Il grano russo nella crisi libanese

La minaccia alimentare sta influenzando gli equilibri politici e sociali anche in Medio Oriente, mentre entra nel vivo l’accordo di Istanbul anche per la fornitura di grano al Paese dei cedri

di Asmae Dachan

La Russia fornirà al Libano 40 mila tonnellate di grano. Lo ha annunciato l’ambasciatore russo a Beirut. La distribuzione avverrà con consegne mensili da agosto a dicembre. Con questa mossa Mosca vuole rafforzare i suoi rapporti con i Paesi mediorientali, garantendosi consensi e alleanze preziose, oltre a quella storica con la Siria. Il Libano sta attraversando la peggiore crisi finanziaria della sua storia, nonché una profonda crisi politica. Due anni fa il porto di Beirut è stato scosso da una devastante esplosione, che ha provocato 253 vittime e oltre 6.500 feriti. A distanza di ventiquattro mesi i silos per lo stoccaggio di grano e cereali sono crollati. La moneta locale ha perso il 90% del suo valore, l’inflazione è altissima e l’aumento vertiginoso dei prezzi di carburanti e generi alimentari ha peggiorato la situazione delle fasce più deboli della popolazione, investite in pieno dall‘emergenza del pane.

Nei giorni scorsi l’ambasciata ucraina a Beirut aveva annunciato il suo impegno nel voler distribuire grano nei mercati libanesi, ma le tensioni con la Russia hanno innescato una serie di problemi, anche nei rapporti con i Paesi mediorientali… Sul grano ucraino era stato firmato, sotto gli auspici delle Nazioni Unite, un accordo che ha visto la Turchia protagonista, lo scorso 22 luglio, della difficile mediazione. Il piano dell’Onu, il cosiddetto “accordo di Istanbul”, consentirebbe all’Ucraina di esportare 22 milioni di tonnellate di grano e altri prodotti agricoli, che sono stati bloccati nei porti del Mar Nero a causa dell’offensiva russa….

… Sempre più forte nella sua posizione di “mediatore”, il governo turco pone le sue condizioni nelle trattative internazionali. «La nostra decisione di stabilire una linea di sicurezza profonda 30 chilometri lungo il nostro confine meridionale con la Siria rimane», ha dichiarato il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan alla XIII Conferenza degli ambasciatori, sabato 7 agosto. Tornando sull’opportunità dell’ingresso della Finlandia e della Svezia nella Nato, il presidente turco ha affermato che il suo governo «non approverà l’adesione dei Paesi nordici se le promesse fatte al vertice di Madrid non saranno mantenute», riferendosi alle richieste di consegnare oppositori curdi considerati da Ankara terroristi. (leggi tutto l’articolo di Asmae Dachan su Pressenza)

In copertina foto di Nina Abdel Malak  (cropped)

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