Il ritorno dello Stato

I danni del neoliberismo e il superamento del pensiero unico. Una sintesi del dibattito al Festival dell'Economia di Trento

Il Festival dell’economia di Trento, nato nel 2006 dall’idea di mettere a confronto gli economisti con il grande pubblico, ha tenuto dal 3 al 6 di giugno la sua XVI edizione, con tema Il ritorno dello Stato. Una breve sintesi del dibattito

Tra i conflitti che percorrono il Pianeta, quello della diseguaglianza e della negazione del diritto alla salute è una costante. Aggravato dalla pandemia, che ha messo a nudo l’incapacità delle sole dinamiche di mercato di affrontare e risolvere questo problema ha portato a un cambiamento di rotta nel pensiero economico; o almeno alla messa in discussione del modello neoliberista dominante fino a solo due anni fa. Il ritorno dello Stato, che sarebbe chiamato a sanare le ferite causate dall’ineguaglianza è quindi un tema di scottante attualità, e gli interventi dei molti maitres a penser dell’economia che si sono avvicendati a Trento non hanno fatto che confermarne la necessità. Va rilevato che le analisi e le ricette sono fra loro assai diverse, ma la messa in discussione del pensiero economico unico è da salutare come una apertura positiva, in un frangente così drammaticp della storia. Riportiamo alcuni interventi di particolare rilevanza.

In certi Paesi si è arrivati a vaccinare il 40% della popolazione, mentre in altri, come per esempio in Africa, non si sono vaccinati nemmeno gli operatori sanitari“. Lo dice Gita Gopinath, consigliere economico e direttore di ricerca del Fondo Monetario Internazionale, che auspica che almeno le dosi che avanzano nei  Paesi più ricchi vengano redistribuiti. L’ economista Tito Boeri, ospite abituale del Festival, riflette: “La fine della pandemia può essere l’occasione per ridisegnare i confini dello Stato, rafforzare la sua presenza dove ce n’è maggiore necessità progettandone la ritirata altrove. Cosa deve fare il settore pubblico per i propri cittadini e cosa invece deve limitarsi unicamente a regolare e lasciare all’iniziativa privata? E come trattare il privato che non si limita perseguire i propri interessi individuali o di impresa, ma che si organizza in comunità, in associazioni del Terzo settore, capaci di occuparsi del bene comune al pari, se non meglio, del settore pubblico?

L’intervento dello Stato pone il problema del reperimento delle risorse economiche; e qui è stato esaminato il tema delle tassazioni alle multinazionali e ai giganti del web. Secondo il Premio Nobel Joseph Stiglitz “la globalizzazione è stata sfruttata dai ricchi per non pagare le tasse. Ora si deve tornare a una giusta tassazione, il neoliberismo è assolutamente egoistico”. Ma l’economista Thomas Piketty ritiene che la tassazione minima del 15 percento  sia del tutto insufficiente: “Le imprese e i cittadini non pagano certo il 15 percento“. Qui nessuno è sicuro e non possiamo andare avanti così, abbiamo bisogno di cloud più sicuri perché i dati sensibili dei cittadini e quelli meno sensibili siano tenuti in sicurezza”, ha detto Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale

Il premio Nobel Michael Kremer ha insistito sull’importanza del ruolo dello Stato nel finanziamento e promozione  della ricerca e della produzione di vaccini per le future pandemie. Il Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha dedicato il suo intervento al tema di grande attualità del blocco dei licenziamenti, e al sostegno alle imprese.   In tutti gli interventi,  il ruolo dello Stato nel welfare, nei trasporti all’istruzione nella salute ha finalmente avuto il riconoscimento indispensabile.

( Red/Ma/Sa)

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