Il libero commercio festeggia il sì al Ceta

 

E’ stato approvato ieri, mercoledì 15 febbraio, il fratello minore del ben più conosciuto Ttip. Il Parlamento europeo ha infatti detto sì al Ceta, l’accordo commerciale tra Ue e Canada

L’accordo dovrà essere ratificato dal parlamento di ogni stato membro, ma entrerà in vigore già da aprile nelle sue parti fondamentali.

Si tratta del patto commerciale più grande dopo il Nafta, l’accordo per il libero scambio firmato da Stati Uniti, Messico e Canada nel 1992.

La trattativa sul Ceta  ha impegnato gli stati per cinque anni ma non ha soddisfatto tutti. Anzi sono moltissime le voci che si sono dette contrarie alla firma.

Manifestazioni di protesta sono andate avanti di fronte al Parlamento per tutta la giornata di ieri e promettono di proseguire.

Si tratta di un accordo di 1598 pagine. Con l’accordo si eliminano gran parte delle tariffe doganali tra Unione Europea e Canada.

Una delle voci contrarie è quella di Slow Food, preoccupato per la diversità dei prodotti.

L’associazione fa l’esempio dei vini e dei distillati.  In Europa ci sono 1300 prodotti alimentari a indicazione geografica, 2800 vini e 330 distillati. Di questi il Ceta ne tutelerebbe solo 173.

“Questo significa che alcune denominazioni di origine di prodotti legati al territorio e con una tecnica produttiva tradizionale potrebbero essere tranquillamente imitati oltreoceano, senza essere passibili di alcuna sanzione” commenta Carlo Petrini, presidente di Slow Food.

Il Ceta interverrebbe ovviamente anche sul latte. L’accordo aprirebbe infatti il mercato canadese ai prodotti lattiero-caseari europei provocando una caduta dei prezzi oltreoceano causando un peggioramento delle condizioni di vita degli allevatori.

Il Ceta sarebbe quindi secondo molti, così come lo è stato il Ttip, il nemico dell’agricoltura di piccola scala e della produzione alimentare di qualità.

Un altro esempio poi è quello del glifosato, un principio attivo tossico, che agisce da disseccante e grande alleato degli Ogm.

Il Canada è uno degli stati che essicca il grano con questo metodo ed è un’altra delle preoccupazioni che derivano dall’approvazione del Ceta.

I sostenitori del Ceta  sottolineano invece stime e dati sui benefici che porterà l’accordo, in particolare in termine di quantità di esportazione.

Secondo studi condotti sia dall’Unione Europea sia dal governo del Canada, dopo circa sette anni dall’implementazione dell’accordo le entrate annuali per l’Unione Europea dal commercio col Canada potrebbero aumentare di circa 11,6 miliardi di euro.

Da monitorare poi la questione lavorativa. I socialisti in particolare temono che il Ceta incida sui posti di lavoro delle aziende più piccole.

Uno studio condotto da un dipartimento della Tufts University di Boston spiega ad esempio che il Ceta potrebbe costare circa 200mila posti di lavoro solo in Europa.

 

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