La Francia in crisi: una potenza nucleare davanti a un’incognita

Il nuovo incarico per tentare il varo di un nuovo esecutivo

di Maurizio Sacchi

L’ 11 ottobre in Francia   il Primo ministro dimissionario Sebastien Lecornu ha accettato un nuovo mandato, alla ricerca di un  “compromesso”, un estremo tentativo per evitare la “dissoluzione” e lo scioglimento dell’Assemblea nazionale e scongiurare la prospettiva di urne anticipate. Opzione invocata dal Rassemblement National (Rn), favorito nei sondaggi in caso di ritorno alle urne, e dalla sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise). Prospettiva che rischia di lasciare la Francia senza una legge di bilancio entro la fine dell’anno, di fronte a un  deficit economico colossale. D’altra parte, il brevissimo tentativo precedente di Lecornu é naufragato  anche per ‘inclusione nel governo  di Bruno Le Maire, l’ex ministro delle Finanze ampiamente ritenuto responsabile dell’aumento del debito francese a 4.000 miliardi di dollari durante il suo mandato di sette anni.

L’Assemblea Nazionale, o Camera bassa, è divisa in tre : l’estrema destra nazionalista di Marine Le Pen, la sinistra e l’estrema sinistra rappresentate da Jean-Luc Mélenchon e un centro indebolito che per di più si è allontanato dal suo referente iniziale, lo stesso presidente Macron.  Infatti i Repubblicani hanno già annunciato che non sosterranno quest’ultimo tentativo di dare un governo alla Francia. Oltre alla richiesta di nuove elezioni si fa sempre più strada l’ipotesi delle dimissioni di Emmanuel Macron, 18 mesi prima dello scadere del suo mandato. In conclusione, una crisi totale, alla quale non si vede per il momento una soluzione.

Ma cosa significa questa crisi al di fuori dai confini francesi? In che modo gli equilibri, europei e non solo, possono venirne alterati? Ricordiamo fra l’altro che Lecornu é stato Ministro della difesa, e che dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue, la Francia é l’unico Paese dell’Unione a possedere l’atomica. La Francia possiede attualmente 290 testate nucleari. La strategia di deterrenza nucleare francese, in continuo sviluppo dagli anni ’60, si basa su due pilastri: mare e aria. L’assenza di una componente terrestre significa che il Paese ha abbandonato la classica triade nucleare. La Francia ha invece dato priorità alla mobilità, alla segretezza e all’indipendenza politico-operativa. Il suo intero arsenale nucleare rimane al di fuori delle strutture NATO e sotto il controllo esclusivo del Presidente della Repubblica.

Il nucleo della deterrenza francese rimane la Force Océanique Stratégique: quattro sottomarini classe Le Triomphant, ciascuno armato con 16 missili balistici M51. Questi missili trasportano testate TN-75 con più veicoli di rientro indipendenti (MIRV). Almeno un sottomarino è costantemente in pattugliamento in immersione, garantendo una credibile capacità di secondo attacco, anche in caso di un attacco a sorpresa contro la Francia. Sono già in corso i lavori su una nuova generazione di sottomarini, la cui entrata in servizio è prevista intorno al 2035, parallelamente alla modernizzazione dei missili M51 con la versione M51.3, caratterizzata da gittata e precisione migliorate. La componente aerea si basa sui velivoli Rafale B e Rafale M, armati con missili da crociera ASMPA. Con una gittata attuale superiore a 500 km – destinata a crescere significativamente con l’introduzione delle varianti ASMPA-R e ASN4G – le forze aeree rimangono un elemento di deterrenza flessibile e reattivo. In particolare, la base aerea di Luxeuil-les-Bains, dove vengono addestrati i piloti ucraini dei Mirage, diventerà la prima unità equipaggiata con la nuova generazione di velivoli Rafale dotati di armi ipersoniche. Esercitazioni nucleari come l’Operazione Poker, condotte trimestralmente, simulano operazioni di deterrenza su vasta scala, incluso l’uso di armi nucleari. Durante una di queste manovre, Macron suggerì la possibile estensione dell’ombrello di deterrenza francese a livello europeo, un’idea che si inserisce nel più ampio dibattito sul futuro della sicurezza collettiva all’interno dell’Unione Europea, anche per Paesi come la Polonia.

Come si muoverà la Francia sul terreno militare nel mezzo di questo terremoto politico interno? Una possibile risposta la ha data nel luglio scorso lo stesso Ministero della difesa nel suo sito ufficiale, indicando 11 priorità, che riportiamo.

https://www.defense.gouv.fr/actualites/revue-nationale-strategique-2025-onze-objectifs-france-prete-face-aux-menaces

1. Al primo posto, appunto, si pone “un deterrente nucleare credibile e indipendente (…) pietra fondamentale della difesa nazionale, il deterrente nucleare francese  (…)  mira a proteggere gli interessi vitali della nazione, compresa la loro dimensione europea, come ha ribadito il Presidente della Repubblica.

2. Una nazione resiliente alle crisi. Pandemie, attacchi informatici, violenza interna, azioni ibride: la Francia deve essere in grado di assorbire gli shock, reagire e riprendersi. Ciò richiede un riarmo morale e la mobilitazione di tutti gli attori coinvolti – cittadini, comunità, imprese – in un’ottica di coesione nazionale.

3. Un’economia in grado di sostenere lo sforzo bellico

L’economia francese deve prepararsi all’eventualità di un conflitto di grandi dimensioni. Ciò implica garantire la continuità degli approvvigionamenti strategici, rafforzare le capacità industriali della difesa e garantire la sostenibilità fiscale e la sovranità finanziaria, in particolare attraverso il controllo del debito pubblico.

La situazione dei nostri vicini d’Oltralpe é talmente caotica e mutevole che non é possibile prevedere quale esito darà. Ma é probabile che i piani strategici della  Defence andranno avanti, poiché ne’ i vertici militari, ne’ quelli del complesso militar-industriale francesi faranno dipendere la loro linea dalle sorti dell’Eliseo o dell’Assemblea nazionale. La famosa Force de frappe voluta dal generale De Gaulle, che rappresenta l’ultimo brandello di una grandeur ormai svanita sembra destinata a sopravvivere: un segnale inquietante, in un mondo che pare aver abbandonato ogni fiducia nel diritto e nel dialogo, e nel quale solo la forza delle armi abbia un peso.

Nell’immagine, un sommergibile della classe Le Triomphant

 

Tags:

Ads

You May Also Like

Turchia: false accuse ad un giornalista. E la libertà di stampa resta un sogno

Lo ha dichiarato all’ANSA il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi) Roberto ...

Trump / Xi: più tregua che pace

Al summit G20 In Giappone Cina e Usa hanno abbassato i toni. Ma la guerra commerciale non è affatto finita. Analisi del dopo Osaka

di Maurizio Sacchi L’attesissimo incontro dello scorso fine settimana fra Donald Trump e il ...

Dietro l’accordo sul gas Italia-Libia

Un progetto ambizioso in un Paese diviso e instabile. E motovedette per "salvare" i migranti  

di Maurizio Sacchi Sabato 28 gennaio l’Eni e la compagnia petrolifera statale libica Noc ...