In Siria accordo di carta e sangue vero

di Andrea Tomasi

L’accordo sulla Siria tra Mosca e Washington è ancora fragile. Parole di Bernard Guetta, giornalista francese esperto di politica internazionale. Su Internazionale scrive: «Il problema è che né Bashar al Assad né i jihadisti hanno alcun interesse a favorire la collaborazione russo-americana. Se l’intesa tra le due potenze dovesse funzionare, infatti, il piano d’intesa adottato a Vienna alla fine dell’anno scorso sarebbe rilanciato, e il presidente siriano dovrebbe presto cedere gran parte dei suoi poteri a un governo di transizione in attesa dell’organizzazione delle elezioni sotto il controllo della comunità internazionale. Per Assad e il suo clan sarebbe l’inizio della fine, dunque faranno di tutto per non far tacere le armi (…) l’accordo offre alla Russia l’occasione di riaffermarsi come potenza alla pari con gli Stati Uniti, che dal canto loro non vogliono più essere costretti a impegnarsi in Siria. L’accordo raggiunto è importante tanto per Washington quanto per Mosca, e le due potenze, ognuna con i propri mezzi, faranno di tutto per non farlo fallire». Intanto in Siria è in corso «la più drammatica crisi umanitaria dalla seconda guerra mondiale» con metà della popolazione fuggita all’estero o sfollata all’interno di un Paese in larga parte distrutto e dove finora ha perso la vita circa mezzo milione di persone. Lo dicono le Nazioni Unite. «La guerra – scrive l’Ansa – è combattuta da diversi attori locali e regionali insieme alle grandi potenze ed è conseguenza della repressione governativa compiuta contro le proteste popolari scoppiate in Siria nel 2011 contemporaneamente alle rivolte avvenute anche in altri paesi mediorientali». Secondo l’Onu quasi 4 milioni e 800mila siriani sono profughi all’estero, mentre 6,5 milioni sono sfollati in varie regioni della Siria. Metà della popolazione totale (22 milioni di persone) ha perso quasi tutto ciò che aveva. Tra i 13 milioni e mezzo di siriani che hanno «estremo bisogno di assistenza umanitaria», si contano 6 milioni di minori, tra bambini e adolescenti. Ci sono poi 5 milioni e mezzo di siriani che si trovano in «zone che non possono essere raggiunte» dai soccorsi umanitari, tra cui 600mila civili intrappolati e spesso costretti alla fame e all’inedia in zone e cittadine sotto assedio. Numeri, questi, che la dicono lunga sul dramma che si sta consumando e che viene trasmesso (poco) dalle televisioniì, mentre i telespettaotori occidentali si mettono a cena, distratti nello zapping serale. Dei 6 milioni di minori colpiti dalle violenze, 2 milioni e 700mila sono da cinque anni lontani dai banchi di scuola. «Il conflitto civile tra regime di Damasco e opposizioni armate – ricorda la principale agenzia di stampa – era scoppiato tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012». Da una parte c’è l’asse russo-iraniano, a sostegno del governo di Damasco, incarnato nella famiglia Assad – al potere da mezzo secolo – e nel presidente Bashar al Assad. Dall’altra c’è un fronte composto da Qatar, Arabia Saudita e Turchia a sostegno di diversi gruppi delle opposizioni armate. Questi tre Paesi sono stati sostenuti da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, «a cui si sono aggiunti – almeno per l’aspetto politico-diplomatico – altri paesi occidentali tra cui l’Italia». L’ingresso dei terroristi dell’Isis nello scenario siriano dal 2013 ha influenzato la dinamica del conflitto. «Oggi si combattono in Siria almeno tre guerre distinte: una tra lo Stato Islamico e i suoi numerosi nemici; un’altra tra opposizioni siriane e regime di Damasco; un’altra ancora tra Turchia e forze curde anti-Isis nel nord».

 

http://www.internazionale.it/opinione/bernard-guetta/2016/09/12/siria-accordo-mosca-washington

http://www.ansa.it/sito/videogallery/mondo/2016/09/10/tregua-in-siria-dal-12-settembre_cad6dd3d-a1c5-4934-87b3-383d91e7aeb1.html

http://www.internazionale.it/tag/autori/bernard-guetta

foto tratta da politico.com

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