegn, resta in carica, e ha anche escluso che ci sarà un governo di transizione».

Il nuovo stato d’emergenza di fatto proibisce ogni manifestazione. Siraj ricorda che le forze dell’ordine hanno ricevuto l’ordine di “prendere misure” contro le proteste che «ostacolano il progresso» del Paese del Corno d’Africa.

L’emergenza cronica, in questa democrazia sospesa, potrebbe durare da sei a nove mesi. Le dimissioni del presidente Desalegn avranno comunque effetti devastanti. Le proteste antigovernative sono state represse in un mare di sangue negli stati di Oromia e Amhara e le cose sono destinate a peggiorare.

È stato imposto il divieto assoluto di manifestare la propria opinione. Sono state previste pene molto severe per chiunque pubblichi o diffonda materiale che «semina discordia».

Il sistema di censura è rigido e ben oliato. Le carceri – è stato detto – torneranno a riempirsi di oppositori.

Le regole della convivenza diventano stringenti, fino al soffocamento. «Analogo provvedimento – si legge su il Manifesto – era stato preso nell’ottobre del 2016 ed era rimasto in vigore appunto dieci mesi. Dopo centinaia di morti, due regioni importanti in stato semi-insurrezionale e migliaia di arresti che hanno falcidiato le file dell’opposizione, la coalizione al potere dell’Ethiopian People’s Revolutionary Democratic Front (Eprdf), in cui primo partito è espressione della minoranza tigrina, cerca di reprimere il reprimibile con un altro giro di vite. In una cupa deriva autoritaria che stavolta sembra preoccupare anche Washington».

Il decreto ora passa al parlamento per la ratifica. Ma il prossimo passaggio importante sarà la scelta del nuovo primo ministro. L’opzione più “distensiva” potrebbe ricadere sull’attuale ministro degli Esteri, Workneh Gebeyehu, appoggiato dall’Organizzazione democratica del popolo oromo, la forza che più ha spinto per le dimissioni di Desalegn.

E l’economia generale? In un Paese in cui i diritti dei cittadini sono a dir poco compressi ti aspetteresti un’economia messa ai minimi termini. Ma non è così e le potenzialità  di benessere ci sarebbero.

Il Paese ha il tasso di crescita più alto dell’Africa orientale. Lo dicono i dati del della World Bank. Si tratta di una percentuale dell’8,2-%, anche se è previsto che esso diminuisca non appena verranno messe in atto misure per stabilizzare il debito governativo. «Per quanto riguarda gli altri giganti economici africani, per l’anno nuovo, il report prevede che l’economia del Kenya cresca ad un tasso del 5,5%, la Tanzania del 6,8%, l’Uganda del 5,1% e il Rwanda del 5,9%. Il primato, tuttavia, è detenuto dal Ghana, il cui tasso è pari all’8,3%».

«È previsto che il Paese africano diventi il principale esportatore di energia dell’area e anche lo Stato più importante per la produzione di energia rinnovabile di tutto continente».

L’agenzia Reuters fa sapere che l’Etiopia è stata spesso accusata di reprimere il dissenso del popolo e la libertà dei media «adducendo come scusa motivi di sicurezza. Anche l’opposizione del Paese, che non detiene seggi al Parlamento, accusa il governo di perpetrare continue molestie e intimidazioni». Ma “la nave (economica) va” e i leader in carica  hanno respinto tutte le accuse di imposizione di restrizioni politiche, come sempre.

 

 

 

https://ilmanifesto.it/in-etiopia-tornano-le-leggi-speciali-e-guai-a-chi-semina-discordia/

 

 

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/africa/2018/02/17/etiopia-emergenza-ma-nessun-golpe_5ee01564-cc8b-4af1-ab52-7966a0f60b6c.html

 

 

http://sicurezzainternazionale.luiss.it/2018/01/15/world-bank-nel-2018-etiopia-manterra-tasso-crescita-piu-elevato-della-regione/

 

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